Il numero di Africanews in lingua italiana, tipicamente estivo dato che riguarda i mesi di Luglio e Agosto, è dedicato praticamente al mondo dei minori. È un argomento di grande presa sul pubblico e questo i media lo sanno, quindi danno ampio risalto ai casi di pedofilia, di schiavismo, di crimini commessi da adolescenti; molto meno al turismo sessuale e allo sfruttamento del lavoro minorile. Battono la grancassa per qualche giorno, poi si passa ad altro perché il pubblico si stanca dello stesso argomento dicono, ma in realtà perché non si approfondisce più alcun problema. Le inchieste serie e mirate sono state sostituite dai sondaggi, impietosi nei loro verdetti (il 60% degli italiani ha detto "no", ha detto "si"), improbabili in tante situazioni. Qualche miglioramento c'è stato nel rispetto della figura del minore la cui privacy viene ora più tutelata, prendiamo atto almeno di questo.
In Africa dove la popolazione inferiore ai 15 anni è praticamente la magioranza degli abitanti, percentuali attorno al 45%, le stesse che noi abbiamo ma per le persone sopra i 60 anni, il problema dei minori è vastissimo. Nel primo articolo si affronta la questione fondamentale dell'istruzione. Le tasse e la divisa (a volte basta un paio di calzoncini e una camicetta, calze e scarpe sono "facoltative") comportano una spesa di poche decine di migliaia di lire che per la maggioranza delle famiglie africane rappresenta però una cifra irraggiungibile. Nell'articolo si parla della situazione in Zambia, paese di 9 milioni di abitanti, nel quale 800.000 bambini hanno abandonato la scuola per mancanza di soldi.
Ora c'è un progetto che cerca di rimediare a questa drammatica situazione che, nell'era di Internet, prepara una generazione di analfabeti. Il governo ha chiesto aiuto alla cara vecchia radio, che in questo poverissimo continente ha una diffusione confortante. Non sono certamente dati opulenti e schizofrenici delle famigliole italiane (3 macchine, 4 televisori, più radio e telefonini e computer vari) però, in Zambia ad esempio, ci sono un centinaio di radio ogni 1000 abitanti. Sono più che sufficienti per il programma che impartisce, gratuitamente s'intende, lezioni scolastiche ai bambini aiutati da un insegnante. Oltre agli indigenti si cerca in tal modo di recuperare i bambini di strada che vengono valutati attorno ai 75.000 di cui 10.000 nella sola capitale Lusaka.
Il secondo articolo prende lo spunto dall'episodio della nave fantasma del Benin, una nave di trafficanti che si sospettava trasportasse 250 bambini piccoli schiavi. All'annuncio dell'esistenza di questi negrieri del 2000 si è mobilitato mezzo mondo. La nave è sfuggita per giorni alle ricerche e quando è stata bloccata e perquisita si sono trovati una trentina di minori ma non le prove di un comercio di piccoli schiavi. Un altro, ennesimo smacco della criminalità, più o meno organizzata, alle leggi internazionali. In paesi poverissimi dove la corruzione è sovente un mezzo per sopravvivere, i controlli sulle illegalità sono solo chimere.
Il folklore, la tradizione africana sembrano poter resistere a questa era tecnologica. Un esempio ci viene dall'ultimo articolo che parla del re del piccolo Lesotho e del presidente del grande e potente Sud Africa, suo vicino. Thabo Mbeki, il successore di Mandela, l'anno scorso non era andato al matrimonio di re Letsie III adducendo scuse per impegni di governo. Il re si era molto offeso e, secondo la tradizione africana, ha preteso una mucca per riparare lo sgarbo. Inoltre, nel palazzo reale di Maseru, capitale del piccolo stato (poco più grande del Piemonte ma con soli 2 milioni di abitanti) re Letsie ha preso in giro Mbeki che aveva portato di persona la mucca "riparatrice". Una piccola rivincita di un piccolo stato satellite del grande Sud Africa.
Africanews staff