ZimbabweLa lunga battaglia delle donne musicisteDi Joyce Jenje-Makwenda
Negli anni cinquanta Beaulah Dyoko una ragazza mezza shona e goana era malata da più di un anno, quando venne portata da un guaritore tradizionale. Questi aveva detto che la ragazza era posseduta da un antenato, suonatore di mbira che pretendeva che anche lei si mettesse a suonare questo strumento sacro, proibito alle donne a quei tempi. Dyoco rimase malata per un altro anno, finché non sognò di suonare la mbira e a questo punto sua madre, leggendo in questo sogno un ulteriore segno del destino, acconsentì a comprargliene una. " Il giorno in cui mi portò la mbira sognai di suonare la canzone 'Bhuka Tien' , che significa in shona: "Svegliati! Andiamo!", ricorda Dyoko, ora sessantenne. "Quando dissi a mia madre che avevo sognato questa canzone mi chiese di suonarla e quando lo feci fu come se avessi suonato la mbira da sempre, perché quel giorno la eseguii proprio bene." Ma, c'è di più. Dyoco presto guarì e la gente del suo villaggio al confine fra Zimbabwe e Mozambico dovette a malincuore accettare che una donna potesse suonare la mbira e negli anni sessanta l'autodidatta Dyoco divenne la prima donna a registrare un brano suonato con questo strumento. La mbira, a volte chiamata piano a pollice, assomiglia ad un grande xilofono munito di cinque, ma fino a trenta sottili lingue o chiavi di metallo o di canna. Ha fatto parte della cultura shona, l'etnia zimbabweana predominante, per più di un millennio e lo stesso strumento si può trovare nel resto dell'Africa con fogge e nomi differenti. Anche in Zimbabwe si presenta in diverse forme abbastanza diverse. La mbira dzavadzimu (mbira degli antenati) viene suonata durante una bira. In questa cerimonia il suono ripetitivo della mbira si combina con quello dell' hosho (una raganella di zucca) e col canto per invocare gli antenati perché offrano indicazioni ed orientamenti attraverso un medium terreno lì presente. Tradizionalmente la cultura shona non escludeva che le donne suonassero la mbira, eccetto durante le cerimonie sacre, quando avevano il ciclo ed erano considerate impure o durante i primi tre mesi dell'allattamento, quando si presupponeva che dovessero rimanere a casa per prendersi cura del loro neonato. Ma, durante la colonizzazione e con l'avvento del cristianesimo in Africa si verificò una contaminazione della cultura shona che portò ad escludere del tutto le donne dall'esecuzione musicale con la mbira. I missionari cercarono addirittura di mettere al bando completamente lo strumento, considerandolo barbaro e non cristiano. Il governo rodesiano, temendo che la mbira potesse ispirare sentimenti rivoluzionari, la bandì dalle trasmissioni radio. Di fatto, dovunque i combattenti rivoluzionari si raccogliessero, il suono della mbira era per loro di incoraggiamento morale e spirituale. Poi, nel 1980, lo Zimbabwe divenne indipendente e ciascuno divenne libero di suonare la mbira. Dyoko ritornò negli studi di registrazione ed un'altra donna, Stella Chinese si unì a lei all'età di cinquantasei anni, facendosi una notorietà internazionale da regina della mbira zimbabweana. Anche la Chinese aveva imparato a suonare la mbira dopo un sogno. Sua madre, infatti, aveva sognato che le era stato ordinato di insegnare lo strumento a tutti i suoi figli, ma mentre i maschi trovarono facilmente degli insegnanti, nessuno voleva insegnare alla Chinese, finché non si fece avanti uno zio. La ragazza eccelse di gran lunga più dei suoi fratelli, rispettando la credenza shona secondo la quale non tutti possono imparare a suonare la mbira, ma suonatori si nasce e non si diventa. La Chinese ha registrato il suo primo singolo "Kasha" nel 1974, un brano da hit parade, seguito da altri ventiquattro nei sei anni seguenti. Nel 1985 formò un complesso di grande successo chiamato " Earthquake". All'inizio del '98 La Chinese apparve come una delle tre donne in cartellone del Global Divas Tour che fece il giro degli Stati Uniti. La Chinese e la Dyoko resero la mbira popolare, accompagnandola con chitarre e portandola fin nelle birrerie popolari dove neanche gli uomini se la sentivano di farlo. Presto non vennero più considerate semplicemente delle donne che suonatrici di mbira, ma addirittura le migliori musiciste africane al mondo. Il loro straordinario tocco femminile sullo strumento aprì la strada ad una successiva generazione di donne che avrebbe lasciato il segno nella storia della mbira. Tarragona Mushore di quarant'anni, ricorse al suo passato di cantante jazz e blues per dare alla mbira nuove tonalità. Chiamando la sua musica "mbira blues" suonò blues e jazz con questo strumento, suscitando il disgusto di alcuni coriacei tradizionalisti. Ma nel '92 la sua prima canzone: "I met Dambud Ziko" sui ragazzi di strada, divenne immediatamente un grande successo. "Non avevo la più pallida idea di che cosa volesse la gente - ricorda - ma siccome ero stanca di suonare canzoni degli altri ho voluto suonare le mie, nelle quali mi identificavo." "Non sapevo che il mercato voleva proprio questo, in quel momento, e che si trattasse di una grande idea". L'amore di Mushore per la mbira cominciò quando vide suo zio suonare. Desiderava tanto imparare a suonarla, ma non la si insegnava nelle scuole d'elite, soprattutto per bianchi, che lei frequentava in quegli anni '70. Mentre i suoi genitori lavoravano sodo per farle avere una buona educazione, lei sognava di suonare la mbira. Un'altra musicista, Chiwoniso Maraire, ha rivoluzionato ancora di più la musica per mbira, interpretando liriche inglesi e brani sacri. Si era trattato di una scelta naturale per questa venticinquenne, nata nello Stato di Washington, negli Stati Uniti, dove i genitori zimbabweani studiavano e insegnavano proprio questo strumento. Suo padre, lo scomparso Dumisani Maraire, era uno dei più grandi esperti mondiali di mbira ed era stato colui che aveva fatto conoscere questo strumento agli americani. " Sono nata in una casa in cui i genitori insegnavano a suonare lo strumento e si ascoltava musica dalla mattina alla sera. Se entravo nella sala da musica, loro non si lamentavano affatto dell'intrusione nello spazio dedicato all'esecuzione e all'insegnamento, ma, anzi, erano contenti d'essere a contatto dei loro figli mentre facevano musica in modo tanto naturale" spiega Chi, com'era chiamata famigliarmente. Ma, fu solo dopo aver compiuto dodici anni, rientrata in Zimbabwe con la famiglia, che le venne regalata ufficialmente la sua prima mbira. Dopo essere partita, agli esordi, con Piece of Ebony, un gruppo originale, rap e beat, entrò a far parte più tardi della Andy Brown and the Storm, la più importante band zimbabweana. Continuò poi scrivendo la sua musica, ivi compresa, recentemente, la colonna sonora del film zimbabweano di successo Everyone's Child. Nonostante il loro innegabile successo, le musiciste suonatrici di mbira sono apprezzate in modo controverso da pubblico e critica. Alcuni musicisti, per esempio, sono invidiosi e temono che queste donne li possano scalzare, mentre i tradizionalisti affermano imperterriti che le donne musicista offendono lo spirito degli antenati. Huffs Irene Chigamba, musicista e insegnante, afferma che, ora che le donne non sono più seconde a nessuno nel suonare gli strumenti tradizionali ed anzi se la cavano ancor meglio degli uomini, questi, inevitabilmente, se ne risentono! La Chigamba, ora quarantaduenne, ha imparato anche lei dal padre. Racconta che le dicevano che non si sarebbe mai più riuscita a sposare perché si intrometteva in un mondo maschile, mentre cercavano di convincere la madre perché facesse di tutto per fermarla onde evitare che gli spiriti malefici si impadronissero della figlia. Ma la madre per fortuna tenne duro e lei continuò! La Mushore ricorda addirittura che per difendersi dal pregiudizio si portava con se il marito ai concerti. E continua dicendo: "Quando era lì presente sentivo che c'era qualcosa che mi proteggeva, c'era un uomo, riconosciuto come mio compagno. E pensare che tutto ciò che chiedevo era di essere libera di suonare, condividendone il piacere con gli altri presenti, liberamente, senza idee preconcette, senza che gli uomini pensassero di conquistarmi con un bicchierino dopo il concerto, portandomi con loro a casa." In un'intervista prima di morire, Dumisani Maraire aveva affermato che, anche se è vero che la mbira era uno strumento considerato una volta per soli uomini, lo spirito dell'antenato decise di possedere Beaulah e non il fratello, né tantomeno di attendere i suoi figli maschi per possederli.
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