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Versione italiana

N.35 - Marzo 2001

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Ghana

Un piccolo Pinochet africano

di Chido Onumah

Jerry Rawlings, il giovanile uomo forte del Ghana ha ceduto il potere a John Kofuor, un avvocato di 62 anni, eletto presidente in dicembre. Si è trattato del primo passaggio di potere "democratico" dall'indipendenza del paese nel 1957. Queste elezioni sono un buon esempio per il resto dell'Africa, ma rimangono, comunque, nella memoria dei ghanesi i gravi abusi dei diritti umani perpetratisi nel passato.

Il 4 giugno del 1979 alcuni ufficiali di basso grado fecero uscire di prigione un giovane pilota dell'aeronautica per fargli guidare un colpo di stato. Il sottotenente pilota Jerry John Rawlings, figlio di uno scozzese e di una ghanese, era stato messo dentro per aver partecipato ad un tentativo di rovesciamento del governo, fallito il mese precedente. Rawlings, da bravo rivoluzionario, si proclamò portavoce dello scontento della gente ed il popolo lo acclamò inneggiando a lui ed al suo gruppo come a un Messia, trasformando rapidamente Jerry John in una specie di Gesù Cristo!

Una volta ottenuto il controllo del paese, Rawlings ed i suoi compagni, sotto la bandiera del Consiglio Rivoluzionario delle Forze Armate (l'AFRC), diedero rapidamente mano allo smantellamento del regime che avevano abbattuto e con quella che venne chiamata "una ripulita" vennero passati per le armi ben tre precedenti capi di stato e cinque alti ufficiali dell'esercito. Molte proprietà furono confiscate e parecchia gente che si era trovata dalla parte sbagliata della "rivoluzione" si trovò a vivere situazioni assai poco piacevoli da raccontare.

Nel settembre 1979, tre mesi dopo aver conquistato il potere, il Consiglio Rivoluzionario passò le redini ad un governo civile. Ma i ghanesi avrebbero avuto ancora a che fare con Rawlings, un uomo che a 32 anni, dopo aver provato il gusto del potere assoluto si trovava ora, turbato e scontento, in uno stato di inanità e frustrazione. La sua esasperazione scoppiò infatti il 31 dicembre dell'81 quando abbatté quel governo civile che aveva messo in piedi solo 27 mesi prima; dando luogo ad un evento che aprì la strada ad una ventina d'anni di terrore dilagante, accompagnato dall'inevitabile devastante crollo dell'economia del paese. Rawlings impersonò perfettamente ed a tutti gli effetti nell'81 il despota militare africano del dopo indipendenza: giovane, intelligente, ambizioso, sconsiderato e spesso pericoloso.

Come avrebbe fatto molto più tardi Ibrahim Babangida in Nigeria, Rawlings si circondò della crema della società ghanese, nel tentativo di compensare la sua inadeguatezza e guadagnarsi al contempo l'appoggio popolare. Ma, una volta rafforzatosi, non perse un attimo a disfarsi di questi personaggi e peggio finì per coloro che avevano osato sollevare obiezioni al suo stile di gestione della cosa pubblica. Il Presidente Rawlings, così gradiva essere chiamato, si prese gioco di ogni genere di principio, senza essere attratto o dimostrare interesse per qualsivoglia concetto. In un certo senso suscita ironia il fatto che oggi tutte le storie che lo riguardano comincino con: "c'era una volta un rivoluzionario marxista".

Rawlings calpestò la politica e la società del paese in una maniera quanto mai cinica e brutale e, come il suo alter ego Sani Abacha, coinvolse l'esercito ed il paese nella sua azione distruttiva e devastante. Per lui il potere rappresentava un potentissimo afrodisiaco e non ammetteva che neanche l'opposizione più moderata gli rovinasse la festa. Chi scrive ha fatto il giornalista in Ghana per quasi 4 anni, trovandosi ad essere testimone diretto della brutalizzazione psicologica di diversa gente da parte di Rawlings e consorte. Per parafrasare il passaggio biblico, nessuno in Ghana poteva vendere o acquistare alcunché senza l'assenso del Presidente e della first lady. E se Rawlings è stato un Pinochet, sua moglie, Nana Konadu, è stata una Imelda Marcos ed una Eva Peron messe assieme.

Per rispondere a pressioni interne ed ingraziarsi i sostenitori del consesso internazionale, Rawlings, attraverso un processo costituzionale assai controverso, si è "trasformato" in Presidente civile nel '92. Ma nel suo nuovo ruolo costituzionale non ha cambiato troppo il suo stile di governo del paese: il terrore e la tirannia hanno semplicemente mutato leggermente tinta. Il dittatore, del resto, non ha mai celato la sua insofferenza per il laccio costituzionale, rammaricandosi fino all'ultimo delle limitazioni che questo poneva al godimento dell'impunità con cui intendeva governare.

Dopo il giuramento del nuovo Presidente, John Kufuor, nel gennaio scorso, tutto lascia credere che l'uscita di Rawlings sia da considerare un evento decisamente positivo. Ma, ciò che lascia comunque preoccupati e perplessi è il fatto che egli sia stato applaudito ed acclamato per aver fatto ciò che in effetti più gli conveniva, lasciare cioè il potere detenendo ancora una posizione di forza e predominio. Infatti, Rawlings si presenta oggi come una stella splendente in un firmamento come quello africano dove i leaders sono pochi ed i mascalzoni passano per uomini di stato.

Naturalmente, se ci soffermiamo esclusivamente su ciò che abbiamo detto finora, perdiamo di vista altri gravi aspetti ed abbiamo una visione riduttiva del fenomeno Rawlings. Coloro che si occupano e difendono i diritti umani in Ghana hanno documentato la sparizione o l'esecuzione sommaria di non meno di 300 persone durante i suoi anni. Nel giugno 1982, per esempio, in un episodio che ricorda da vicino l'era Pinochet in Cile, tre giudici, di cui una madre in allattamento, un ufficiale dell'esercito in pensione vennero prelevati dalle loro case, assassinati, ed i loro corpi dati alle fiamme.

E se questo episodio è ormai troppo distante nel tempo per poterci colpire più di tanto, cosa si può pensare di quest'altro? Il 5 maggio 1995, quattro giovani disarmati vennero abbattuti ad Accra mentre protestavano con altre persone contro l'introduzione dell'IVA, la tassa sul valore aggiunto. Cos'è successo ai loro killers? Anche in questo caso ciò che accadde sotto il generale Pinochet c'é d'insegnamento. I governanti possono e "devono" essere ritenuti responsabili delle atrocità che vengono perpetrate sotto il loro governo, in quanto, oltretutto, questo è l'unico modo per frenare il ripetersi di questi atti criminali.

Ma l'incriminazione di Rawlings non sembra poter essere un'iniziativa che il nuovo governo prenda di buon grado, per almeno due motivi. Anzitutto, molti di coloro che sono presenti in questo governo probabilmente non hanno sofferto in alcun modo del suo pessimo operato. D'altro canto il nuovo Presidente è stato persino alla sua corte in passato. Infine, un suo eventuale processo finirebbe per indicare, pericolosamente, principi e regole sui quali anche il nuovo governo verrebbe giudicato!

Kofuor ed il suo governo hanno affermato di non avere tempo per guardare indietro, e può anche essere vero perché effettivamente questa amministrazione ha un sacco di cose da fare. Ma, non si può dimenticare che la ricerca della giustizia è un dovere di chi governa ed indipendentemente da quello che Kofuor pensa o dice, questa deve essere assicurata a tutti coloro che in un modo o nell'altro hanno sofferto sotto il dittatore. E' troppo presto, oggi, per parlare di riconciliazione, quando i ghanesi, per prima cosa, devono ancora conoscere la verità. Quando devono ancora sapere chi si è reso responsabile di una serie di crimini e perché li ha commessi. Il Ghana può e deve andare avanti occupandosi nel contempo dell'incriminazione dei responsabili dei misfatti perpetratisi nel passato.

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