LOGO AFRICANEWS AFRICANEWS LOGO AFRICANEWS

Versione italiana

N.21 - Dicembre 1999

TORNA AL SOMMARIO

Kenya

Adoratori del diavolo o poveri perseguitati?

di Hassan Galana

Un rapporto della commissione governativa sulla pratica di riti demoniaci nel paese è appena stata pubblicata a 5 anni dalla sua redazione. Il documento, che accusa alcuni movimenti religiosi di essere adoratori del demonio, ha suscitato critiche e perplessità.

Nell'antichità in Britannia e in Irlanda il 31 ottobre era designato esclusivamente come il giorno di Halloween, un giorno in cui la gente invocava il nome del diavolo e ne cercava il sostegno. Oggi tutto questo non esiste più ma nel lontano Kenya, il 21 ottobre 1994 il presidente Daniel Arap Moi si è occupato di nuovo della questione del maligno designando un commissione d'inchiesta composta da 10 membri per indagare l'ipotesi dell'esistenza di pratiche demoniache nel paese. La commissione ha concluso il compito affidatole e ha presentato il rapporto al presidente nel luglio 1995, ma il rapporto ha dovuto aspettare 5 anni prima di essere diffuso, ricevendo condanne in tutta la regione e infiammando le passioni religiose.

Qualche giorno dopo la diffusione del rapporto intitolato "Commissione d'inchiesta presidenziale sul culto dell'adorazione del diavolo in Kenya", i critici si sono espressi e lo hanno liquidato definendolo una perdita di tempo, accusandolo di essere offuscato da generalizzazioni e da mancanza di prove autorevoli. Le critiche sono arrivate non solo dai media e da quelle organizzazioni religiose che la Commissione aveva identificato come "autostrade del satanismo" ma anche dall'opinione pubblica.

Un giornalista del Daily News Nation, il primo a dare la notizia della pubblicazione del rapporto, ha scritto: "La relazione non è altro che un guazzabuglio di pregiudizi meschini da parte di vecchi cristiani conservatori, in gran parte "rinati" delle chiese principali che annusano lo zampino di satana in qualsiasi fenomeno anticonvenzionale che non rientri nella loro visione religiosa del mondo ". Questo tono liquidatorio è stato rafforzato da certe vaghe conclusioni che il rapporto ha fatto passare come prove.

Il rapporto definisce chi pratica questi riti: "Gli adoratori del demonio generalmente sono persone influenti che guidano auto molto costose e possiedono grandi quantità di denaro. I loro riti, aggiunge: Generalmente prevedono la presenza di serpenti, l'uso di bere sangue umano, il cannibalismo e sacrifici umani". Persino la valuta nazionale non è stata risparmiata. La banconota da 20 scellini kenioti ormai fuoricorso è stata accusata di contenere una svastica, quella da 100 scellini di raffigurare persone nude che sostenevano un monumento, mentre quella da 200 si dice mostrasse un serpente, "Tutti elementi", dichiara il rapporto "che sono stati associati all'adorazione del diavolo".

Anche la musica sui minibus pubblici (matatus), i match di lotta in televisione e i graffiti sono stati identificati come autostrade del demonio. Il rapporto difende con veemenza questi fenomeni come prova, mentre risulta subito evidente che tutte le osservazioni relative al rituale non erano altro che le idee preconcette che la gente esprimeva parlando della questione. Molti si aspettavano fatti più circostanziati di questi, che non sono altro che dicerie.

Il tentativo di collegare il diavolo con alcune tragedie nazionali ha tolto qualsiasi credibilità al rapporto che faceva riferimento all'affondamento di un traghetto nella città portuale di Mombasa nel 1994, con circa 300 morti, e un incidente ferroviario che un anno prima aveva ucciso 63 persone. La relazione si dichiarava certa che questi due incidenti erano opera degli agenti del demonio, nonostante le prove di insufficiente manutenzione dei macchinari.

Particolarmente colpiti sono i massoni che sono stati accusati di pregare nudi al buio, di mangiare carne umana e bere sangue umano e di camminare all'indietro quando entrano nei loro templi. Tra gli altri gruppi accusati di pratiche sataniche vengono indicati la Società Teosofica, la meditazione trascendentale, i Testimoni di Geova, i Mormoni, i predicatori ambulanti, il movimento New Age e Rastafari. Il rapporto avvertiva che le pratiche demoniache si erano insinuate nelle istituzioni educative del paese e che rappresentavano una minaccia agli obiettivi educativi nazionali.

All'interno di questo contesto gli ecclesiastici hanno raccomandato l'istituzione di una forza di polizia speciale particolarmente addestrata per combattere le manifestazioni criminali occulte, la messa al bando della musica matatu, l'arresto dei sospetti e lo screening dei futuri predicatori. Tutto questo, accusano i critici, puzza di inquisizione medioevale e, in breve, è solo una caccia alle streghe da parte delle principali chiese cristiane che agiscono in associazione con il governo contro altri movimenti religiosi del paese.

"La Commissione ha dedicato maggiori energie nel cercare di collegare ogni movimento non convenzionale con il 'diavolo' piuttosto che definire il vero scopo ed estensione dei riti satanici in Kenya", ha commentato un giornalista del Sunday Standard. E continua "Affidare un'indagine sugli adoratori del demonio a un gruppo di leader religiosi è stato un errore". Bisogna notare che i membri, tutti maschili, della Commissione guidati dall'arcivescovo cattolico della diocesi di Nyeri, Nicodemus Kirima, provenivano dalle chiese cattolica, anglicana, presbiteriana, battista e pentecostale. Non aveva al suo interno nessun non-cristiano o rappresentante di altre fedi o professionista - psicologi, sociologi e teologi.

Una composizione del genere è riuscita solo a sollecitare una risposta prevedibile da alcuni gruppi religiosi coinvolti nel rapporto. I testimoni di Geova hanno accusato le chiese principali di coinvolgerli nelle pratiche demoniache solo per invidia. "Noi denunciamo i loro falsi insegnamenti, che non si basano sulla Bibbia. Tra questi, la Santa Trinità e l'immortalità dell'anima", commenta Christopher Kanaiya, responsabile di una delle chiese dei testimoni di Geova. I liberi massoni attraverso una dichiarazione rilasciata dalla Loggia dell'Africa Orientale, ha detto: "La Massoneria è una società che si occupa di valori morali e spirituali. Siamo quindi sorpresi e contrariati per quella che consideriamo una falsa rappresentazione dell'oggetto, principi, filosofia e attività della nostra istituzione". L'uomo dovrebbe tendere esclusivamente alla verità, che è superiore a qualsiasi religione, ha controbattuto la società Teosofica, un gruppo composto da membri di religione diversa. A quel punto qualsiasi discussione assennata sul rapporto era completamente svanita.

Che esista o meno una cospirazione tra le autorità e le chiese principali per colpire i movimenti religiosi periferici deve ancora essere chiarito. Quello che comunque è evidente, è il fatto che sono il governo e i commissari a difendere il rapporto. "Il rapporto è una realtà. Forniamo prove nella nostra relazione", ha dichiarato il reverendo Bernard Muindi, uno dei commissari. Il presidente Moi stesso ha dichiarato che il rapporto era in linea con altre misure che il suo governo ha intrapreso per sorvegliare da vicino quelle che ha chiamato "pratiche antisociali". Non ha spiegato quali fossero le altre azioni antisociali.

Quando è stato comunicato al pubblico, il rapporto ha suscitato le ire di alcuni commissari, come il vescovo David Njue che ha dichiarato che il rapporto era stato falsificato. Se questo è vero, allora si ricollega alla scusa avanzata dal presidente Moi nel 1996 sul motivo per cui non poteva diffondere il rapporto un anno dopo che gli era stato presentato. Allora Moi affermò che il contento 'era delicato' e che le 'implicazioni legali' potevano rivelarsi inopportune per il governo. Quella volta Moi è riuscito a rimandare le implicazioni legali, ora deve affrontare il dilemma su come trattare i gruppi 'colpevoli' in un paese dove non esiste una definizione esplicita delle pratiche demoniache.

LOGO TORNA AL SOMMARIO LOGO



I contenuti possono essere riprodotti liberamente citandone sempre la fonte. Spedire inoltre una copia dell'articolo alla redazione di Africanews.

AFRICANEWS versione italiana viene pubblicata da Amani, via Gonin 8, 20147 Milano
tel.: 02-4121011 - fax: 02-48302707 - e-mail: amani@iol.it
Con il contributo di A.I.C.O.S. e della Commissione Europea Divisione Generale Sviluppo


PeaceLink 1999