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N.28 - Luglio 2000

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Sud Africa

Sotto controllo le sette pericolose

Di James Brew

Le autorità, i teologi e gli psicologi sorvegliano con attenzione i culti che stanno lentamente prendendo piede nella società e sono penetrati persino in istituzioni educative d'alto livello. I giovani lontani da casa diventano facili prede dei predicatori.

Le autorità in Sud Africa stanno in guardia e sono attente ad identificare ogni segnale d'apparizione di culti apocalittici, che, come in Uganda, si prefiggono di predire la fine del mondo.

La polizia, nella provincia dell'Eastern Cape, tiene d'occhio l'attività della leader di un gruppo fanatico, Nokulunga Fiphaza, una trentenne disoccupata che si dice vivesse e lavorasse in passato a Johannesburg, la capitale economica del Sud Africa. Costei, ad Umtata, nella Provincia dell'Eastern Cape, ha predicato ai suoi sudditi che il mondo finirà presto! In risposta all'avvertimento un centinaio di membri del gruppo ha smesso di lavorare, ha tenuto a casa i bambini da scuola, sostenendo che la "seconda venuta di Gesù Cristo" e il "giorno del giudizio" erano imminenti. La setta trae le sue origini da un villaggio chiamato Corhana, diversi chilometri da Umtata; da Cohrana si è spostata a Umtata quando il locale capo villaggio l'ha cacciata per via delle sue credenze.

Il mese scorso, a Pasqua, un centinaio di membri della setta si è barricato all'interno della loro chiesa dal tetto di lamiera, in attesa del ritorno di Gesù Cristo! I membri avevano venduto i loro beni, compreso il mobilio e il bestiame, prima di spostarsi ad Umtata dove vennero ricevuti dalla comunità di abusivi del campo Mandela che chiese loro di fare donazioni in denaro per "ripulirsi" di malattie e peccati, prima di proseguire per la loro destinazione finale.

Secondo Fiphaza la loro è una chiesa di Dio che non appartiene ad alcun singolo individuo e non ha alcun bisogno di avere un nome. Sempre Fiphaza avrebbe dichiarato che chiunque è libero di aderire alla chiesa a condizione che ne rispetti le decisioni. Il portavoce della polizia, Nondumiso Japhta, ha affermato di essere al corrente del culto di suicidio di massa manifestatosi in Uganda e che a suo modo di vedere le attività del gruppo di Umtata sono simili a quelle ugandesi dal momento che la maggioranza dei membri aderenti sembra accettare supinamente i leader del gruppo e la disciplina che impongono. Un ricercatore nell'ambito dei culti religiosi, Tony Kantor, ha affermato di non essere sorpreso dall'apparire di un culto del genere in Sud Africa dal momento che sempre più gente cerca chiese indipendenti, sperando di trovare un aiuto alla soluzione dei propri problemi economici e della sfera personale.

Kantor ha preannunziato che il peggio deve ancora arrivare dal momento che la cultura tradizionale è stata intaccata da quella occidentale che non fornisce però risposte ai problemi che affliggono la maggioranza dei neri. In Sud Africa molte chiese che si sono attenute ai dettami cristiani, negli anni passati hanno però integrato nella loro dottrina aspetti tradizionali. Le autorità universitarie, i teologi e perfino le famiglie stesse sono preoccupati dalla presenza di controverse chiese internazionali, messe al bando da diverse università inglesi e americane per le loro tattiche di lavaggio del cervello, aggressivo proselitismo, richiesta di denaro e divisione delle famiglie. Queste chiese reclutano giovani facilmente influenzabili presso istituzioni accademiche a Città del Capo. L'ICC, da non confondersi con la leader Chiesa di Cristo che ha diverse congregazioni in Sud Africa, viene accusata da più parti, compresi gli specialisti di psicoterapia, di esercitare forti pressioni sulla gente, di tattiche manipolatrici che certamente non si addicono ai suoi propositi religiosi e caritatevoli.

Le Chiese Internazionali di Cristo sono messe al bando da almeno una università sudafricana, quella di Città del Capo e sono oggetto di indagini da parte di altre, sulla base di crescenti lamentele da parte di ex studenti e non, genitori, psicologi e organizzazioni cattoliche tradizionali. Wilma Jakobs, portavoce per gli affari religiosi dell'Università di Città del Capo ha confermato che l'intenzione dell'ICC di diventare una organizzazione ufficiale del campus è stata vigorosamente bloccata dall'intervento di genitori allarmati, studenti, personale dell'Università e teologi. Membri della YMCA, l'associazione dei giovani cristiani dell'Università di Città del Capo, hanno denunciato l'anno scorso le attività dell'ICC, ma sono stati importunati da adepti dell'ICC stessa quando l'hanno fatto, ad un incontro dell'organizzazione. Anche l'Università Rand Afrikaans di Johannesburg ha bandito l'ICC nel 1999 a seguito delle proteste.

Il Cappellano dell'Università di Pretoria, Willem Nicol afferma che l'ICC deve essere denunciata e che non l'hanno messa al bando semplicemente per non permettere loro di farsi troppa pubblicità e aggiunge che bisogna stare in guardia perché diffondono un culto pericoloso ed ai giovani va fornita protezione in quanto una volta entrati nell'organizzazione non è più dato loro modo di uscirne. Jan Grobler, Direttore del Centro per il Culto e Evangelizzazione di Edleen nel Gauteng ha messo in guardia i genitori invitandoli a prestare la massima attenzione verso i propri figli che frequentano le scuole superiori o l'Università qualora sviluppino improvviso interesse per il fondamentalismo cristiano.

Grobler ha detto che: "l'ICC colpisce i soggetti più vulnerabili, lontani per la prima volta da casa, magari soli, senza amici, che si sentono sotto pressione, depressi o alla ricerca di un interesse, di risposte a quesiti esistenziali." Aggiungendo che la situazione è di questi tempi particolarmente seria, considerando la tragedia che ha visto morire in Uganda circa novecento adepti della setta del Giudizio Universale e per il fatto che nel mondo, in occasione del nuovo Millennio, si è verificato un incremento del sorgere di nuovi culti. "L'ICC", prosegue, "è molto di più di una chiesa degli allegri battimani, è sinistra e pericolosa." Mentre "l'evangelista" Werner Vos, il ventiseienne leader dell'ICC di Città del Capo, studente di lingua Xhosa all'UCT, ha ammesso che alcuni adepti sono stati feriti e lasciati senza soccorso da altri compagni e che sono stati commessi alcuni errori.

Vos ha poi affermato che il numero degli adepti a Città del Capo è cresciuto dal 1995 da quaranta a centosessanta, aggiungendo che però il reclutamento è diventato difficile negli ultimi tempi.

Il numero di adepti sudafricani dell'ICC ammonta a circa centosessanta persone, mentre a livello internazionale si superano le duemila unità. Vos ha aggiunto che il proselitismo, il pagamento forzato di denaro, il battesimo ed il matrimonio sono regole obbligatorie solo per gli adepti, non ottemperando le quali si è condannati all'Inferno.

All'inizio Vos ha negato di ripromettersi di convertire ad ogni costo degli sconosciuti e di avvicinare viceversa solo amici e vicini, ma in seguito ha ammesso che egli spesso converte chi gli capita e quando gli capita, semplicemente salutando e chiedendo alle persone incontrate se vogliono studiare la Bibbia insieme a lui. Egli ha detto che l'ICC vede l'omosessualità come un peccato, così come il fumo, il divorzio (eccetto che, nell'accezione biblica, quando il partner è adultero), l'ubriachezza, l'uso di droga, il sesso fuori dal matrimonio e la mancanza di devozione a Dio. Aggiungendo che si va all'Inferno se si pecca, che non esistono compromessi, che loro predicano semplicemente questo ed i mezzi di comunicazione internazionali mentono su di loro che sono l'unica chiesa che predica la Bibbia, mentre tutte le altre chiese come quella cattolica o la riformata olandese sbagliano non conoscendo la Bibbia e non essendo cristiani biblici come loro.

La dottoressa Riennie Venter, una psicologa dell'Università del Sud Africa a Pretoria che ha fatto un dottorato sulle tecniche di controllo delle menti altrui usate dalle sette, ha detto che l'ICC sta diventando un pericolo sempre maggiore in Sud Africa e di avere diversi suoi membri in cura, gente che si è rovinata la vita e ha distrutto le proprie famiglie. Una di queste pazienti, dopo essere entrata nell'ICC, ha sviluppato sintomi correlati a seri problemi nell'assunzione di cibo e anoressia così come pure timidezza patologica, è stata fortemente traumatizzata dall'essere stata accusata dagli adepti del fatto che i problemi fisici che aveva sviluppato erano gravi peccati e per via di questi cosiddetti peccati era stata espulsa. Un portavoce dell'ICC infine ha confermato che qualsiasi cosa danneggi il corpo è da considerarsi un peccato!

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