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Versione italiana

N.38 - Giugno 2001

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Ghana

Gli esiliati politici tornano a casa.

di Amos Safo

L'avvento al potere del partito d'opposizione ha dato, almeno ad una parte dei cittadini ghaniani, un senso di genuina libertà. Ma, per le vittime del vecchio regime di Jerry Rawlings fuggite all'estero, si è trattato di molto di più, sicuramente di una benedizione.

"Cambio positivo" era lo slogan elettorale del partito d'opposizione NPP ( New Patriotic Party) mentre lottava per strappare il potere all'NDC ( National democratic Congress). Le elezioni del dicembre 2000 sono arrivate e sono ormai un ricordo, mentre i risultati sono noti a tutti. L' NPP, che è stato all'opposizione per vent'anni, governa ora il paese. Durante il discorso d'insediamento il Presidente John Agyekum Kufour ha lanciato un simbolico ramoscello di ulivo a tutti i ghaniani in esilio e a quelli che cercano fortuna in altri paesi, invitandoli a ritornare a casa e dare una mano nella ricostruzione del paese. Il Ghana possiede ragguardevoli risorse naturali, ma è rimasto arretrato a causa del modo estremamente politicizzato con cui sono state affrontate le questioni inerenti lo sviluppo nel corso degli ultimi vent'anni.

Dal momento in cui il Presidente ha lanciato l'invito di ritornare a casa, un certo numero di persone che era fuggito dal paese a causa delle persecuzioni politiche, ha cominciato a fare ritorno. Per rafforzare il peso politico e l'immagine di serietà dell'iniziativa governativa, tesa a convogliare tutte le risorse umane possibili nello sforzo di sviluppo, è stato organizzato un "summit del ritorno a casa". Questo summit mira, fra le altre cose, a spingere tutti i professionisti ghaniani che lavorano all'estero a ritornare ed investire nell'economia nazionale per creare lavoro per i disoccupati e lanciare in avanti il paese, collocandolo entro il 2010 nella fascia di quelli a medio reddito. Delegazioni governative d'alto livello stanno già visitando gli Stati Uniti, il Canada, l'Inghilterra ed altri paesi europei per pubblicizzare l'iniziativa e l'evento.

L'ufficiale in pensione, A.F.G. Coffie, di 65 anni, è uno degli esiliati politici che ha fatto ritorno: Negli ultimi 19 anni si è tenuto nascosto, per paura che il vecchio regime di Jerry Rawlings lo potesse far fuori. L'ufficiale è stato uno dei pochi fortunati a riuscire a fuggire, nei primi anni '80, alla terribile sgrinfia dell'apparato di sicurezza di Rawlings ed è rimasto in esilio fino al 7 gennaio di quest'anno quando il nuovo governo si è insediato al potere. Coffie entrò nel Gold Coast Regiment nel 1955 e fu poi uno di quei sei che formarono il nucleo dei servizi di sicurezza, dopo che il Ghana ottenne l'indipendenza nel 1957. Quando si ritirò dal servizio nel 1973 formò il movimento "Anti Colpo di Stato" dopo che Rawlings aveva messo in atto il suo sanguinoso rovesciamento di governo, giustiziando ben dieci ex generali e tre ex capi di stato. L'obiettivo del suo movimento era quello di fare sì che non si ripetessero altri colpi di stato nel paese. Ma la fortuna non era dalla sua e il 31 dicembre 1981 Rawlings mise a segno il suo secondo e successivo rovesciamento di governo, abbattendo stavolta quello civile di Hilla Liman al quale aveva passato le consegne di governo nel settembre del 1979. Coffie ed i suoi divennero immediatamente il bersaglio di Rawlings e dei suoi "ragazzi rivoluzionari".

Raccontando la sua storia ai giornali disse che dopo il colpo di stato del 1981 venne perseguitato giorno dopo giorno, finché non fuggì dal Ghana nel 1982, temendo per la propria vita. Alcuni suoi colleghi, ivi compresi degli ufficiali in servizio, vennero arrestati, imprigionati ed anche uccisi, perché sospettati di complottare per il rovesciamento del governo del PNDC, il Provisional National Defense Council. Così come molti esuli dal Ghana in quel periodo, si recò in Togo dove inizialmente ricevette aiuto dall'UNHCR (la Commissione per i Rifugiati delle Nazioni Unite) e da alcuni amici, per essere poi, ben presto, lasciato solo a se stesso. Mentre era in Togo, lavorò per i servizi di sicurezza, ma venne più tardi lasciato a casa per via della sua età avanzata.

Finì per fare l'insegnante, ma venne presto esonerato, perché, a detta dei suoi datori di lavoro, non aveva, come tale, alcuna esperienza professionale. A questo punto, del tutto demoralizzato, si mise ad accettare qualsiasi lavoro gli capitasse riducendosi molto male e a far fatica a sfamarsi, costretto perfino a donare sangue agli ospedali per quattro soldi e poter sopravvivere. Ha raccontato che il cambio di governo è stato per lui un enorme sollievo, perché, dopo quasi 18 anni in esilio, aveva perso ogni contatto con la sua famiglia e gli amici e non vedeva l'ora che arrivasse il giorno in cui il governo Rawlings venisse abbattuto dal voto popolare.

Il Presidente Kufour, durante la sua prima settimana al potere, probabilmente consapevole della situazione dei rifugiati ghaniani in Togo, visitò quel paese, per cercare di migliorare le difficili relazioni con questo confinante verso l'est. Ma, la visita malauguratamente coincise con i festeggiamenti per il 30° anniversario in carica del Presidente del Togo, Gnassigbe Eyadema, che era andato al potere a suo tempo con un colpo di stato abbattendo il governo civile di Gilchrist Olympio. Il Presidente Kufour venne pesantemente criticato per tale ambiguità di comportamento.

I suoi critici sostennero che non aveva nessun senso celebrare un colpo di stato con Eyadema quando al tempo stesso condannava quello di Rawlings a casa sua. Ma, al contrario, per Coffie ed i suoi colleghi in esilio la visita non poteva risultare più tempestiva. L'esiliato ha infatti raccontato che la visita del Presidente lo ha fatto definitivamente decidere di mettere insieme le sue poche cose e partire per il Ghana. Il paese natio però non era certo il paradiso, come il malcapitato ebbe occasione di capire ben presto dopo il suo rientro. Per il popolo la vita era molto difficile, anzi, assolutamente insopportabile. Al suo arrivo trovò alloggio nella casa di un amico, ma dovette ben presto cercarsi un altro posto, perché, ahimè, l'amico gli fece capire che non era più il benvenuto da lui. Coffie si spostò allora in un sobborgo a 18 chilometri da Accra, la capitale. Anche lì la vita non era facile dato che era ritornato dal Togo senza il becco di un quattrino. Ed ora, in età di pensione e ormai incapace di svolgere qualsiasi lavoro, si domanda cosa fare del resto dei suoi giorni ed afferma avvilito: "Alla mia età diventa difficile trovare lavoro da tutte le parti, anche in qualche ufficio pubblico"

I giornali e la radio riportano tutti i giorni patetiche storie di ex esiliati politici e, diversamente che per molti altri, la fortuna ha voluto essere al fianco del povero Coffie. Infatti, pochi giorni dopo che i media locali avevano reso di pubblico dominio la sua condizione pietosa, una compagnia di assicurazioni di Accra l'ha assunto come guardiano. Oggi, Coffie, così come molti altri che hanno sofferto ingiustamente, può provare a sorridere, cosa che non aveva neanche potuto sognarsi durante i duri giorni dell'esilio. La storia dei ghaniani esiliati che rientrano nel paese ha purtroppo due risvolti, uno grandioso ed uno pietoso allo stesso tempo. Il nuovo governo, sebbene sia schiacciato da troppi giganteschi problemi ereditati dal passato, per ragioni umanitarie non può ignorare questa gente. Le loro vite sono state fatte a pezzi e ora solo una pur anche minima assistenza da parte del governo può mitigare la loro paura e il loro smarrimento vedendosi costretti ad affrontare la lotta per la sopravvivenza. Assicurarsi un pasto dopo l'altro è un problema tremendo e quasi insopportabile per questi disgraziati innocenti.

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