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N.22 - Gennaio 2000

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Burundi

Con la morte di Nyerere la pace s'è allontanata

di Mary Kimani

La morte dell'ex presidente della Tanzania Julius Nyerere, che è stato il mediatore dei colloqui di pace a Arusha, ha gettato un'ombra oscura sul futuro dei colloqui. Questo perché la morte è avvenuta qualche settimana prima della conclusione dei colloqui.

I colloqui di pace per il Burundi sono stati sollecitati dagli attacchi alla popolazione da parte di gruppi armati che non prendevano parte alla spartizione del potere tra partiti Hutu e Tutsi. Ciò ha richiesto un processo di pace esterno che è stato costellato di difficoltà. Due mesi prima della morte, l'ex presidente della Tanzania Julius Nyerere aveva dato voce alla sua frustrazione per l'andamento dei colloqui di pace, accusando il governo del Burundi e alcuni partiti di impiegare delle tattiche temporeggiatrici e di non essere sinceri. In questo contesto il suo decesso è percepito da molti come una campana a morto per gli accordi di pace proposti, per raggiungere i quali molti partiti sembravano restii a compiere passi concreti.

I funzionari governativi hanno continuato a essere esasperati dal protrarsi delle ostilità e delle uccisioni tra gruppi armati, e molti dei gruppi ribelli vedrebbero volentieri fallire i colloqui per avere l'opportunità di giustificare un'aggressione massiccia contro le forze governative.

Parlando da Dar es Salaam, (Tanzania), sull'impatto del decesso del mediatore sui colloqui, Jean Minani, il presidente del FRODEBU - fazione esterna, un partito a conduzione Hutu, ha detto che la morte è "una perdita" e che i Burundesi e i Tanzaniani sono stati privati di un buon leader." Ha osservato che è successo in un momento cruciale dei colloqui. "E' morto subito prima che portassimo a termine il processo, ma ora noi dobbiamo concluderlo."

Non tutti sono altrettanto convinti riguardo quello che succederà adesso che il mediatore dei colloqui è morto, e molti temono che i gruppi estremisti approfitteranno dell'accaduto per creare ancora ulteriori ostacoli. Parlando da Dar es Salaam, Joseph Karumba, il presidente del FROLINA - fazione esterna, un altro partito Hutu con rappresentanza al colloquio, ha detto: "Alcune persone potrebbero approfittare della situazione per impiegare tattiche che ritardano processo."

Questo è esattamente ciò che teme il governo, in particolare dopo il recente intensificarsi degli attacchi armati da parte dei gruppi armati. Un funzionario governativo, che ci ha parlato a condizione di rimanere anonimo, ha detto che il governo stava cercando un modo per negoziare direttamente con il braccio armato dell'FDD e in particolare con Jean Bosco Ndayikengurukiye, il suo leader effettivo. Altre parti coinvolte nelle negoziazioni per la pace in Burundi hanno spesso espresso la loro preoccupazione per l'assenza di Jean Bosco dai colloqui.

Secondo fonti indipendenti è stato creato un nuovo raggruppamento politico all'interno dello stesso Burundi, con l'obiettivo di stabilizzare l'esplosiva situazione del paese. La Convergenza Nazionale per la Pace e la Riconciliazione (Convergence nationale pour la paix et la reconciliation - CNPR), il vasto raggruppamento politico di nove partiti burundesi, è composto da UPRONA, FRODEBU (interno) e i piccoli partiti a maggioranza Tutsi RADDES, ANNADE, INKINZO, PIT, Parti Liberal, PRP e PSD, e viene visto da molti come un tentativo del presidente Pierre Buyoya di accrescere la sua autorità.

Gli osservatori fanno notare che la legittimità di Buyoya è stata seriamente logorata dall'incapacità del governo di mettere fine agli attacchi e anche dalle rappresaglie da parte dell'esercito dominato dai Tutsi sui civili innocenti. Vale la pena notare, sottolinea l'analista, che questo nuovo gruppo comprende i più piccoli partiti Tutsi che nei momenti difficili sono 'gli occhi e le orecchie' dei Tutsi, il cui appoggio è molto necessario a Buyoya per rafforzare il potere su cui poggia. Il partito FRODEBU interno, guidato da Augustin Nzojibwami, è vicino al presidente e forse sta negoziando con il CNDD - FDD per conto del governo, poiché Nzojibwami è cugino del leader del CNDD - FDD, Jean Bosco Ndayikengurukiye.

Mathias Hitimana del PRP, un sostenitore della monarchia Tutsi, intervenendo ai colloqui ha detto che lui e altri partiti di opposizione Tutsi si sarebbero ritirati dai colloqui se non si fosse portato l'FDD al tavolo delle trattative. "E' una perdita di tempo, perché se alla fine lui (Jean Bosco Ndayikengurukiye) non è d'accordo con noi," ha detto Hitimana. "Anche se firmiamo, che succede se lui non è d'accordo?" Comunque il problema dei colloqui è che i partiti raramente sono stati d'accordo su qualcosa. A luglio una precedente seduta si è conclusa nel caos, poiché i diciotto partiti erano in disaccordo sull'opportunità di includere o meno il leader ribelle dell'FDD, nato per scissione dal CNDD, tramite una trattativa separata.

Gli attacchi della fazione guidata da Jean Bosco hanno caricato di eccezionale pressione la sessione di settembre dei colloqui. "Come possiamo spiegare alla nostra popolazione, che stanno massacrando, che stiamo negoziando per la pace e che non c'è una sospensione delle ostilità?" si è chiesto Augustin Nsegimana, capo dell'INKINZO. Ha detto che la sospensione delle ostilità sottoscritta nel luglio del 1998, all'inizio delle negoziazioni, non era stata rispettata. "E' un pezzo di carta. Non c'è proprio nessuna sospensione delle ostilità," e ha aggiunto che ciò rende difficile proseguire in buona fede con i colloqui di pace.

Una dichiarazione firmata da un blocco di partiti a maggioranza Tutsi (ABASA, ANNADDE, AV-INTWARI, INKINZO, PIT, PRP, PSD) diceva che "massacri dai caratteri di genocidio" hanno ancora luogo in Burundi, e ha invitato "tutte le parti che partecipano alle negoziazioni e che vogliono la pace e non la guerra" a abbandonare i colloqui. I delegati che protestavano per il protrarsi delle violenze a luglio hanno paralizzato le negoziazioni per un giorno abbandonandole simblicamente per commemorare i morti.

La morte di Nyerere viene in seguito a una simile confusione e prima della scadenza imposta dalle potenze occidentali, che volevano vedere la firma su un accordo entro dicembre. Le grandi potenze hanno elargito quasi due milioni di dollari US a sostegno dei colloqui e si sono mostrati impazienti con l'andamento dei colloqui.

Nyerere, che aveva organizzato e incoraggiato i colloqui a partire dal luglio del 1998, era in grado di impegnare nel sostegno ai colloqui i membri del governo del Burundi e dei partiti di opposizione, cosa che un altro mediatore potrebbe non essere in grado di fare. Inoltre la Fondazione Nyerere contava sulla statura di Nyerere per raccogliere milioni di dollari. Fino all'annuncio della morte, i funzionari della fondazione hanno mantenuto il riserbo sul nome della persona che si darebbe assunta il compito quasi impossibile di contrattare per la pace tra le fazioni del Burundi in guerra, nel caso che le condizioni di Nyerere non fossero migliorate.

Molti dicono che la Fondazione Nyerere è andata troppo avanti con i colloqui perché si possa affidare il processo a un altro mediatore. "Adesso siamo molto vicini alla meta. Per ora tutto è sospeso," ha detto un funzionario della fondazione. In ogni caso i funzionari della fondazione sono convinti che il processo di pace continuerà probabilmente con Nelson Mandela al posto di Nyerere. Il rappresentante dell'ex presidente nella fondazione, il giudice Mark Bomanyi, ha detto che "non abbiamo in programma di sospendere i colloqui, abbiamo intenzione di proseguire e di concludere un reale accordo di pace."

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