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Versione italiana

N.37 - Maggio 2001

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Ghana

Il Governo sorride alla stampa

Di Amos Safo

Il nuovo Presidente John Kufuor sembra abbia intenzione di abrogare finalmente gli articoli del Codice Penale che criminalizzano la libertà d'espressione. Inoltre, ha aperto i suoi uffici ai giornalisti privati mengtre prima, negli ultimi 20 anni, solo quelli statali avevano libero accesso.

Nel corso di un incontro con i giornalisti ad Ada, una località balneare vicina ad Accra, il Presidente John Agyekum Kufuor ha ribadito la promessa fatta in campagna elettorale di abrogare certe leggi che regolano in Ghana la libertà di espressione. Due settimane più tardi il Procuratore Generale e Ministro della Giustizia, Nana Akuffo-Addo, ha ribadito in Parlamento la disponibilità del Presidente, comunicando all'Appointments Committee, che lo aveva sollecitato, l'impegno del Governo ad abrogare le leggi in questione.

Del resto, anche diversi leaders del New Progressive Party oggi al potere avevano fornito simili assicurazioni quando erano all'opposizione. Il loro portavoce per le Comunicazioni, Papa Owusu-Ankomah, aveva definito il bisogno di rivedere la legislazione in merito alla libertà d'espressione come qualcosa di " pressante ed urgente." Ma, a dispetto di tutte queste assicurazioni, giornalisti e fautori della libertà di parola, rimangono scettici. Durante una trasmissione radiofonica il Prof. Kwame Karikari, Direttore della Media Foundation for West Africa, la signora Affenyi Dadzie, Presidente dell'Associazione Giornalistica del Ghana e Yaw Boadu-Ayeboafo, Segretario della National Media Commission, hanno sfidato il Governo ad essere chiaro sui tempi di introduzione dei nuovi provvedimenti e dispositivi di legge. Il loro scetticismo trae in effetti origine dagli eventi del passato.

Nessuno dei precedenti Governi , compreso quello Busia dal quale trae origine l'NPP e nel quale il presidente Kufour era vice ministro degli esteri, si è mai preoccupato di abrogare queste leggi che, a detta di esperti giuristi, sono state introdotte dai governi coloniali per reprimere i movimenti per l'indipendenza. E allora, è lecito domandarsi, perché mai l'amministrazione Kufour dovrebbe rivederle adesso? Ci sono diversi buoni motivi per questo. Anzitutto, questi dispositivi di legge sono arcaici e antidemocratici: in Nigeria la Corte Suprema li ha definiti incostituzionali. In Gran Bretagna una legge del genere virtualmente esiste, ma non viene applicata e, anche se proprio a questa legge hanno sempre fatto riferimento i conservatori ghanesi, la sua costituzionalità è sempre stata posta in dubbio e l'ultimo procedimento giudiziario per averla infranta si fa risalire ad almeno cinquant'anni fa.

In secondo luogo esistono oggi metodi più moderni e progressisti del ricorso al reato di stampa per correggere le scorrettezze più o meno gravi dei media. Coloro che vengono lesi da cattiva stampa possono chiedere giustizia tramite la Commissione Nazionale dei Media. Esiste anche il Comitato Etico che esercita un controllo sugli attacchi giornalistici ingiustificati e che ha sempre animato il dibattuto scontro con i sostenitori della vecchia legge. In aggiunta, la Costituzione garantisce la contro replica obbligatoria per mettere in condizione i cittadini di reagire alla stampa diffamatoria, negativa o contraria. E,comunque, qualora anche tutti questi elementi risultassero insufficienti o inadeguati, ai più litigiosi è comunque consentito di querelare per diffamazione.

La terza ed ultima buona ragione a favore dell'abrogazione della legge risiede nel fatto che media liberi sono generalmente considerati degli strumenti essenziali nella lotta alla corruzione. Denunciare la corruzione o magari anche solo ridicolizzare con la satira il mascalzone sono essenzialmente metodi di controllo sociale dimostratisi ovunque estremamente efficaci. Perciò, se l'indicazione del Presidente Kufour di " tolleranza zero " verso la corruzione è sincera, egli avrà bisogno di avere al suo fianco come alleata una stampa forte e libera, dal momento che questa ha, fra l'altro, il mandato costituzionale di verificare l'affidabilità dei pubblici ufficiali governativi. La stampa può svolgere efficacemente questo compito solo se si sente libera e non deve aver timore di leggi per lei dannose, come quella sulla diffamazione.

L'impellente bisogno di dimostrare al mondo di essere più progressisti dell'NDC del precedente governo, incoraggerà senz'altro quelli dell'NDP a rivedere le leggi sulla libertà di espressione. Leggi che viceversa l'NDC ha sempre difeso con molta determinazione. Il loro Procuratore Generale, dottor Yao Obed Asamoah, si lasciò perfino andare a dire in Parlamento che non avrebbe mai preso in considerazione la possibilità di abrogare queste leggi, affermando:" La richiesta di abrogazione della legge arriverà alle orecchie di un sordo. Non la prenderò neanche in considerazione." Con un voltafaccia sorprendente, dopo che il suo partito aveva perso, il dottor Asamoah ha poi ammesso che il più grosso errore che aveva fatto il suo governo era stato proprio quello di "contrastare" i media e la stampa.

Al contrario, Nana Akuffo-Addo, il Procuratore Generale dell'attuale governo NPP, ha ripetutamente offerto in passato il suo sostegno all'abrogazione della legge liberticida. E' stato anche membro degli "Amici della Libertà di Espressione", un comitato ad hoc, composto da eminenti ghaniani, che si prefiggeva di opporsi alla mano pesante dell'NDC nei confronti dei media. L'avvocato Akoto Ampaw, che è stato in prima linea nella difesa dei giornalisti, è un socio della Prempeh & Co di Akuffo-Addo, lo studio legale privato di Nana Addo che ha attivamente difeso i giornalisti dalla valanga di cause intentate gli anni scorsi dai funzionari dell'NDC contro i media. Lo stesso Nana Addo si è impegnato in prima persona in un paio di casi legali riguardanti i media e tutto l' apparato dell'NPP si è esposto in modo tale in passato per cui comprometterebbe la propria credibilità se rinnegasse ora la promessa di rivedere le leggi sulla libertà di stampa.

Il governo, a questo punto, per non offrire il fianco alla solita accusa di non saper mantenere le promesse, caratteristica negativa e ben nota debolezza dei politici, dovrebbe rapidamente portare in Parlamento una proposta di grande peso e consistenza, caratterizzante il maggior impegno governativo nei confronti dei media di tutti i tempi. Se ciò si dovesse verificare i giornalisti dovrebbero essere ben consci di non potersi aspettare troppi regali e simpatia da parte dei 92 parlamentari dell'opposizione. Sta al Presidente decidere quando mettere mano formalmente alla procedura di abrogazione della legge, ma, qualsiasi strada prenda, i giornalisti ghaniani attendono ansiosamente di vedere se il Presidente Kufuor ed il suo partito sono i veri democratici liberali che con i loro proclami politici vogliono far credere di essere.

Nel frattempo, il governo sembra godersi la sua luna di miele con i media privati. Dal giorno in cui ha assunto il potere, il Presidente ha tenuto aperte le porte del suo ufficio ai media privati e ciò non succedeva da vent'anni! Alla Presidenza é stato nominato un Ministro di Stato per le relazioni con i media. La possibilità di accesso alla Presidenza oggi consentita ai critici media privati è una novità che i giornalisti ghaniani hanno potuto solo sognare per qualche settimana quando il fracassatore di media, l'ex presidente Rawlings occupò il Palazzo. Sotto Rawlings il governo era off limits per la stampa privata, che egli accusò di tutto il male possibile ed immaginabile, compreso il suo ultimo incidente stradale che causò la morte misteriosa in una cella della polizia di un automobilista che era stato sospettato di averlo causato.

A quei tempi, alle riunioni ufficiali di governo, discorsi e documenti venivano forniti selettivamente ai giornalisti dei media statali, mentre i funzionari non tenevano minimamente in considerazione i media privati. Questo è il motivo per cui l'apertura di questa nuova amministrazione ai media privati è considerata un evento straordinariamente benvenuto dai giornalisti. Ora, finalmente, a tutte le agenzie di media interessate verrà consentito libero accesso al Palazzo e a qualsiasi iniziativa esterna intrapresa dal Presidente. A tutt' oggi l'ufficio del Presidente sta registrando la domanda di qualcosa come una ventina di agenzie.

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