ZimbabweUn sistema sanitario da incuboDi Rodrick Mukumbira
I pazienti si accalcano ansiosi nei corridoi dell'ospedale aspettando la visita del medico, sui loro volti si legge la disperazione, mentre l'infermiera, con un sorriso, li rassicura che arriverà presto... Ma questo è troppo per il trentenne Tirivanhu Mukoma che ieri ha aspettato tutto il giorno senza essere visitato. Se tutto va bene oggi sarà più fortunato, ma quando finalmente vede il medico riceverà solo "speranza" e una dose di antidolorifici a basso costo. L'ospedale dove Mukoma aspetta è traboccante di gente che deve muoversi con attenzione per non passare sopra a pazienti che dormono sul pavimento. Fra i tanti problemi che affliggono il sistema sanitario nazionale zimbabweano si annoverano la carenze di medici, insieme a guasti alle apparecchiature e alla mancanza di farmaci essenziali. Questa crisi potrebbe trasformare in un disastro di grandi proporzioni quella sanità che aveva compiuto eccellenti progressi ottenuti nei primi anni dopo l'indipendenza negli anni 80. Lo Zimbabwe ha più di 2000 medici iscritti all'albo, ma molti di loro si accingono a partire attratti da condizioni di lavoro ed economiche migliori offerti nei paesi vicini, soprattutto Botswana e Sud Africa. Ne consegue che molti pazienti non riescono quasi neanche a vedere un medico. Anche le infermiere che una volta si occupavano di spostare i pazienti da una sala all'altra sono ora rimpiazzate dai parenti dei malati. Il medico in pensione John Wessels afferma che non se la sente di criticare il personale sanitario che lascia il paese poiché le condizioni sono diventate semplicemente insopportabili e la situazione sta peggiorando. Wessels riconosce che i medici e le infermiere zimbabweani sono competenti e ben addestrati, ma la situazione nel paese non lascia loro altra alternativa che cercarsi un'occupazione da altre parti. La critica carenza di medici nella maggior parte dei reparti ospedalieri ha fatto sì che le infermiere svolgano i compiti dei medici per tamponare la situazione. L'ex parlamentare dello Zanu PF (il partito al potere) Moses Mvenge attribuisce l'esodo alla struttura salariale offerto dal governo. Un'infermiera dipendente della sanità pubblica guadagna più o meno 15000 zim dollari zimbabweani (288 dollari americani) e un medico 30000 Zd (576 US $) al mese, assai meno di ciò che viene offerto in altri paesi. "Questo è un cattivo servizio reso dal governo ai professionisti e ciò nonostante il governo non sta facendo niente per fermare questo esodo di massa" afferma Mvenge. La corruzione che pervade l'amministrazione ha pure contribuito a rendere i servizi sanitari scadenti. Recentemente i giornali hanno riferito che i Magazzini Medici di Stato, un'entità parastatale responsabile dell'approvvigionamento dei farmaci è stata saccheggiata e i regolamenti di gara per l'acquisto dei medicinali non sono stati rispettati facendo perdere al governo milioni di dollari. Nel 1985 lo Zimbabwe venne nominato il miglior paese erogatore di servizi sanitari, grazie al suo efficiente sistema dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. In quel periodo il paese riuscì a sradicare la polio, mentre il sistema sanitario era completamente sostenuto con la finanza statale. Il governo riuscì a migliorare le condizioni di 550 centri di salute e a costruirne 321 nuovi in tutto il paese, tutti centri che ora giacciono inutilizzati a causa della carenza di personale ed attrezzature. L'adozione delle riforme economiche nel 91 ha portato al blocco dei sussidi a tutti i settori sociali, compresa la sanità, ma ciononostante il governo tuttora offre servizi sanitari gratuiti ai cittadini di basso reddito, che comunque devono pagare i medicamenti. Paradossalmente nel 1999-2000 il bilancio nazionale della sanità è stato di 6,1 miliardi di zd (11 milioni di us$), mentre la difesa ha ricevuto ben 9 miliardi (17 milioni di us$). Il governo se n'è infischiato delle richieste di ritirare le sue forze militari dalla Repubblica Democratica del Congo, dove sta combattendo a fianco del Presidente Laurent Kabila. Il ministero delle finanze ha rivelato recentemente che sta spendendo mensilmente in questa guerra che sta durando ormai da due anni ben 10 miliardi di zd, pari a 19 milioni di us$. Il membro dell'opposizione parlamentare Gibson Sibanda afferma che il budget della difesa è gonfiato, mentre quello della sanità è sotto dimensionato e se il governo può provvedere alla guerra nel RDC dovrebbe poterlo fare per i bisogni sanitari del paese. Visitando gli ospedali zimbabweani ci si rende conto che la maggior parte delle attrezzature sono guaste o non disponibili ed un anziano funzionario dell'ospedale centrale di Harare ha specificato che le apparecchiature soggette a guasti sono quelle radiologiche, di sala operatoria, di condizionamento, le incubatrici ed i cardiografi. Concludendo che gran parte dei guasti è dovuto ad utilizzo eccessivo, mancanza di cura ed addestramento inadeguato degli operatori. La situazione è stata resa ancora più difficile dall'epidemia di AIDS. Il ministero della sanità fornisce il dato che un adulto ogni 4 è siero positivo o conclamato e 1200 persone muoiono ogni settimana di quest'infezione. Gli ospedali, inoltre, riportano che le camere mortuarie sono stracolme e bisognose di ampliamenti per accogliere più cadaveri. Il sovrintendente ospedaliero, il dottor Innocent Hove aggiunge che le difficoltà economiche costringono perfino la gente a non portarsi via i corpi dei loro cari. Di fronte ad una crisi di questa portata il governo ha introdotto sistemi di "recupero dei costi" che hanno fatto alzare il prezzo delle prestazioni sanitarie di più del 110% in nove mesi. Anche il costo delle medicine è aumentato del 60% sebbene il governo, nel tentativo di arrestare questi aumenti, abbia imposto tariffe speciali ridotte per i medicinali essenziali e per le materie prime usate dall'industria farmaceutica. Il ministero della sanità ha dichiarato che a causa della penuria di valuta i fornitori stranieri di prodotti farmaceutici chiedono il pagamento anticipato di materie prime e medicine. Nei centri sanitari rurali si pratica ancora l'assistenza sanitaria gratuita, ma quando si è mandati agli ospedali ci si deve comprare le medicine prescritte di modo tale che la salute dei poveri è comunque compromessa.
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