KenyaUn prete scomodo anche da mortoCommento di un corrispondente speciale
È passato solo pochissimo tempo dal brutale assassinio del missionario di Mill Hill, John Kaiser. Durante questo periodo sono circolate più domande che risposte, più teorie che fatti concreti. Tutti, dai giornalisti e commentatori alla gente comune, hanno costruito varie ipotesi sul perché, il come e da chi Fratel Kaiser è stato ucciso. Il rapporto finale congiunto dell' FBI e del CID, il Dipartimento di Investigazione Criminale keniota, dovrebbe porre fine, o per lo meno frenare questa intensa speculazione. Comunque, il modo in cui gli investigatori raccolgono gli indizi, sono fatti filtrare ai media e sono ripresi nei suoi resoconti in esclusiva, specialmente dal Daily Nation, quotidiano nazionale keniota, induce a far credere che il colpevole sia sostanzialmente fratel Kaiser stesso. Una conclusione che sembra servire a coprire il vero corso dei fatti. Una fonte vicina agli investigatori sostiene che l'FBI ed il CID si starebbero concentrando sull'ipotesi del suicidio. Nel corso di un lungo interrogatorio di un teste, un conoscente di Kaiser, gli investigatori avrebbero chiesto insistentemente spiegazioni riguardo il suo stato mentale prima della morte, nonostante questi avesse precedentemente fornito esaurienti informazioni al riguardo. Il teste, ha messo inoltre in luce diverse contraddizioni riguardo la lettura dello svolgimento dei fatti da parte degli investigatori, spiegando, fra l'altro, che Kaiser, non avrebbe mai saputo disfare il suo letto e piegare coperte, lenzuola e quant'altro, essendone letteralmente incapace! Il teste sostiene che l'FBI non sta seguendo alcune significative indicazioni, come quella di un testimone che ha affermato che un camion ha cercato di buttar fuori strada il pick-up di Kaiser, con lui alla guida, dando così la netta impressione di essere coinvolta in un'azione di copertura della morte di Kaiser. Questa sensazione è condivisa da Tony Gachoka, un editorialista del giornale locale The Post. Egli, in una lettera aperta all'FBI, dalla rivista Finance, ha affermato che l'FBI e la CIA sono state responsabili della copertura dell'assassinio, nel '90, del Ministro degli Esteri Robert Ouko, che molti ritengono sia stato ucciso per mano del governo keniota. A sostegno della sua dichiarazione, l'editorialista fa riferimento ad un capitolo di un libro scritto dall'ex ambasciatore statunitense in Kenya Smith Hempstone. Gachoka ha scritto inoltre che l'FBI deve sapere che molti kenioti sono convinti che il loro governo, con il suo aiuto, cercherà di coprire i codardi che hanno posto fine all'esistenza di Kaiser, e che in questo caso, come in quello di altri omicidi politici, i cittadini dovrebbero reagire a qualsiasi tentativo di copertura facendo di tutto perché i delinquenti ed i loro padrini vengano incriminati e portati in giudizio. È interessante notare che la teoria del suicidio e l'eccessivo interesse nella salute mentale di Kaiser prima della morte sono stati elementi ricorrenti e costanti nella copertura giornalistica delle indagini. I primi commenti sulla tragedia suggerivano che Kaiser si era sparato, spappolandosi la testa con la sua stessa pistola, che sarebbe stata trovata vicino al suo cadavere. Questa teoria si era in qualche modo indebolita quando il capo della polizia di Nakuru, Andrew Kimetto, aveva affermato che Kaiser prima di essere assassinato era stato obbligato a mettersi in ginocchio e recitare delle preghiere, un'affermazione che il giornale locale "The People" aveva più tardi definito come una tremenda cantonata della polizia. Infatti, a meno di non avvalersi di informatori, come poteva quest'ultima essere a conoscenza di tanti particolari sulla morte di Kaiser senza essere stata presente sul luogo e al momento del delitto? La teoria del suicidio era stata poi ancor più accantonata sulla scorta di dichiarazioni del Nunzio Papale Giovanni Tonucci, del Vescovo John Njue e di altri che definivano la morte di Kaiser un assassinio con motivazioni religiose, di cui ritenevano dovessero essere ritenuti responsabili alti funzionari del governo. Il Presidente del Kenya Daniel Arap Moi ed il suo ministro Marden Madoka, fra gli altri, avevano naturalmente reagito furiosamente a queste affermazioni della stampa. In ogni caso, in tutti gli articoli della stampa il comportamento di Fratel Kaiser negli ultimi giorni e nelle ultime ore prima della morte è sempre rimasto assolutamente in primo piano. Abbiamo letto i dettagli riguardo il modo in cui il prete ha espresso timori per la sua vita, la sua agitazione, il suo frenetico andirivieni nella sua camera alla Ngong Bishops House, la sua improvvisa sparizione da lì e delle lenzuola e coperte trovate ben ripiegate. Un mese dopo la sua morte, siamo stati scioccati nel leggere dell'ultima strana visita di Fratel Kaiser alla casa di James Ngugi, un individuo di Kiambu completamente a lui sconosciuto. Kaiser sarebbe entrato in auto nel cortile di Ngugi, brandendo una pistola e gridando sotto la luce dei fari del suo pick-up, per poi precipitarsi nel suo veicolo e fare danni alla casa nell'invertire la marcia e alla fine sbattere violentemente contro un albero allontanandosi velocemente. Ngugi, la cui casa è parecchio isolata, non ha riportato a suo tempo l'accaduto alla polizia e… non sa come gli investigatori siano venuti a conoscenza dell'incidente. Leggiamo anche che Kaiser, avvolto in lenzuola e coperte, entrato in una stazione di servizio alcune ore prima della sua morte, aveva sostituito lo strano vestiario con una giacca, mentre, al contrario, l'inserviente Njumbe Muneneha ha riferito che il padre era, in quella circostanza, assolutamente composto e calmo. A questo punto non si può certo sapere se i racconti di Ngugi e Muneneha siano veritieri o se i due siano stati pagati per rilasciare quelle dichiarazioni. La cosa significativa è comunque che questi sono stati gli elementi, al di là di molti indizi e fatti raccolti dagli investigatori, ai quali è stato dato il massimo risalto dalla stampa. Delle storie che in qualche modo dipingono Kaiser come una persona stravagante e squilibrata. Il The People si è perfino spinto a scrivere che informatori della polizia stavano usando la stampa per creare confusione negli sviluppi dell'indagine. Ancora a metà settembre gli investigatori, dopo aver interrogato parecchi testimoni, aver riesaminato reperti di medicina legale, ecc, non avevano ancora escluso la possibilità del suicidio! Nel numero del 18 settembre il Daily Nation riferiva che funzionari dell'FBI e del CID avevano classificato il caso Kaiser come "morte violenta", ciò significando che "si sarebbe potuto trattare di un omicidio o di un suicidio". I motivi per cui l'FBI ed il CID coprirebbero i veri killers di Kaiser sono fonte di grande speculazione. Un resoconto, apparso sul The Post, riporta interessanti elementi riguardo le relazioni fra il Kenya e gli Stati Uniti; si tratta di un articolo ispirato dal capo del Public Service, Richard Leakey e dal Presidente della Banca Mondiale James Wolfensohn, secondo il quale questo rapporto si sta rinforzando perché gli Stati Uniti vogliono allargare i propri interessi e legami in Africa Orientale, al di là dell'Uganda. Gachoka, l'editorialista del Post, afferma che Padre Kaiser, prima della morte, doveva essere testimone in giudizio di un tribunale inglese dove si accusava Moi ed i membri del suo governo di genocidio per il loro ruolo negli scontri etnici negli anni '90. Inoltre, il "Finance" riferisce che il padre avrebbe dovuto recarsi ad Arusha in Tanzania per consegnare ad un consigliere di Clinton delicati documenti riguardanti l'omicidio di Ouko ed informazioni particolareggiate riguardo le cause ed i responsabili degli scontri etnici avvenuti in Kenya nell'ultimo decennio. Altre fonti hanno rivelato che padre Kaiser possedeva parecchie prove sulle violenze sessuali commesse da alti funzionari governativi, come il parlamentare Julius Ole Sunkuli. Se tutto ciò è vero e se gli Stati Uniti vogliono veramente rafforzare i loro interessi in Kenya, si potrebbe spiegare l'apparente messinscena per far passare per suicidio la morte di padre Kaiser. Per non parlare di chi ne ha ordinato l'omicidio o di chi ha tirato il grilletto, questioni che sono oggetto di ancor maggiore speculazione. Il quotidiano The People riferisce che il governo si è servito di sette condannati a morte per esecuzione materiale dell'omicidio, in cambio della libertà che sarebbe stata loro garantita con una finta fuga dal carcere. Ma, ahimè, sei di costoro sono stati fatti fuori al momento della fuga e ritrovati più tardi con le teste maciullate e gli occhi cavati dalle orbite. Il "Newsline" ritiene che è fin troppo ovvio incolpare della morte di Kaiser il presidente Moi, Sunkuli, ministri come Nicholas Biwott o William ole Ntimama (che il prete aveva denunciato per aver mandato giovani kenioti in Israele per addestramento militare durante gli scontri etnici), specialmente proprio perché la sua morte è avvenuta, guarda caso, proprio alla vigilia del viaggio di Clinton in Tanzania. Newsline attribuisce infine l'omicidio: "ad una terza forza che agisce in profondità all'interno del sistema politico per affondare la barca, danneggiandola dal suo stesso interno". Qualunque sia la spiegazione su come e perché sia stato ucciso padre Kaiser, una cosa dev'essere chiara nella testa di tutti: esprimendo con forza la sua voglia di verità, nel corso della sua missione egli ha sempre messo a rischio il proprio quieto vivere, la sicurezza personale e perfino la sua vita. La sua testimonianza alla Commissione Akiwumi, che doveva indagare sugli scontri tribali e sul modo in cui il governo aveva causato gli scontri e rimosso di forza popolazioni Kiisi e Kuria dal Trans Mara District, le sue prove sulle violenze sessuali commesse da Sunkuli ed altre sue iniziative mettono in luce una persona che ha sempre amato la verità ed è sempre stata determinata a rischiare qualsiasi cosa pur di essere la voce di coloro che non ne hanno. Noi dobbiamo quindi lavorare sulle rivelazioni che padre Kaiser ha reso pubbliche e dare concretezza alle parole del Vescovo Tonucci al funerale di padre Kaiser: " Se qualcuno ha pensato che attraverso la sua eliminazione fisica gli imbarazzanti interrogativi sollevati dalla sua presenza potessero essere una volta per tutte messi a tacere, il suo calcolo si è dimostrato completamente sbagliato."
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