GhanaContro l'iniquo ordine economicodi Santuah Niagia
I partecipanti all'inaugurazione della succursale ghaniana della Jubilee 2000 Coalition, concordavano nel luglio scorso sulla necessità, all'inizio del nuovo millennio, di rilanciare gli sforzi del continente per lo sviluppo. I partecipanti condividevano l'opinione secondo cui la cancellazione del debito di per sé è solo una soluzione a breve scadenza alla condizione di povertà dell'Africa. Vanno quindi messi in atto provvedimenti a lungo termine che garantiscano che il continente non si indebiti di nuovo una volta che sia riuscito a farsi annullare il debito. "La campagna per la cancellazione del debito può avere senso soltanto se ci preoccupiamo allo stesso modo delle politiche economiche e delle decisioni dei nostri governanti che ci portano all'indebitamento e se prendiamo provvedimenti che garantiscano che non ci indebiteremo nuovamente pochi anni dopo la cancellazione del debito," ha detto il coordinatore della Jubilee 2000 Coalition del Ghana, Akoto Ampaw. "La nostra richiesta, in quanto Jubilee 2000 del Ghana, è la cancellazione del debito estero del Ghana come pure dei paesi africani e del terzo mondo entro l'anno 2000, " ha aggiunto. Inoltre, perché la cancellazione del debito raggiunga gli obiettivi che si è dati, la società civile dovrà controllare il modo in cui il governo farà uso delle risorse liberate dalla cancellazione del debito e come verranno contratti i futuri debiti. Il reverendo Charles Palmer Buckle, vescovo cattolico di Koforidua, settanta chilometri a nord della capitale Accra, ha fornito quattro motivi che giustificano la richiesta di cancellazione del debito di Jubilee 2000. Innanzitutto ha detto che la richiesta di cancellazione del debito è una richiesta di giustizia sociale perché il debito "è semplicemente impossibile da pagare. E' impossibile pagarlo, soprattutto viste le condizioni cui sono legati questi prestiti," ha aggiunto. Il secondo motivo è che i debiti contratti dai paesi in via di sviluppo non sono necessari alle nazioni creditrici per la loro sopravvivenza, e in terzo luogo che questi debbiti sono già stati pagati attraverso il pagamento degli interessi. Infine che i debiti sono stati contratti in termini non etici. Il reverendo Palmer ha poi rivelato al suo pubblico che le trentotto persone più ricche del mondo posseggono più ricchezza della metà della popolazione mondiale. "Mai nella storia dell'umanità il mondo è stato così ricco, eppure c'è tanta povertà," è stata la sua conclusione. Gli attivisti, che intendono raccogliere due milioni di firme in tutto il mondo per sostenere la loro richiesta, hanno giustificato la cancellazione degli enormi debiti esteri dicendo che potrebbero dare ai paesi in via di sviluppo il respiro necessario per riorganizzare le proprie economie. I paesi africani vorrebbero vedere cancellato il loro debito estero, stimato a circa trecento miliardi di dollari, ma da questo gesto non potranno scaturire risultati positivi se e fintanto che non sarà accompagnato da una revisione delle politiche economiche globali e da un cambiamento negli attuali iniqui termini di scambio commerciale. Il professore Akilapah Sawyerr, ex vicerettore dell'Università del Ghana, ha legato la questione del debito alle attuali relazioni commerciali inique in cui i paesi in via di sviluppo forniscono materie prime a prezzi bassi, mentre i paesi sviluppati forniscono prodotti finiti a prezzi molto alti. In questa situazione ha detto che "la risposta non è solo la cancellazione del debito ma la completa trasformazione della situazione che crea i debiti, che porta a nuovi debiti. Prendiamo in prestito altri soldi o ne chiediamo per pagare gli interessi dei debiti." Ha rivelato che già nel 1960 il settanta per cento dei guadagni sull'oro del Ghana venivano spesi per pagare gli interessi sui debiti. Ha detto che nel 1997, per esempio, il Ghana ha ricevuto sovvenzioni per un totale di 566 milioni di dollari US ma ha pagato debiti che ammontavano a 578 milioni di dollari, e questo significa che il paese ha dovuto usare le sue stesse risorse per pagare gli interessi sui suoi debiti.
Un altro aspetto della crisi è il tasso di interesse che aumenta di quattro volte sull'interesse del debito. Ampaw ha infine ricordato che la richiesta di cancellazione del debito ha una storia lunga in Ghana. Risale al tempo dell'indipendenza nel 1957, quando il primo Presidente del Ghana, Kwame Nkruma, parlò dell'iniquo ordine economico neo-coloniale ideato per impoverire il popolo africano. Ampaw ha anche ricordato il secondo presidente democraticamente eletto del Ghana, Kofi Abrefa, e la sua campagna 'Kafo Didi' (che vuol dire letteralmente 'anche un debitore mangia'), come anche la posizione 'non pagheremo' di Kutu Acheampong, cui il paese ha aderito rigorosamente dal 1972 al 1979, per la durata del suo governo militare.
I contenuti possono essere riprodotti liberamente citandone sempre la fonte. Spedire inoltre una copia dell'articolo alla redazione di Africanews.
AFRICANEWS versione italiana viene pubblicata da Amani, via Gonin 8, 20147 Milano
|