MalawiLicenziate i deputati fannullonidi Brian Ligomeka
Charles Masinga, presidente di una sezione e grande sostenitore del partito al governo in Malawi, il Fronte democratico unito, nel collegio elettorale di Mulanje ovest, è una persona frustrata. "La causa della mia frustrazione è la nostra deputata. Da quando l'abbiamo eletta non ha mai messo piede nel villaggio. Tutte le promesse che ha fatto durante la campagna per l'elezione al parlamento sono soltanto un mucchio di bugie. E' soltanto una bugiarda," si lamenta Masinga. E' uno delle migliaia di elettori del collegio di Mulanje ovest che si lamentano che il loro rappresentante in parlamento sia apparentemente ininfluente. Nonostante le proteste degli elettori, non c'è niente che possano fare per revocare il mandato del loro parlamentare. La ragione è che l'articolo 64 della Costituzione del Malawi, che dava agli elettori il potere di revocare il mandato a un deputato che non mantiene le promesse, è stato cassato dalla Costituzione nel 1995. Ma cinque anni dopo che l'articolo venisse abrogato dal parlamento, il mandato dei legislatori che non sono all'altezza delle aspettative dei loro elettori rischia di essere revocato, se una campagna avviata dal secondo gruppo confessionale del Malawi, la Chiesa presbiteriana centroafricana, dà i suoi frutti. Il sinodo livingstoniano della Chiesa presbiteriana centroafricana dice che farà forti pressioni perché sia reintrodotta la clausola costituzionale che dà agli elettori il diritto di revocare il mandato dei deputati che hanno eletto. Il segretario generale del sinodo Overtone Mazunda dice che l'abrogazione nel 1995 da parte della Corte suprema dell'articolo 65 della legislazione è stata immotivata. "Nel corso della stesura dell'attuale Costituzione siamo stati consultati. Ma quando l'articolo sessantaquattro della Costituzione è stato cassato, non siamo mai stati interpellati. Come chiesa ci sentiamo imbrogliati," dice Mazunda. Spiega poi che se il parlamento può cassare alcune clausole, ci sono alcune sezioni per le quali è necessaria una consultazione elettorale. "L'articolo 64 dava all'elettorato il potere di revocare il mandato del proprio deputato che si fosse mostrato inefficiente. Questo era stato concordato con la popolazione quando è stata stesa la Costituzione. Invece i parlamentari stessi hanno cassato l'articolo a proprio vantaggio, derubando l'elettorato del suo potere senza consultarlo,". Il sinodo aveva già cominciato a fare girare l'idea tra altre organizzazioni ecclesiastiche, organizzazioni non governative per i diritti umani e la Commissione legislativa sovvenzionata dal governo. L'Istituto del Malawi per le questioni della democrazia (Malawi Institute for Democratic Affairs - Midea) promette di allearsi con la chiesa nel fare pressioni per la reintroduzione di quella parte della legislazione. Il direttore esecutivo di Midea, Shyley Kondowe, dice: "Assisteremo i nostri colleghi che sostengono la reintroduzione di questo articolo. Nei fatti abbiamo cercato di sostenere la stessa cosa nel corso degli ultimi tre anni, ma non c'era spazio per un dibattito." Ollen Mwaulunju, direttore esecutivo del Centro per i diritti umani e la riabilitazione, con sede a Lilongwe, dà il pieno supporto a questi nuovi sviluppi. Dice che la mossa introdurrà un senso di responsabilità e metterà duramente al lavoro un buon numero di parlamentari. "Senza codice di condotta né limite di servizio, questi deputati sono liberi di fare ciò che vogliono perché non devono rispondere a nessuno. Possono rimanere cinque anni senza lavorare in alcun modo per lo sviluppo dei propri collegi elettorali, e nessuno li può denunciare. Noi vogliamo che debbano rispondere a chi gli dà impiego (l'elettorato),". Mentre alcuni membri del parlamento si oppongono con forza alla reintroduzione dell'articolo, Louis Chimango, ex professore di legge all'università e parlamentare eletto per Lilongwe Mpenu, dice che come individuo accetterà l'opinione della popolazione in proposito: "Lasciate che ci espongano la questione, in maniera che la si possa discutere; comunque, al fondo, rispetto l'opinione della popolazione in proposito,". Uno degli analisti politici principali del paese, Horace Somanje, oltre a reinserire l'articolo 64, propone di tenere un congresso che riveda tutta la Costituzione. E spiega: "Le leggi dovrebbero essere attentamente soppesate per chiudere tutte le maglie di cui alcuni individui potrebbero approfittare." Somanje descrive l'attuale Costituzione del Malawi, nata nel 1994, quando il paese ha ufficialmente compiuto la transizione da un sistema di governo a partito unico a un sistema pluripartitico, come una "collezione di segmenti delle Costituzioni di altre società di tradizione pluralistica, assemblata in fretta per andare incontro alla scadenza delle elezioni generali pluripartitiche di quell'anno." Il parlamento ha cassato la legislazione nel 1995, in seguito al crollo del governo di coalizione di breve durata tra il Fronte democratico unito (United democratic front - Udf) al potere, e l'Alleanza per la democrazia (Alliance for democracy - Aford) all'opposizione. I membri dell'Aford cui erano stati conferiti incarichi ministeriali si sono rifiutati di dare le dimissioni sia dalla carica di Ministro che da quella di rappresentante di partito, nonostante l'appello del presidente del partito Chakufwa Chihana a farlo. L'Udf, al potere, ha difeso la mossa, sostenendo che i membri dell'Aford avevano il diritto di rimanere sia nel gabinetto che in parlamento, negli interessi dell'unità nazionale. D'altra parte l'opposizione ha contestato la mossa, sostenendo che l'articolo 65 della Costituzione dà mandato al Presidente della Camera di dichiarare vacante il seggio di ogni membro dell'Assemblea nazionale che all'epoca della sua elezione era membro di un partito politico rappresentato nell'Assemblea nazionale. La società civile ha sempre protestato per alcune leggi della Costituzione che era necessario rivedere, poiché favorivano alcuni malawiani e non altri. Con il crescere della pressione a opera dei gruppi religiosi e dei diritti umani, Charles Masinga e molti altri malawiani vedono dei barlumi di speranza alla fine del tunnel, per cui un giorno, potranno revocare il mandato ai parlamentari inefficienti.
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