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N.26 - Maggio 2000

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Zambia

Un giudice abroga una legge opprimente

di Newton Sibanda

Con un tratto di penna un giudice in Zambia ha eliminato le punizioni corporali in tutto il paese. Sarà l'inizio della fine per molte altre leggi arcaiche del paese?

Una decisione storica della corte suprema ha rallegrato gli attivisti per i diritti umani oltre che molte altre persone. Per molti di questi gruppi la sentenza che abroga le punizioni corporali è una vittoria dei diritti umani. La sentenza è il risultato di un ricorso che l'Associazione zambiana per la giurisprudenza (Law association of Zambia - Laz), tramite Henry Chanda, ha intrapreso contro la decisione del giudice ordinario di condannare alla sentenza di dieci colpi di verga un ragazzo diciannovenne di Lusaka, accusato di avere causato danni intenzionali al patrimonio. Nelle sue motivazioni per il ricorso, Chanda ha sostenuto che la sentenza di dieci colpi di verga è troppo brutale, inumana e barbara. Ha definito questa punizione, che veniva inflitta alla persona nera, un'eredità del passato coloniale: nessuna corte ha mai imposto una punizione corporale a una persona bianca. Emettendo la sentenza il giudice Chulu ha detto che le punizioni corporali sono sbagliate per principio, e ha ordinato che venissero cassate dalla legislazione quelle parti del codice penale che le permettono.

Secondo una ricerca locale condotta nel 1998 dalla Rete interafricana per i diritti umani e lo sviluppo (Inter-African network for human rights and development - Afronet), un gruppo che si occupa di diritti umani, la legge conferisce il diritto di imporre questa sentenza alle corti locali, ma molti giudici delle corti locali avevano sostenuto di non avere inflitto questa punizione, e si erano trovati d'accordo nel ritenerla inumana e degradante. La ricerca ha inoltre rivelato che esiste una disposizione secondo la quale una persona condannata a una punizione corporale deve essere detenuta in attesa che la sentenza venga confermata. Tecnicamente questa disposizione costituisce una punizione doppia per un solo reato.

Il giudice Chibesakunda ha inoltre affermato che l'articolo quindici della Costituzione della Zambia protegge ogni persona da trattamenti inumani, e non ci sono disposizioni di deroga o condizioni che fanno eccezione. Ha detto che le vergate inflitte come punizioni corporali contraddicono quindi lo spirito dell'articolo quindici della Costituzione repubblicana.

Il presidente della Law Association, George Kunda ha definito la decisione della corte suprema un buon passo per la Zambia. "E' un buon passo che mostra che ci stiamo muovendo con i tempi." e ha fatto appello al parlamento perché emendi il codice penale e elimini le disposizioni che sono in conflitto con ciò che dice la Costituzione repubblicana sulle punizioni corporali.

Il coordinatore nazionale della rete di Ong per i diritti umani dell'Africa del Sud (Southern African human rights Ngo network - Sahringon), Rinos Simbulo, ha detto che la maggior parte dei paesi sviluppati ha eliminato le punizioni corporali. Simbulo ha sottolineato che le punizioni corporali non riformano i criminali, mettendoli invece su una strada senza ritorno. Ha anche citato la legislazione sull'ordine pubblico e quella sui minorenni tra le norme che devono essere riviste. Il suo suggerimento alle autorità è di andare verso un coinvolgimento dei criminali in progetti per la comunità, in modo che si sentano parte della società. Il Gruppo indipendente per il monitoraggio in Zambia (Zambia independent monitoring team - Zimt) dice che quella sulle punizioni corporali era una cattiva legge, promulgata dai dominatori coloniali (gli inglesi), e che i colonialisti, che non avevano alcun riguardo per i diritti umani dei neri, applicavano la legge contro gli schiavi.

Il presidente Chiluba ha promesso che il codice penale verrà emendato per fare sì che siano previste sanzioni non detentive per i reati minori ha dichiarato che anche la leche riguarda l'assistenza legale e quella sui professionisti verrà emendata, per includere delle clausole che inducano gli avvocati che lavorano per studi privati e quelli che lavorano per il governo a farsi carico delle persone che non possono permettersi le spese legali. Ha detto infine che obiettivo di queste misure è l'accelerazione del funzionamento della giustizia, e che la nuova legge permetterà di condannare coloro che verranno trovati colpevoli di reati minori a lavorare per la comunità piuttosto che alla detenzione. Insomma una ventata di aria nuova e pulita sembra essere entrata nella polverosa e arcaica giustizia zambiana.

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