ZambiaÈ utile fare una diga?di Charles Mubambe
Una massiccia operazione condotta quarant'anni fa, che portò al trasferimento di migliaia di persone e di fauna protetta per aprire la via alla costruzione della diga del lago di Kariba, è attualmente materia di studio al fine di trovare dei rimedi ai danni causati dall'operazione stessa, soprattutto allontanando intere popolazioni dall'area del bacino artificiale. Lo studio della Commissione Mondiale sulle Dighe (WCD) si collega ed è il risultato di una decisione presa nel 1956 dai Governi di minoranza bianca della Rhodesia del Nord (ora Zambia), della Rhodesia del Sud (ora Zimbabwe) e del Nyasaland (ora Malawi) di costruire una diga sullo Zambesi, sotto Victoria Falls, a Kariba. Lo scopo principale era quello di produrre energia idroelettrica per favorire lo sviluppo della Provincia del Copperbelt (cintura del rame) dello Zambia. Ma, mentre l'energia prodotta ha beneficiato le economie dello Zambia e dello Zimbabwe, così come gli abitanti delle città le cui case ricevono corrente elettrica, il gruppo etnico dei Tonga ha pagato il costo maggiore di tutto ciò con il trasferimento di più di cinquantamila suoi componenti. In molti casi il trasferimento è stato coatto e molti ritengono che le condizioni di vita delle persone dislocate si siano deteriorate in modo significativo, in seguito al loro spostamento. Inoltre il riempimento del bacino ha fatto migrare parecchi animali selvatici, molti dei quali sono stati trasferiti in nuove riserve, tramite la molto pubblicizzata operazione Noè. Elefanti, leoni ed altri animali, minacciati dall'inondazione, furono spostati in nuove riserve di caccia. La WCD sta studiando la diga di Kariba e tutti gli aspetti relativi al bacino del fiume Zambesi. Studia la storia del trasferimento di popolazioni intorno a Kariba, così come recenti iniziative dell'Autorità fluviale dello Zambesi (ZRA), comproprietà dei governi di Zimbabwe e Zambia, prese per riparare ai danni causati dallo spostamento forzato di popolazioni. Altri aspetti oggetto dello studio sono di ordine socio-ambientale ed includono l'impatto della diga sulla pesca e le disponibilità alimentari nei due paesi senza sbocchi sul mare; le perdite di flora e fauna e l'effetto della diga sulla salute delle comunità rivierasche. In particolare si prospetta l'idea che la diga abbia fatto diminuire l'incidenza di alcune malattie, aumentando quella di altre. La WCD è un ente indipendente composto da 12 commissari internazionali che rappresentano i diversi aspetti tecnici problematici all'interno del dibattito globale sulle grandi dighe. Il mandato della Commissione è di rivedere la filosofia di sviluppo delle grandi dighe e cercare alternative per l'acquisizione di risorse idriche e lo sviluppo energetico in un contesto globale. Inoltre il mandato riguarda l'individuazione di criteri internazionalmente accettabili, linee guida e standards (quando necessario) per la pianificazione, progettazione e studio, costruzione, gestione, monitoraggio e dismissione delle dighe. Il professor Kader Asmal, presidente della WCD, e Ministro delle risorse idriche e foreste del Sud Africa ha affermato che la costruzione di una diga è spesso la singola decisione più importante che viene presa da un Paese nell'arco di quaranta o cinquant'anni e che una simile diga può venire a costare miliardi di dollari presi a prestito, mentre la decisione di mettervi mano si basa sostanzialmente su pianificazioni e proiezioni non sempre molto affidabili. Comprendere se e come tali pianificazioni si siano dimostrate valide o meno aiuterà la WCD a formulare delle linee guida che mirino a stabilire come la pianificazione debba essere condotta meglio nel futuro. Lo studio WCD di Kariba esaminerà anche i costi/ benefici di lungo termine legati ad un investimento in una grossa diga finalizzato allo sfruttamento di una materia prima (il rame). La spinta all'estrazione fece infatti dello Zambia uno dei paesi africani più promettenti sia nella fase precedente che seguente l'indipendenza. Il segretario generale della WCD, Achim Steiner, aggiunge che un altro interessante aspetto di Kariba consiste nell'opportunità di studiare una diga co-gestita da due governi ed un bacino fluviale condiviso da otto Paesi. E' questo genere di cooperazione infatti che offre alla WCD gli spunti e gli insegnamenti più preziosi per guidare le scelte e le decisioni relative alle dighe del futuro. Un altro impatto economico allo studio sarà quello del turismo, dal momento che Kariba da questo punto di vista è assai importante. Per esempio, più di diecimila persone hanno visitato la diga nel settembre '98 per ammirare tre delle bocche di scarico aperte per trenta minuti! La diga di Kariba, che è l'unico studio di caso in Africa della WCD, fa parte di uno dei dieci studi di dighe su importanti bacini fluviali del mondo intrapresi dalla Commissione della WCD in preparazione del proprio rapporto finale di fine giugno 2000. Il rapporto provvederà un quadro di riferimento per future decisioni su nuove dighe che compendierà tutte le questioni più spinose e cruciali al centro dei dibattiti sullo sviluppo sostenibile. Comunque il lavoro della Commissione non ha carattere o natura giudiziale e non è destinato quindi a dirimere le dispute correlate alle dighe. Il rapporto finale della WCD sarà costituito dagli stessi casi di studio che illustreranno tutti gli spunti acquisiti in merito alla miriade di impatti, positivi e negativi, che le dighe hanno sulle popolazioni, l'ambiente e l'economia. La diga di Kariba, completata nel 1959, offre quarant'anni di ben documentata esperienza dalla quale si possono trarre preziose lezioni per il futuro. Essa è costruita su di un bacino fluviale che interessa qualcosa come otto paesi ed è la sola fra i casi di studio WCD ad essere internazionalmente condivisa e, secondo la WCD, dal momento che esistono nel mondo più di duecento corsi d'acqua condivisi, di cui oltre cinquanta in Africa, Kariba è un esempio unico da utilizzare per illustrare i problemi associati allo sfruttamento di fiumi condivisi. La forza dello Zambesi, lungo 2650 chilometri, è leggendaria; taglia una fascia di territorio, attraverso il continente africano, che va dall'Angola che s'affaccia sull'Atlantico, fino al Mozambico sull'Oceano Indiano e lungo il suo percorso traccia il confine fra lo Zambia e lo Zimbabwe, senza sbocchi sul mare. Lo Zambesi comunque è conosciuto soprattutto per il suo salto di centosette metri alle cascate Vittoria!
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