SudanUn centro commerciale nel cimitero cristianoDal corrispondente di Africanews
Il Consiglio Sudanese delle Chiese (SCC) ha rilasciato il mese scorso un comunicato molto pesante protestando per il parziale esproprio da parte del governo del cimitero cristiano a Sud della città di Khartum. I leader delle nove chiese appartenenti all' SCC nella loro lettera congiunta diretta al governatore di Khartum Dr. Majzoub Al-Khalifa affermano che: "la riunione che avete tenuto in nostra assenza riguardo il nostro cimitero e che ha portato alla vostra erronea decisione di espropriare parte del cimitero stesso si configura come un insulto, una mancanza di rispetto e una violazione dei nostri diritti di cristiani nel Sudan." Si chiedono inoltre: "per quanto riguarda la recinzione ed i servizi commerciali che volete introdurvi, chi vi ha mai detto che il cimitero ne abbia bisogno?" "chi vi ha detto che abbiamo bisogno di questo genere di servizi che avete in mente? Cosa vi potrà mai far pensare di aiutare i cristiani in questo momento, se non un obiettivo nascosto?" Come si vede il comunicato ha toni molto fermi e chiede inoltre che vengano al più presto rimossi i materiali da costruzione che sono già stati trasportati nel cimitero per realizzare dei negozi e aggiunge: "non siamo pronti a rinunciare ad alcuna parte del nostro cimitero, è disumano continuare a provocarci sia da vivi che da morti." L'ingegnere capo di Khartum, Ali Mohmomud Samsaa, aveva precedentemente scritto una lettera al Segretario Generale dell'SCC Rev.Ing. Enock Tombe. Questa informava Tombe della licenza accordata al Dipartimento della Piccola Industria e del Commercio dell'area residenziale di Sahafa per la costruzione di botteghe all'interno del cimitero cristiano contro la fornitura di una recinzione e di servizi all'interno del cimitero stesso. La stessa lettera richiedeva all' SCC di rimuovere "quelle che- voi- denominate tombe che si trovano al limite della parte orientale del cimitero, dal momento che ostruirebbero la costruzione delle botteghe" Con quel "voi" si indicavano i cristiani dal momento che i musulmani in Sudan non riconoscono i loro luoghi di sepoltura. Le autorità governative erano andate avanti comunque con i loro piani ancor prima di ricevere la reazione dell' SCC. Infatti, avevano dato ordine ai commercianti che avevano ottenuto l'approvazione per la costruzione delle botteghe fra le tombe di andare avanti con i lavori di costruzione. Alcuni cristiani avevano contemporaneamente informato l' SCC che mattoni ed altro materiale da costruzione era stato depositato nella parte meridionale del cimitero cristiano. Il Governatore aveva intanto approvato l'esumazione e lo spostamento nella parte centrale del cimitero delle salme che giacevano nelle tombe situate lungo la striscia di terreno fra la strada e dieci metri al suo interno. Quest' area è la ragione del contendere fra la SCC e le autorità governative. Alfred Taban, corrispondente della BBC da Khartum, un cristiano del sud Sudan che scrive per il Khartum Monitor, il nuovo ed unico quotidiano in inglese del paese, ha affermato che: "l'azione del Governatore è un affronto a tutti i cristiani ed un imperdonabile atto di mancanza di sensibilità verso i defunti, …..demolendo le loro tombe il Dr. Khalifa ha oltraggiato i sacri riti che non appartengono alla sua gente. Si è immischiato con i defunti che non sono suoi parenti, ha profanato i nostri morti." Taban ha anche chiesto che Khalifa fosse rimosso, ritenendo che ciò fosse il minimo che il presidente Omar Al-Bashir potesse fare per venire incontro alla comunità cristiana incollerita. Nichola Unango, un altro cristiano del sud Sudan si è lagnato della decisione del governo affermando che la moglie di suo zio era stata sepolta nel febbraio di quest'anno nella parte contestata del cimitero e che anche la sorella di suo cugino era stata sepolta nella parte meridionale dello stesso cimitero. Concludendo che questa decisione del governo è una mancanza di rispetto, a lui personalmente. Un comunicato dell' SCC firmato dal personale dell' SCC, dai suoi membri del comitato esecutivo e dai rappresentanti delle sette regioni che lo compongono, aveva affermato che il consiglio era stato informato dell'azione del governo di Khartum di espropriare parte del cimitero cristiano di Sahafa. Il comunicato continuava dichiarando che l' SCC era profondamente colpito e turbato da questa decisione delle autorità governative di Khartum di far costruire dei fabbricati destinati ad alloggiare piccole attività produttive, caffè, ristoranti e negozi all'interno del cimitero, come se i defunti cristiani non valessero nulla agli occhi delle autorità statali islamiche. Un editorialista che scrive per l'Al-Rai Al-Akhar Arabic Daily di Khartum precedentemente aveva attaccato il comportamento delle autorità islamiche in maniera indiretta. Commentando la lamentela scritta al giornale da un insegnante cristiano del sud Sudan, aveva infatti scritto: "Come fa questo insegnante cristiano a non sapere che coloro che non rispettano la nostra sacralità da vivi, non possono certo rispettarla da morti?"
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