LesothoStampa e Tv rispettino bambini e donneDi Thabo Motlamelle
In occasione della Giornata Mondiale della Stampa Libera, una cinquantina di bambini, in rappresentanza del punto di vista generale degli adolescenti del Lesotho, ha chiesto ai media, al Ministro delle Comunicazioni e all'UNICEF che venga loro permesso di avere voce in capitolo nella produzione di programmi o servizi che li riguardano. Hanno chiesto di far parte del gruppo di produzione di programmi per ragazzi e che venga data loro la possibilità di dire quello che vogliono sentire, vedere e leggere. Sono del parere che dovrebbero essere prodotti programmi speciali e stampa specifica dove possano far circolare liberamente i loro punti di vista. Prendendo questa iniziativa hanno dichiarato di aderire al movimento globale per l'infanzia e sostenere la campagna per i loro diritti, denominata " Dire di sì ai bambini" guidata dall'UNICEF. A loro modo di vedere sono loro stessi che avrebbero dovuto, per esempio, presentare programmi per bambini come la YO -TV del Sud Africa. Secondo Lawrence Keketzo, membro del Comitato interno dell'Istituto per i Media del Lesotho, questa richiesta si trova in linea con un'altra presentata già due anni fa dal suo gruppo e mirata al coinvolgimento nei media di coloro che non hanno mai visto le loro opinioni riprese e pubblicate dalla stampa. I membri dell'Istituto si sono messi a girare le montagne propagandando il concetto di libertà dei media, cercando di aumentare la consapevolezza della gente per il lavoro dei media e divulgando certa produzione dei media stessi, mettendola a disposizione di contadini emarginati e giovani pastori. Keketso, nell'occasione, ha voluto identificare i ragazzi convenuti e idealmente tutti quelli del Lesotho come un grande gruppo di emarginati, riconoscendo loro l'onore di essere i veri protagonisti del 10° anniversario della Dichiarazione di Windhoek per i media liberi. Ha sfidato il Ministro delle Comunicazioni, Nyane Mphafi ad impegnarsi a fare proprio un lavoro dell'Istituto riguardante la politica dei media e il responsabile dell'UNICEF a Maseru, Tibebbu Haile-Selassie a reintrodurre un programma radio intitolato " Ragazzi nei media". Haile-Selasie ha raccolto la sfida, aggiungendo che avrebbe voluto vedere l'Istituto dei Media permettere ai ragazzi di partecipare e prendere decisioni concernenti questioni che li riguardano. Ha promesso che l'UNICEF avrebbe patrocinato la partecipazione dei giovani. Ha anche reso pubblico e propagandato un rapporto preparato per la giornata mondiale della libertà di stampa dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan, dal direttore generale dell'UNESCO, Koichiro Matsuura, e dall'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Mary Robertson, nel quale ci si congratula col governo del Lesotho per aver progressivamente reso completamente liberi i servizi dei media nel Paese. Il rappresentante dell'UNICEF ha anche dichiarato che in altri paesi i media non sono tanto liberi quanto in Lesotho, dal momento che in questo paese il governo ha permesso ai media di lavorare a tutto campo, in perfetta libertà. Alla Giornata della Stampa Libera hanno portato contributi, con dei documenti, l'Istituto dei Media di cui si è detto finora, ma, anche l'Associazione Femminile dei Media del Lesotho. Nel loro rapporto si spiega fra l'altro che i ragazzi del Paese sono in balia, più di altri, dei messaggi e delle immagini dei media sudafricani. Il capo dell'UNICEF, Haile- Selassie, nel tentativo di fornire una risposta a questo stato di cose ha allora chiesto che con urgenza il governo del Lesotho faccia di più per far conoscere ai ragazzi la loro peculiare realtà, quella in cui vivono, nel loro Paese. Violet Maraisane, la presidente dell'Associazione Femminile dei Media, ha promesso che da maggio le donne reporter avrebbero modificato approccio e metodi nel trattare le questioni dell'infanzia, affermando:" Siamo d'accordo, nei media non abbiamo mai affrontato in modo giusto e corretto i temi dell'infanzia, ed è ora che cambiamo." Il Ministro Mphafi ha preso atto della petizione dei ragazzi, riconoscendo che si trattava di una sfida che avevano lanciato e sostenuto con entusiasmo, pervicacia e sentimento. Annunciando che il governo, grazie ad una modifica alla legge sulle telecomunicazioni, è in procinto di muoversi e regolare meglio l'intero settore dei media del Paese. Ed ha concluso affermando che il suo Ministero sta mettendo a punto nuove politiche sui media, cui faranno seguito adeguati strumenti legislativi. L'Associazione Femminile dei Media ha dichiarato che vuole promuovere e sviluppare il ruolo delle donne nei media come parte dello sforzo di liberazione ed emancipazione della donna nel Paese. La Maraisane ha sostenuto che il miglior modo per avvicinarsi alle donne emarginate consiste nel fare qualcosa per i loro figli, perché " il cuore della donna si raggiunge attraverso il suo bambino". La Presidente dell'Associazione ha anche detto che é loro intenzione lanciare una sfida e lottare contro gli stereotipi che fanno della donna un oggetto sessuale, un soggetto debole e conservatore. Perché: "Negli articoli e nei programmi riguardanti questioni relative all'abuso e alla violenza domestica, alla molestia sessuale, alla discriminazione, così come alla violenza coniugale, manca sempre un'adeguata sensibilità. Infine, ha concluso, supplicando i media di mostrare al pubblico la "faccia" giusta della donna, quale elemento positivo ed attivo di importanza capitale nella società e nella vita pubblica. Ed invitando al contempo le donne in generale e le professioniste dei media, in particolare, a fare uno sforzo per andare oltre l'interesse per la cronaca rosa ed il pettegolezzo, impegnandosi, nel loro lavoro, in adeguate analisi ed approfondimenti.
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