Guinea EquatorialeDall'erba al petroliodi Amos Safo
Nel 1992 la Guinea Equatoriale era un piccolo paese con una popolazione di mezzo milione di abitanti era ufficialmente uno dei più piccoli e poveri del mondo, con un reddito pro capite di solo 330 dollari e nessuna produzione petrolifera. L'ex colonia spagnola comprende l'enclave maggiore di Rio Muni, le lontane isole di Bioko e Annonbo, quelle vicine alla costa di Corisco, Elobey Grande, Elobey Chico e altre piccole isole costiere. Come molti paesi impoveriti, dipendeva da prestiti e aiuti dalla comunità dei donatori. Ma, e questo è un "ma" ottimistico, in quello stesso anno (1992) le fortune di questo piccolo paese cambiarono in meglio. La società Walter International avviò un modesto sviluppo dell'Alba Gas facendo entrare la Guinea Equatoriale nell'era petrolifera. Da quel momento non si è tornati più indietro. La produzione si è sviluppata fino agli attuali 100.000 barili al giorno ed oltre, con la prospettiva di un ulteriore incremento grazie alle nuove scoperte che comprendono il giacimento. La Ceiba di Triton che ha dimostrato, nell'ottobre scorso, di possedere una potenzialità di 12.000 barili al giorno. Cristobal Manana, Ministro delle Risorse Minerarie e dell'Energia afferma che la Guinea Equatoriale è diventata un produttore consolidato di petrolio in Africa Occidentale e gode della crescita economica più rapida del Continente. Ad Accra, in occasione della 5a Conferenza ed Esposizione sui Combustibili Fossili 2000, tenutasi recentemente, il Ministro ha presentato un documento intitolato "Stimolare lo sviluppo economico nazionale attraverso lo sviluppo dell'industria petrolifera in Guinea Equatoriale". La Conferenza di quest'anno è stata organizzata congiuntamente dalla Ghana National Petroleum Corporation e dalla Conferenza sul Commercio e Sviluppo delle Nazioni Unite (UNCTAD). Il tema della Conferenza è stato: "L'Africa, la provincia petrolifera del ventunesimo secolo". E non poteva essere più appropriato nel momento in cui l'Africa occidentale attrae l'attenzione mondiale come produttore petrolifero. I vari intervenuti hanno sottolineato l'esistenza di un grande potenziale sottomarino, indicando nel Golfo di Guinea i maggiori depositi. Il Golfo di Guinea contribuisce sempre di più alla produzione petrolifera mondiale, raggiungendo nel 1999 una percentuale di circa il 6% del suo totale. Nel contesto della produzione petrolifera regionale, la Guinea Equatoriale, se confrontata con paesi come la Nigeria, l'Angola, il Gabon ed il Camerun, è da considerarsi tuttora un piccolo produttore la cui produzione però è in forte crescita. Con le ultime scoperte in Guinea Equatoriale, Camerun e Costa d'Avorio gli ultimi due anni hanno visto un'attività petrolifera molto intensa in Africa Occidentale mentre, secondo alcuni rapporti letti alla Conferenza, esistono grandi potenzialità anche nella regione della Cassamance in Senegal. Nella regione la scoperta del petrolio è diventata una sorta di orgoglio nazionale, determinando in misura notevole la posizione dei rispettivi singoli Stati negli affari internazionali e spingendo diversi paesi in via di sviluppo ad investire enormi somme nel settore. In Guinea Equatoriale il successo del petrolio non ha solo provocato la spinta della sua economia, ma ha anche fatto sì che attirasse su di essa l'attenzione mondiale. Il Ministro Manana ha affermato che la produzione ha già raggiunto una dimensione tale da influenzare gli indicatori macroeconomici del paese, aggiungendo che il PIL sta crescendo velocemente (del 71% nel 1998, contro un 22% nel 1997) e che il valore delle esportazioni di petrolio avrebbe superato nel 1999 i 500 milioni di dollari (oltre 1000 miliardi di lire) contro i circa 50 milioni del 1990. Lo stesso Ministro ha aggiunto che al momento sono autorizzate ad operare le cinque Società CMS Oil & Gas, Ocean Energy, Mobil, Elf e Triton mentre sono in corso trattative con altre tre Società. Ci si aspetta che nei prossimi cinque anni l'investimento di capitale nel settore petrolifero in Guinea Equatoriale superi i cinque miliardi di dollari per raggiungere una produzione che potrebbe superare i 300.000 barili al giorno con riserve accertate nell'ordine degli 800 milioni di barili. Sempre secondo il Ministro un'importante caratteristica dello sviluppo economico del paese consiste nel fatto che gran parte dell'attività economica rimane in mani private portando allo Stato benefici relativamente modesti. Va anche detto che le recenti fortune economiche non sono state del tutto indolori, poiché, sempre secondo il Ministro, la ricerca petrolifera ha messo molto sotto pressione le infrastrutture del paese e sebbene siano state individuate delle misure a hoc, si devono ancora avviare progetti di lungo periodo per migliorare lo stato delle cose. Sebbene una percentuale consistente della produzione petrolifera mondiale provenga dall'Africa, solo una piccola quantità di questa è destinata al consumo locale. Le statistiche indicano che l'Africa è ben dotata di riserve di petrolio e di gas, le quali ammontano rispettivamente a circa il 10% della produzione mondiale del primo e a circa il 6,4% del secondo. Ma purtroppo, nonostante abbia una produzione significativa gli esperti affermano che consuma solo il 3% di ciò che produce. Il resto è trasportato altrove e viene usato per creare ricchezza nel resto del mondo per il fatto che il Continente soffre di un basso PIL e livello di industrializzazione.
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