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N.2 - Aprile 1998

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Sud Africa

Le miniere d'oro ora sono colme di problemi

di James Brew

Un'era brillante è ormai tramontata. James Brew osserva che dopo la caduta del prezzo dell'oro, gli economisti sudafricani prevedono un ulteriore declino dei prezzi nel corso dei prossimi mesi.

Sull'onda del recente crollo dei prezzi, il costo di un'oncia d'oro ha toccato il minimo registrato negli ultimi 18 anni, meno di 290 dollari USA. Gli esperti prevedono la chiusura di alcune miniere e che, per l'effetto onda, tutta l'economia in generale ne risentirà. E' stato calcolato che per ogni 10 dollari Usa di caduta del prezzo dell'oro, la perdita in reddito ed entrate in valuta ammonta a 770 milioni di Rand (circa 300 miliardi di lire).

Sebbene la richiesta d'oro sia forte - il World Gold Council dichiara che, l'anno passato, la domanda è stata superiore dell'11% rispetto al 1996 - la caduta dei prezzi ha seguito l'impulso produttivo delle società australiane, canadesi e americane. All'aumento della produzione dell'oro hanno contribuito anche le modeste, ma sempre più numerose miniere d'oro in altri paesi africani, come il Burkina Faso, il Ghana e il Mali.

Da quando a metà anni '80 il Ghana ha deciso la deregulation del settore minerario, le esportazioni dell'oro sono diventate la prima voce produttiva dell'economia nazionale. Nonostante la riduzione delle imposte sui redditi minerari, il governo continua a riscuotere grandi profitti. Lo sviluppo dell'industria dell'oro ha svolto un ruolo importante nella recente crescita economica del Ghana.

Un altro fattore che ha influenzato il prezzo dell'oro è stata la vendita delle riserve auree delle banche centrali svizzera e australiana. I minori tassi inflattivi mondiali sembrano aver eroso il ruolo tradizionale dell'oro di garanzia contro le incertezze economiche.

Altre banche centrali prestano una parte della propria riserva aurea agli operatori minerari e dell'industria dei gioielli, a un interesse del due per cento annuale. Per gli operatori minerari questo significa disporre dell'oro a un prezzo relativamente contenuto e con breve preavviso, finché le scorte vengono ricostituite con la loro produzione; i gioiellieri riescono a soddisfare la domanda stagionale d'oro.

L'economista Nick Smith sostiene che i sudafricani stanno ancora sfruttando la prima vena scoperta verso il 1880. I minatori spesso impiegano anche due ore a scendere dalla superficie alla vena a tre chilometri nel ventre della terra. La maggior parte dell'oro australiano invece giace proprio sotto la superficie, pronto ad essere raccolto con poco più di un piccone e una pala.

In Sud Africa ci sono 20 miniere importanti e almeno 12 di queste attualmente incontrano difficoltà ad operare sotto costo. Il costo di operatività medio attuale per produrre un chilo d'oro è di 45.000 Rand (9.000 dollari USA), mentre il prezzo di rendimento è di circa 50.000 Rand (10.000 $ USA). Negli anni '80 le miniere sudafricane erano i produttori dai costi più bassi del mondo, ora sono tra i più cari.

Purtroppo il governo ha sprecato innumerevoli miliardi per mantenere l'apartheid. Oggi, proprio quando il governo sta cercando di riparare una serie impressionante di questioni sociali irrisolte, il prezzo è caduto al punto più basso degli ultimi 18 anni.

Sinora sono stati estratti almeno due terzi delle riserve auree sudafricane e più le miniere vengono sfruttate, più diventano marginali e dipendenti dal lavoro a basso costo. Per la prima volta in trent'anni, la produzione dell'industria è scesa sotto le 600 tonnellate.

Il paese ha abbandonato l'industria aurifera per quella manifatturiera. Nell'industria mineraria sono andati persi decine di migliaia di posti di lavoro e altri sono a rischio in conseguenza all'ultima caduta dei prezzi. L'economista Steve Brown afferma che secondo l'ipotesi più pessimistica le proiezioni indicano che, entro i prossimi due anni, oltre 80.000 minatori potrebbero trovarsi disoccupati. Ai membri della National Union of Mineworkers - NUM - (il sindacato nazionale dei minatori) è stato detto di non accettare ulteriori riduzioni di manodopera nel settore. Secondo il portavoce del sindacato dei minatori, George Molebetsi, la situazione è critica; l'anno passato sono stati eliminati 32.000 posti di lavoro e licenziati circa 10.000 minatori. Questi posti non verranno più occupati.

Molebetsi accusa la direzione di esagerare il problema del prezzo dei lingotti per cercare di liberarsi dei lavoratori e forse anche per contribuire a una politica più generale che vuole discreditare il governo. Ma Liewellyn Kriel, portavoce della Chamber of Mines, replica che la direzione prevede il licenziamento solo come ultima soluzione.

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