MalawiI lavoratori domestici, sfruttati e tremendamente sottopagatiDi Charles Mkula
Il rappresentante delle Nazioni Unite in Malawi, Robert Libernthal, ha fatto notare recentemente che in questo paese dell'Africa Australe senza accesso al mare, il 60% della popolazione rurale ed il 65% di quella urbana vive sotto il livello di povertà. Nel paese, la cui popolazione ammonta ad 11 milioni di persone, con una crescita del 3,2% all'anno e con un basso indice di sviluppo umano, solo 1 milione di persone, in tutto, è impiegata, nei vari settori. Un quarto di questo milione è registrato nel settore informale, che include il lavoro domestico. I lavoratori domestici sono impiegati in diversi ambiti, quali pulizie, cucina, lavanderia, baby sitting, giardinaggio ed altre attività. Il Sindacato Malawiano dei Lavoratori Uniti del Commercio e Industria (CHAWU) ha criticato la comunità asiatica locale perché paga i lavoratori domestici parecchio meno della media nazionale. Victoria Nyirenda, vice presidente del CHAWU, si lamenta del fatto che i lavoratori domestici più colpiti sono quelli impiegati dagli asiatici nelle aree urbane, facendo sapere che questi lavoratori prendono dai 2 ai 2,90 dollari al mese (circa 4000 lire italiane), mentre la paga minima governativa è di 16,50 nelle città e 11,60 nelle zone agricole. Il Presidente del CHAWU e membro del MCTU (Congresso Sindacale Malawiano) il signor Joseph Guwende afferma che gli stipendi dei lavoratori domestici malawiani sono da suicidio. Facendo presente che il costo mensile di sopravvivenza basica, calcolato per una famiglia media malawiana, genitori e cinque figli, ammonta a 261,80 dollari, senza considerare i costi di trasporto da e per il posto di lavoro, il vitto sul lavoro, le tasse scolastiche , l'affitto, le bollette e il vestiario. In Malawi la popolazione vulnerabile, composta da bambini di strada, mendicanti, orfani, ragazzi dei sobborghi degradati e quella parte di popolazione che appartiene a gruppi socialmente ed economicamente emarginati e che soffre di discriminazione di genere, è, suo malgrado, obbligata a ricorrere al lavoro domestico e minorile. Ciò accade per via della povertà del paese, della mancanza di risorse economiche alternative, di una istruzione limitata, di pratiche discriminatorie, di un'inefficiente applicazione delle leggi, di mancanza di volontà politica ed di altre difficoltà di carattere economico causate da certi sviluppi sbagliati del turismo, dell'urbanizzazione e del consumismo. Nyirenda sottolinea che il lavoro minorile sottopagato è diffusissimo nelle famiglie africane, sebbene non sia tenuto nascosto ed aggiunge che i lavoratori domestici, specialmente i bambini, nelle case in cui prestano servizio sono per lo più retribuiti in natura, con vestiti, cibo e alloggio. Le paghe dei lavoratori domestici sono determinate da un ufficio denominato Consiglio Consultivo sulle Paghe, i cui componenti sono il governo, i datori di lavoro ed i sindacati, ed agisce sulla base di una legge riguardante il lavoro domestico. I sindacalisti si oppongono alle paghe minime fissate da questo ente e chiedono che la paga minima nazionale sia modificata e portata per lo meno a 45 dollari mensili (90.000 lire italiane). Sempre la Nyirenda afferma che il sindacato, considerato l'alto costo della vita, ha cercato diverse volte, ma senza successo di fare pressioni e negoziare col governo l'aumento della paga minima ad almeno i 45 dollari che si è detto. Secondo il presidente Guwende però il MCTU è a buon punto nelle trattative col governo per alzare le paghe dei lavoratori, che sono state colpite da un aumento del 21% dei prezzi al consumo. Paghe che, nel caso del livello più basso del dipendente statale, raggiungono nel paese i 17 dollari al mese! La forte e determinata presa di posizione del CHAWU trova un tremendo ostacolo in un'altra legge che consente al datore di lavoro di trattenere dalla paga del lavoratore un certo ammontare, quando fornisce cibo: "adeguato, sufficiente, o cotto." La sindacalista afferma che questa legge è ingiusta e spinge i lavoratori a coalizzarsi e darsi da farein prima persona in quanto per il sindacato è difficile se non impossibile controllare e fare verifiche in tutte le case del paese. Nyirenda lamenta anche la mancanza di istruzione della maggior parte dei lavoratori domestici che accettano impieghi senza contratto e adeguata negoziazione riguardo gli straordinari, la malattia e le ferie. L'analfabetismo in Malawi viaggia intorno al 68% della popolazione e colpisce soprattutto le donne che costituiscono ben il 47% di questa alta percentuale. Infine la sindacalista spiega che verificare le condizioni di lavoro dei domestici è difficile, perché per sua natura questo lavoro è nascosto, i lavoratori sono dispersi e il loro impiego è molto informale. Il loro numero è impossibile da calcolare, mentre conclude lamentandosi dell'alto numero di bambini lavoratori. Maxwell Matewere, Presidente dell'ONG Eye of the Child, afferma che la sua organizzazione si sta dando da fare per educare la gente alla consapevolezza dei danni derivanti dall'esposizione dei bambini ai lavori pericolosi. Per via della povertà i bambini vanno a lavorare per quattro soldi in case e aziende agricole, cadono nei giri della prostituzione e della pornografia, senza rendersi conto dei pericoli fisici e morali cui vanno incontro. Il sindacalista conclude affermando che il Malawi, nonostante sia stato il secondo paese a ratificare la Convenzione delle Nazioni Unite sul lavoro minorile, non ha messo in atto alcuna politica nazionale in questo ambito. Ciò spiega chiaramente anche perché il suo governo non ha neppure riaffermato l'intenzione di applicare la Convenzione stessa.
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