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N.24 - Marzo 2000

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Zimbabwe

"Non ci fregate più"

di Roderick Mukumbira

Nello Zimbabwe una proposta di imposizione fiscale per sostenere la lotta all'Aids ha fatto scalpore. I contribuenti l'hanno rifiutata dichiarando che si tratta solo di un altro progetto del governo per trovare denaro di cui non renderà mai conto.

L'introduzione di una tassa del 3 per cento a sostegno della lotta contro la sindrome da immunodeficienza acquisita (Aids) dovrebbe essere la benvenuta nello Zimbabwe, un paese tra i più colpiti dal flagello dell'Aids. Tuttavia la tassa, annunciata dal Ministro delle Finanze Herbert Murerwa nel corso della presentazione del bilancio 1999-2000, ha scatenato un'ondata di proteste. I motivi della rivolta variano, da chi non vuole pagare "per la promiscuità degli altri", a chi teme che il denaro finirebbe per gonfiare le tasche di pochi alti funzionari governativi.

La maggior parte degli uomini d'affari, dei legislatori, dei lavoratori e dell'opinione pubblica ha respinto l'ipotesi della tassa anche se altri potrebbero essere favorevoli. "Il governo ha forse dichiarato che assisterà ogni famiglia colpita dalla malattia?" chiede il ventisettenne Tapfuma Mutema. "Questa è un'altra strategia usata dal governo per spremere il denaro che abbiamo guadagnato con tanta fatica". Edwin Nguma, segretario generale dell'opposizione, la National Democratic Alliance dichiara: "L'esperienza ci ha insegnato che del denaro prelevato con le tasse non viene fatto un buon uso."

Quasi tutti nello Zimbabwe, che conta una popolazione di 12 milioni di persone, hanno un membro di famiglia morto di Aids. Si ritiene che un adulto sessualmente attivo su quattro sia infetto dal virus, e il ministero della Sanità dichiara che oltre 1.000 persone muoiono tutte le settimane per affezioni collegate all'Hiv. Con valori tanto allarmanti la tassa sarebbe dovuta passare senza problemi. E qualcuno infatti vuole l'imposizione della tassa senza indugi, tuttavia le voci raccolte nei bar e per la strada indicano che la maggioranza è scontenta della proposta.

L'Aids è stato denunciato nello Zimbabwe per la prima volta nel 1985 e al governo ci sono voluti ben 13 anni per attuare un programma di prevenzione contro l'Hiv/Aids. A partire dal 1995 i lavoratori nello Zimbabwe dovevano pagare una tassa sulla siccità del 5 per cento in seguito alla siccità del 1992. La tassa è stata tolta solo nel dicembre 1997 dopo energiche proteste. Il governo l'ha sostituita immediatamente con un'altra tassa sullo sviluppo del 5 per cento, ancora più impopolare, che è stata ritirata l'anno scorso dopo le proteste del potente Congresso dei Sindacati dello Zimbabwe (Zimbabwe Congress of Trade Unions). Attualmente il governo applica una tassa del 10 per cento sui coltivatori di tabacco. Dopo le proteste dei coltivatori, il governo ha accettato di ridurre la tassa al 5 per cento nel gennaio dello scorso anno.

Nguwa afferma che se la tassa sull'Aids verrà mai introdotta, le autorità responsabili dovranno rendere tutti i chiarimenti finanziari relativi alle tasse sulla carestia/sviluppo, decadute, e quella attuale sul tabacco. Con gli 11.000 soldati implicati nel conflitto nella Repubblica Democratica del Congo, i contribuenti temono che il governo stia tentando di sollevare una cortina di fumo. Esiste il sospetto che la tassa contro l'Aids possa essere usata per finanziare la guerra. "L'esperienza ci ha insegnato che il governo ZANU-PF è bravissimo nel preparare programmi di ogni genere, fondi e programmi per aiutare i poveri e i bisognosi", dichiara John Makumbe, un analista politico locale. "Ma dopo aver raccolto il denaro se ne impadronisce nell'impunità, a beneficio dei grandi capi".

Makumbe cita il Social Dimension Fund creato per assistere i poveri nel pagamento delle rette scolastiche e ospedaliere, ma le cui casse quest'anno sono andate in bancarotta. Poi c'è la questione del fondo di compensazione delle vittime di guerra (War Victims Compensation Fund) a quanto si dice razziato da alti funzionari che si sono elargiti grandi ricompense a spese della gente che ha combattuto la guerra di liberazione dello Zimbabwe del 1963-1979. "Va da sé che pochissimi, se mai è avvenuto, dei responsabili sono stati accusati, processati e imprigionati"; spiega Makumbe. "Non è che i contribuenti non siano solidali con chi vive con la piaga dell'Aids", aggiunge, "Ma la verità della questione è che ormai la gente non ha più fiducia nel governo".

La corruzione rampante, la mancanza di trasparenza e la disonestà pura e semplice tra i politici e funzionari alti dello Zimbabwe, secondo Makumbe, offrono quasi la garanzia che molto poco della tassa del 3 per cento arriverà alle vittime dell'Aids. Persino lo Zimbabwe Aids Network (ZAN) ha sollecitato il governo a lasciar cadere la tassa. Ticharwa Masimira, presidente nazionale dello Zan, dichiara che il fondo è dovuto da tempo e dovrebbe essere finanziato con i tagli al ministero della difesa e altri settori. "Il governo avrebbe potuto ridurre il bilancio della difesa", dichiara Masimira e spiega, "è a conoscenza di tutti che sta spendendo oltre 1 miliardo di dollari nella Repubblica Democratica del Congo".

Nel bilancio 2000, la difesa ha fatto la parte del leone, 10 miliardi di dollari dello Zimbabwe (262 milioni di dollari USA), mentre per il ministero della sanità sono stati stanziati 6 miliardi di dollari locali (157 milioni di dollari USA). Tuttavia il ministro del finanze Murerwa dichiara che la tassa verrebbe usata solo per le questioni collegate all'Aids. Il fondo verrebbe creato nel Ministero della Sanità e Benessere del bambino sotto gli auspici dell'Audit and Exchequer Act (normativa del ministero del tesoro e Corte dei Conti) a garanzia di trasparenza ed affidabilità.

Murerwa dichiara che le entrate della tassa verranno usate anche per comprare medicine di base a basso costo e per i bisogni degli orfani dell'Aids. "L'Aids ha colpito l'industria e il commercio dello Zimbabwe", spiega, "Questa tassa è un primo passo per alleviare le sofferenze causate dalla malattia".

La Chiesa è tra le istituzioni che hanno accolto bene la tassa. Tuttavia le chiese dichiarano che dovrebbero beneficiare loro della tassa, dato che si sono occupate dell'epidemia prima che il governo attuasse i meccanismi di lotta alla malattia. "Questa è una nuova alba nella della lotta contro l'Aids", dice l'arcivescovo Ambrose Musiiwa della Chiesa Evangelica Luterana dello Zimbabwe. "Noi trattiamo con gli orfani e chi soffre per l'Aids conclamato viene da noi per pregare e per ricevere aiuto spirituale. Da questa tassa le chiese dovrebbero avere una percentuale al fine di sostenere quanto hanno iniziato prima che il governo prendesse in esame il problema."

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