ZimbabweLo sfruttamento della mortedi Rodrick Mukumbira
Nello Zimbabwe la morte ha fatto fiorire il sorriso sul volto degli imprenditori emergenti. Il ministro della sanità del paese ha infatti valutato che oltre 3000 morti settimanali sono collegate all'AIDS e, per chi è nel business della morte, l'attività è più fiorente che mai. Decine di venditori di bare vanno a caccia di clienti all'entrata della camera mortuaria degli ospedali e negli uffici dove si denunciano i decessi. I venditori di fiori, d'altro canto, battono i cimiteri arrivando quasi a disturbare chi prega sulle tombe. "Io devo sopravvivere", dichiara Nyasha Musiiwa, 24 anni, che vende le sue bare davanti all'ospedale di Harare. "Questa è stata l'unica chiamata di lavoro che si sia aperta per me, quando ho finito la scuola secondaria. E chi non approfitterebbe di questo alto tasso di mortalità per fare soldi?", chiede. Musiiwa guadagna una commissione di 50 dollari (circa 2500 lire) per ogni bara venduta. Il prezzo delle bare che vende varia da 700 dollari Zimbabwe (circa 38000 lire) a 2000 $ dello Zimbabwe (circa 90000 lire). "I miei prezzi sono trattabili, nel senso che si puo' prendere una bara a credito oppure che il prezzo puo' essere ridotto, il che mi rende molto popolare tra i miei clienti", spiega Musiiwa che, nelle buone giornate, afferma di poter vendere fino a 10 bare. Cecilia Machinga, una venditrice di fiori di 30 anni, che svolge la sua attività al Warren Hills Cemetery, a sud di Harare, ha giurato di continuare a vendere la sua merce nonostante le minacce della polizia municipale. "Il padre dei miei due bambini è morto e questo è l'unico modo in cui posso pagare la scuola e il pensionato per i miei due figli", dichiara. Spiega che la maggior parte dei cittadini nello Zimbabwe non puo' permettersi il costo di una lapide e quindi deve accontentarsi di una lastra di cemento o di un mucchio di terra. Quindi "mettere i fiori dà un aspetto migliore alla tomba", precisa la venditrice. Ma sebbene i venditori, in maggioranza persone che hanno abbandonato la scuola, dicono di rispondere all'appello governativo che sollecita una maggior imprenditorialità; sono state espresse preoccupazioni per la loro attività e qualcuno dichiara immorale il business nato all'ombra di cimiteri e ospedali. "Questa gente (ambulanti e venditori) si è spinta troppo oltre", dichiara Wilson Chitiyo, dottore in un ospedale di Harare. "Se vedono un gruppo di persone entrare in ospedale non esitano ad avvicinarlo esprimendo il loro "cordoglio" prima di iniziare a vendere" Il dottor Chitiyo sostiene che i venditori e gli ambulanti devono essere controllati perché non sanno distinguere tra chi si reca in ospedale per visitare un parente malato da altre situazioni. "Quando vendono un gruppo di persone tendono ad associarlo alla morte e hanno sempre successo nei loro negoziati", dichiara. Sebbene Giles Kuimba, funzionario addetto alle pubbliche relazioni del comune di Harare, affermi che il comune ha dei posti designati dove i piccoli imprenditori possono svolgere la loro attività, i venditori "vogliono sempre stare vicini ai loro clienti" e aggiunge "Anche se la polizia municipale si muove per obbligare i venditori a tornare ai posti loro designati, questi si limitano ad allontanarsi finché la polizia se ne va e poi tornano alle entrare degli ospedali e dei cimiteri". Jotham Dhemba, docente alla Zimbabwe School of Sociology, è d'accordo con Chitiyo e osserva che la pratica non solo disturba la gente ma ha trasformato ospedali e cimiteri in aree commerciali piuttosto che in luoghi di speranza. Afferma che la pratica non è etica dato che è antagonista alla tradizione africana che insegna a concentrarsi sul cordoglio piuttosto che sui soldi. "Oggi non c'è differenza tra il Central Business District (CBD) (distretto commerciale centrale) e gli ospedali e i cimiteri. La morte è stata talmente commercializzata che oggi le persone mostrano insensibilità invadendo i momenti di dolore degli altri", conclude. Secondo Dhemba per proteggere il pubblico dai venditori dovrebbe essere applicata la legge ma suggerisce anche di mettere a disposizione degli spazi nei cimiteri e negli ospedali per queste attività. "Sappiamo tutti che attualmente si verificano molte morti ma non dobbiamo dare l'impressione di essere più interessati ai soldi che al morto", spiega. "Immaginate qualcuno che urla 'fiori, fiori' mentre tu stai seppellendo una persona cara". Phineas Kadenge, un insegnante di economia dell'università dello Zimbabwe, non trova invece nulla da ridire se qualcuno fa affari nei cimiteri, negli uffici di denuncia dei decessi ed alle entrate degli ospedali. Secondo lui questo è uno sviluppo importante per gli imprenditori emergenti perché "Negli affari non si considerano le cose da una prospettiva morale. Vendere bare e fiori dovrebbe essere considerata un'attività come le altre. La gente che inizia quest'attività vede le opportunità che offre". In parte per i costi richiesti nelle sepolture e per la delicatezza della questione, alcune organizzazioni come l'Aids Counseling Trust (ACT) hanno tenuto convegni cercando di esercitare pressioni per convincere il pubblico ad accettare la cremazione come metodo economico per disporre dei defunti. Tuttavia il segretario per la pubblicità e l'informazione dell'associazione dei guaritori tradizionali dello Zimbabwe (Zenith), Peter Sibanda, si oppone alla pratica. "Noi non crediamo nella cremazione dei nostri morti. Crediamo che si debba tenere un grande funerale, non semplicemente bruciare una persona come un pezzo di legno. I morti sono le nostre guide spirituali più importanti. La gente deve essere seppellita in modo che si possa continuare a visitare le loro tombe per trovare guida spirituale", conclude Sibanda.
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