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N.23 - Febbraio 2000

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Malawi

Sposerò chi voglio io!

di Brian Ligomeka

Le donne del Malawi non hanno il diritto di sposare uno straniero: lo stabiliscono le norme sulla cittadinanza che invece concedono tale diritto agli uomini. Adesso gli attivisti dei diritti umani vogliono che questa legge venga rettificata, poiché contravviene alla costituzione del paese e nega alla donna i suoi diritti.

Le donne malawiane che sposano uno straniero rischiano la perdita della cittadinanza. Potrebbero essere dichiarate apolidi se non rinunciano alla cittadinanza entro il primo anniversario del loro matrimonio. La stessa legge non vale per gli uomini malawiani che sposano una donna straniera. In ogni caso la legge è anche favorevole alle donne straniere che si fidanzano con un uomo malawiano, a differenza di ciò che succede agli uomini stranieri che sposano una donna malawiana. Il permesso di soggiorno per un uomo straniero che sposa una donna malawiana e di 650 dollari US (28.000 Kwacha del Malawi), mentre una donna straniera paga soltanto nove dollari US (400 Kwacha del Malawi).

L'attuale coordinatrice di Wilsa Malawi, Seodi White, sottolinea che le clausole della Legge sulla Cittadinanza della legislazione del Malawi stabiliscono che nel momento in cui sposa uno straniero una donna perde il diritto alla cittadinanza malawiana nel primo anniversario del matrimonio. L'atto stabilisce anche che i figli di una donna malawiana con un uomo straniero non possono essere cittadini malawiani. Seodi White indica nelle clausole una chiara infrazione dei diritti della donna, poiché si scontrano con la Costituzione, che prevede esplicitamente pari diritti per la donna.

Dice anche che la legge è balorda non solo perché contrasta con il potere legale della Costituzione, ma anche con l'articolo nove della Convenzione per l'eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne (Convention on the elimination of all forms of discrimination against women - Cedaw), che afferma: "che i soggetti garantiranno alle donne pari diritti di cambiare o mantenere le proprie nazionalità.' Seodi obietta inoltre che per quanto le donne hanno il diritto di acquisire e mantenere la cittadinanza e la nazionalità, la Costituzione del Malawi non prevede che abbiano il diritto di trasmettere la propria cittadinanza ai figli. Seodi White, che è anche un'attivista dei diritti umani, suggerisce: "penso ci sia urgente bisogno di emendare la Legge sulla cittadinanza, in modo che sia conforme ai requisiti della Costituzione del paese."

Commentando la Legge sulla cittadinanza Paul Kakhongwe, ricercatore al Centro per l'indagine sociale dell'Università del Malawi, dice che mentre ci sono state alcune riforme legali, con l'obiettivo di migliorare la condizione della donna in Malawi, l'ostacolo principale è stato che la maggioranza delle donne o non è consapevole dei suoi diritti, o non ha il potere economico, sociale o politico per mettere in atto le leggi. "Credo che la questione sia ulteriormente complicata dal fatto che la società malawiana è fondata sulla nozione del dominio e dell'autorità maschili e la complementare sottomissione femminile,' spiega Kakhongwe.

Il ricercatore sottolinea che anche se il Malawi è uno Stato moderno fondato in teoria sulle nozioni di democrazia liberale e pari diritti di tutti i cittadini, l'orientamento politico delle leggi è ancora fortemente legato al patriarcato. "La società del Malawi sostiene direttamente o indirettamente i sistemi patriarcali,' dice. Un funzionario della Commissione legislativa del Malawi dice che al momento la commissione si sta interrogando sul modo in cui emendare la Legge sulla cittadinanza per garantirne la conformità con la Costituzione del paese e con le clausole Cedaw.

Charles Kaiya, addetto stampa dell'Associazione delle donne progressiste del Malawi (Association of Progressive Women in Malawi - APW), dice che gli attivisti malawiani per i diritti umani hanno il compito cruciale di sensibilizzare le masse riguardo i loro diritti e le clausole che negano i loro diritti. Kaiya dice che APW intensificherà la sua campagna di sensibilizzazione delle donne per quanto riguarda le leggi che sono in contrasto con la Costituzione e che negano i loro diritti. "Nessun organismo che si occupa di diritti umani in questo paese sarebbe contento di sapere che una donna malawiana è stata dichiarata apolide nel momento in cui abbiamo piena coscienza che la Costituzione dà a tutti ogni genere di libertà, inclusa la libertà al matrimonio,".

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