KenyaUn futuro pieno di drogadi Njeri Ng'ang'a
Oggi i kenioti chiedono la revisione della costituzione del paese ma, data l'alta incidenza di consumo di droghe tra la gioventù keniota, esistono timori fondati che la generazione che dovrebbe beneficiare di questi cambiamenti potrebbe non vivere abbastanza per goderne. "Considerando la percentuale di giovani che si imbottisce di droghe e narcotici, non esisterà più un paese che potrà godere delle riforme", dichiara il reverendo W.C. Kogo della Chiesa Presbiteriana dell'Africa Orientale (PCEA). L'uso di stupefacenti è più accentuato presso gli studenti delle scuole secondarie di Nairobi e delle province centrali. Una recente indagine condotta nella provincia dall'amministrazione pubblica, rivela infatti che oltre il 60% dei ragazzi delle scuole secondarie ha usato droghe prima di arrivare alla quarta classe. "La maggior parte delle droghe", spiega il reverendo Kogo, "tra varie altre reazioni, ha l'effetto di rendere il consumatore molto letargico o molto sadico e violento." Le droghe che vengono comunemente usate sono soprattutto marijuana, pillole di Mandrax, cocaina ed eroina. E come risultato, di quanto è stato battezzato 'indisciplina collegata alla droga', in tre distretti della provincia centrale - Nyeri, Kirinyaga e Kiambu - tra il giugno e il luglio scorsi, la violenza degli studenti ha obbligato alla chiusura coatta oltre 30 scuole. Il peggiore caso denunciato sino ad oggi è quello avvenuto nel liceo di Nyeri, dove un gruppo di studenti drogati, a quanto si dice irritati dal potere e dai privilegi accordati ai prefetti della scuola, ha bagnato la stanza di questi ultimi con benzina e ha appiccato il fuoco mentre 4 studenti dormivano: i ragazzi, con ustioni sul 70% del corpo, sono morti tutti e quattro nel giro di due settimane. Il direttore della scuola, Patrick Mungai, ha rivelato: "E' stato appurato che i residenti dei villaggi vicini hanno rifornito gli studenti di droga, in particolare marijuana, con tutta probabilità cresciuta nella vicina foresta sul monte Kenya". Si presume infatti che nella foresta esistano fattorie per la coltivazione estensiva della marijuana. Nel corso di un giro nelle scuole della provincia nel settembre 1998, il vicedirettore ha scoperto che gli studenti del distretto di Kirinyaga coltivavano la marijuana nelle adiacenze della scuola, nelle aiuole e nei lotti dei corsi di agricoltura e del Club dei Giovani Coltivatori. La maggior parte di loro che non faceva uso di droga, è stata obbligata al silenzio dai consumatori di droga che li hanno minacciati di violenze. Nel corso di un incidente nella scuola superiore di Kirangari, nel distretto di Kiambu, gli studenti hanno dato fuoco al nuovo complesso dei dormitori costato milioni di scellini, a quanto pare per dimostrare solidarietà ai colleghi sospesi per uso di droga. In un'altra scuola dello stesso distretto, la Kahuho Secondary School, gli studenti hanno minacciato il vicedirettore e il responsabile della disciplina perché i due avevano punito degli studenti per consumo di droga. Ciò che ha facilitato l'accesso alla droga agli studenti della provincia è la vicinanza delle aree urbane principali, come la capitale Nairobi, e anche il fatto di vivere in una delle aree maggiormente popolate del paese. La violenza scaturisce anche per le pressioni familiari ed economichecui sono soggetti gli studenti.
Esiste un altra causa, e cioè il sistema educativo secondario. Sovraccarico con oltre dieci materie, il sistema ha tenuto sotto costante pressione gli studenti. Sono fattori di questo genere a cospirare per produrre una grande massa di giovani frustrati. Secondo un'altra ipotesi sarebbero alcuni insegnanti che spacciano la droga agli studenti. Wilson John, consulente professionista concorda e attribuisce invece la responsabilità del fenomeno alle condizioni in base alle quali gli insegnanti lavorano. Dichiara "Non ci si puo' aspettare che un insegnate mal pagato lavori efficacemente". Allo stesso tempo, aggiunge, "L'insegnante è il prodotto della società; una società carica di episodi di abuso di droga. E' del tutto possibile che alcuni insegnanti, soprattutto della fascia di età più giovane, soprattutto provenienti da ambienti urbani, siano consumatori o spacciatori di droga". Anche lo spettro della violenza ha sollevato questioni sull'efficacia dell'attuale modello di consulenza scolastica. Esistono argomentazioni sulla sua inadeguatezza e molti consulenti sono indecisi sulle iniziative da prendere. Un insegnante dichiara: "Questi ragazzi sono violenti e ribelli. Un insegnante puo' mettere a rischio la sua vita e quella della sua famiglia se cerca di correggere la situazione". Il reverendo Kogo ha fatto opera di sensibilizzazione nel settore educativo sul problema del consumo di droghe. In luglio ha tenuto 2 seminari, uno a Nyeri e l'altro a Kiambu, il cui scopo era, secondo le sue parole, "...indicare ai genitori, insegnanti, direttori di scuola e all'amministrazione civica che l'uso di droga è una realtà nelle scuole e suggerire modalità per contenere il problema". Kogo viene aiutato dall'unità antinarcotici del Kenya. Per molti genitori questi seminari sono stati illuminanti e sono stati d'aiuto per capire i loro figli. Mary Kamau, genitore di uno studente, è una di loro. E' convinta che suo figlio sia tossicodipendente. "Il ragazzo è violento", spiega, "Temo persino che possa uccidermi nel sonno. E' ostinato, arrogante e pieno d'odio. Marina la scuola, scappa sempre via. L'ho portato diverse volte dalla polizia per disciplinarlo, ma senza risultato". Tuttavia non tutto l'ambiente è perduto, dichiara Njoki Ngugi, insegnante all'Università Kenyatta. "E' confortante che in un gran numero di scuole rurali, i casi di indisciplina sono trascurabili e i problemi di consumo di droga, di omosessualità e lesbismo sono inesistenti".
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