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N.24 - Marzo 2000

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Malawi

L'accaparramento delle proprietà dei defunti

Di Brian Ligomeka

Nel Malawi esiste molta confusione per quanto riguarda l'amministrazione delle proprietà di chi decede. Molte vedove vengono espropriate dei loro diritti a causa dell'ignoranza delle leggi e per il fatto che le consuetudini tradizionali sono contro di loro.

Nella capitale commerciale del Malawi, Blantyre, un insegnante di 48 anni, Juma Matemba muore per un attacco cardiaco. Prima che il suo corpo venga prelevato dal Queen Elizabeth Hospital per la sepoltura nel villaggio natale, i parenti hanno invaso la sua casa spartendosi tutte le proprietà del defunto senza lasciare nulla alla moglie e ai figli. In mancanza di un testamento, la vedova e i figli dell'insegnante sono indifesi e hanno potuto solo versare amare lacrime assistendo alla spartizione delle loro proprietà. In Malawi uno dei campi d'intervento più difficili nella questione dei diritti delle donne riguarda l'amministrazione delle proprietà immobiliari in caso di morte del proprietario. Shernard Mazengera, avvocato impegnato nella difesa dei diritti umani, dichiara: "Uno dei problemi più comuni di violazione dei diritti umani relativo alle proprietà di chi decede e che interessa direttamente le vedove, può essere definito "accaparramento delle proprietà".

Mazengera definisce l'accaparramento una pratica in base alla quale la vedova è costretta a mettere tutte le proprietà del defunto o una grande parte, a disposizione dei parenti del marito durante la malattia o la cerimonia funebre o immediatamente dopo. Il Centre for Advice, Research and Education on Rights (CARER) (centro di consulenza, ricerca ed educazione sui diritti) un'organizzazione non governativa per i diritti umani, dichiara che oltre il 50 per cento dei casi relativi alla violazione dei diritti umani e legali di cui si occupa riguarda questioni attinenti le proprietà di chi muore.

La dottoressa Vera Chirwa, vice direttrice di Women's Voice, dichiara che è un peccato che l'accaparramento delle proprietà sia oggi pratica comune nelle aree urbane e rurali e che prosperi ignorando completamente le disposizioni della Costituzione del paese. Afferma inoltre che la Sezione 24 della Costituzione del Malawi riconosce i diritti delle donne e li considera una categoria distinta dagli altri diritti. "La Sezione 24 (2) (C) protegge le donne dalla spoliazione delle loro proprietà, comprese le proprietà ereditate", sottolinea e aggiunge "Le disposizioni costituzionali arrivano ad invalidare qualsiasi legge o pratica tradizionale che discriminino le donne coniugate." La dottoressa Chirwa osserva che le donne diventano vittime dell'accaparramento delle proprietà perché la maggioranza di loro non è a conoscenza delle disposizioni vigenti della Legge Testamentaria e (diritto) di Proprietà (Wills and Inheritance Act).

La legge dispone inoltre che, come tra le vedove, i figli e le persone direttamente a carico hanno titolo a pari quote, a meno che esistano fondati motivi che giustifichino l'abbandono di questa formula. Gli attivisti e i legali impegnati nella difesa dei diritti umani condannano alcune pratiche consuetudinarie alla base dell'accaparramento delle proprietà nel Malawi. Mazengera sottolinea che molti agiscono in tal modo in base alla formulazione della legge consuetudinaria. "Una pratica sfruttata dagli accaparratori è la "kusudzula"; secondo questa consuetudine, dopo la morte del marito la vedova deve essere purificata e divorziata. Una volta liberati da questo "divorzio", tutto cade sotto il controllo della famiglia del marito e a volte la vedova viene rimandata nella sua regione d'origine con un pugno di effetti di proprietà o spogliata di tutto."

La "Lodola" (il pagamento della dote) è un'altra consuetudine che, secondo Mazengera, viola pesantemente i diritti delle donne. In base a questa pratica, una volta pagata la lodola, un uomo possiede letteralmente la moglie e i figli. Quando il marito muore tutto ciò che possiede, moglie e figli compresi, appartiene alla sua famiglia. "E' triste osservare che quando una moglie cerca di protestare, spesso viene spogliata di tutto, compresi i figli ed è del tutto impotente e disperata", conclude Mazengera.

Emmie Chanika, direttore esecutivo del Comitato per le Libertà Civili (CILIC) spiega il problema con la povertà e l'avidità. "La povertà è una delle principali cause della pratica dell'accaparramento delle proprietà. Nella maggior parte dei casi i genitori e i parenti del defunto sostengono che il figlio era un investimento e che quindi non possono cedere le proprietà che ha lasciato. Per quanto riguarda la moglie, viene semplicemente messa da parte", conclude Chanika.

Seodi White, sostenitore dei diritti umani Wilsa Malawi sostiene che l'applicazione della legge è uno dei problemi che inaspriscono le questioni relative alla spartizione delle proprietà e dichiara che molti prendono possesso di proprietà a cui non hanno titolo e la fanno franca perché la legge è meno forte della legge consuetudinaria. "Il problema è che non esistono sanzioni punitive per chi spoglia le vedove e i figli del defunto prima che la proprietà venga spartita.". Seodi spiega inoltre che in una situazione del genere, contro gli accaparratori si puo' intraprendere un'azione civile. Osserva però che un'azione civile in questi casi deve seguire delle procedure difficili. Ci si deve rivolgere a "Letters of Administration" che è l'autorità riconosciuta in questi casi.

Seodi White tuttavia afferma che nel Malawi la maggioranza dei cittadini non è a conoscenza di questa procedura e non può permettersi di pagare avvocati che li rappresentino. A causa di questa situazione la maggior parte delle proprietà finisce per essere amministrata dall'Administrator General, un ufficio creato da una legge del Parlamento allo scopo di amministrare le proprietà di questa natura. Anche l'amministrazione di una proprietà appartenuta a un defunto da parte dell'Administrator General ha i suoi problemi. Nei distretti dove l'Administrator General non ha una sede, l'ufficio del Funzionario di Distretto è l'agente per la distribuzione delle proprietà. Questo spesso causa problemi e confusione, specialmente per le vedove.

"Mio marito è morto un anno fa. Quasi tutti i mesi viaggio fino al distretto di origine di mio marito per controllare se la proprietà è pronta per essere distribuita. A dir la verità, sono stanca di sentirmi dire "Torni il mese prossimo", si lamenta la signora Maseko del distetto di Mulanje, nel Malawi meridionale. Dereck Chimombo, un giovane di 22 anni che ha perso il padre due anni fa, si lamenta dei ritardi burocratici che ha sperimentato. "Accoppiata al problema dei ritardi è la clamorosa inefficienza e cattiva amministrazione dimostrate dai responsabili", dichiara Dereck spiegando che delle persone sono state vittima della perdita delle pratiche e conseguente perdita dei beni destinati ai beneficiari.

La corruzione dei funzionari si va ad aggiungere al dolore delle vedove che si rivolgono all'ufficio dell'Administrator General per i loro diritti. Molte si sono lamentate della corruzione dei funzionari all'origine della sparizione delle pratiche o della non applicazione della legge contro gli accaparratori di proprietà che corrompono i funzionari in modo che le decisioni siano a loro favore. Questi problemi hanno creato una situazione di incertezza per le vedove e lede la possibilità di godimento dei loro diritti.

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