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N.3 - Maggio 1998

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Zambia

Il governo deve far rispettare i diritti delle donne

di Vusa Dawini e Wanga Saili

Come in molti paesi africani, alle donne in Zambia sono stati negati i diritti all'istruzione oltre a altri diritti fondamentali e il governo ha dimostrato la sua riluttanza a fare un bilancio sulla questione.

Nonostante siano passati due anni dalla conferenza di Pechino sui diritti delle donne, il governo dello Zambia non ha ancora onorato l'impegno di adottare la Politica Nazionale, che metterà termine a alcune delle pratiche discriminatorie contro le donne.

Questo problema è venuto alla luce quando nel corso del lancio della campagna globale per i diritti delle donne del 1998, che si è tenuto presso l'Associazione delle Giovani Donne Cristiane (Young Women's Christian Association - YMCA) a Lusaka il 10 dicembre 1997. La presidente dell'organo consultivo delle Donne nella Giurisprudenza e nello Sviluppo in Africa (Women in Law and Development in Africa - WILD), Gladys Mutukwa, ha chiaramente mostrato il suo dispiacere di fronte alle esitazioni del governo nell'adottare una politica sulla situazione femminile e il piano di azione strategico.

L'assenza di tale politica è stata motivo di preoccupazione per le organizzazioni per i diritti delle donne. Hanno l'impressione che l'assenza di una politica governativa sia in netto contrasto con le promesse elettorali fatte nel manifesto dell MMD del 1991, che affermava che: "L'MMD riconosce l'oppressione specifica che hanno continuato a subire le donne dello Zambia. Il governo dell'MMD accorderà pienamente pari diritti alle donne in ogni aspetto della vita nazionale. Il governo rivedrà tutte le leggi discriminatorie nei confronti delle donne in ogni campo sociale e economico. Il governo dell'MMD rimuoverà ogni pratica discriminatoria, e combatterà i pregiudizi contro le donne nelle istituzioni economiche." In pratica la posizione del governo dell'MMD sulla questione è stata indefinita e poco chiara. Nei fatti, né il precedente governo dell'UNIP né quello presente hanno mai prodotto una politica nazionale che mettesse in risalto gli obiettivi principali dell'impegno dello Zambia nelle convenzioni internazionali. Lo Zambia è stato firmatario della Convenzione per l'Eliminazione di Ogni Forma di Discriminazione Contro le Donne (Convention for the Elimination of all Forms of Discrimination Against Women - CEDAW) sin dal 1980. L'assenza di una politica nazionale ha contribuito a una debolezza nella maniera in cui la disparità tra i sessi è stata trattata.

Uno dei terreni in cui le donne sono rimaste indietro è quello dell'accesso all'occupazione, nonostante il quadro generale mostri che le donne stanno aumentando la loro rappresentanza sia nel settore ufficiale che in quello precario dell'occupazione, sono ancora una minoranza degli occupati salariati del settore ufficiale, e ancora di meno ai più alti livelli di direzione. Nel 1986, le donne rappresentavano circa il quindici per cento nel settore ufficiale, e questa cifra è salita al diciannove per cento nel 1991.

Alcune delle leggi discriminatorie erano evidenti nella Legge sull'Occupazione, CAP 512 delle leggi dello Zambia, che fino al 1990 obbligavano il datore di lavoro a garantire l'alloggio agli uomini sposati ma non alle donne sposate. Ma il terreno che è stato messo in evidenza al lancio della campagna è stato quello dell'aumento del livello di violenza contro le donne. La signora Mutukwa ha fatto notare che il problema della violenza contro le donne in Zambia è stato affrontato da leggi inadeguate. "Il governo deve mettere in pratica e rafforzare la legislazione sulla violenza contro le donne, incluso lo stupro da parte del marito, gli uomini che commettono crimini di violenza contro le donne se la cavano soltanto con sentenze lievi," ha detto. Anche se la signora Mutukwa si è congratulata con il governo per i passi in avanti che ha fatto nel miglioramento dell'istruzione delle bambine, ci sono ancora dei dislivelli lampanti tra i due sessi. Quasi la metà delle bambine in età scolare non va a scuola. Questo problema è particolarmente marcato nelle aree rurali. Il Professor Michael Kelly, dell'Università dello Zambia, durante il Simposio Nazionale sull'istruzione delle bambine, il 15 settembre del 1997, ha rivelato che il numero di chi termina la settima classe, rispetto a quanti si iscrivono alla prima, è diminuito in maniera significativa dal 1990. "Delle difficoltà hanno continuato a assillare il sistema educativo e la sua capacità di accogliere e trattenere gli allievi e assicurare un buon rendimento. Questi problemi riguardano tutti gli allievi, ma il loro impatto sulle ragazze è sproporzionatamente grande," ha detto. Il Professor Kelly ha citato l'insufficienza del finanziamento, i servizi e le infrastrutture inadeguate e il calo dei tassi di scolarizzazione compiuta. Nel simposio di due giorni l'accento è stato messo su ciò che si deve fare per ridurre e rimuovere definitivamente i dislivelli nelle opportunità di istruzione tra ragazze e ragazzi e progressivamente tra uomini e donne.

Il suo punto di vista ha riscontro nel Programma Nazionale di Azione per i Bambini (National Programme of Action for Children - NAPC), che indica che più di diecimila ragazze ogni anno non portano a termine la scuola elementare a causa della povertà o di una gravidanza. Il procuratore generale recentemente nominato, Bonaventure Mutare, che era ospite d'onore, ha detto che il governo era impegnato nella promozione di tutti i diritti umani. "Il Ministero sta preparando il rapporto dello Zambia sulla Convenzione per l'Eliminazione di Ogni Forma di Discriminazione Contro le Donne ," ha detto.

Il signor Mutare ha assicurato le organizzazioni delle donne presenti al lancio della campagna che il governo avrebbe trasformato gli impegni presi a Vienna, Dakar e Pechino in realtà. La signora Mutukwa ritiene che, nonostante che la lotta delle donne non abbia ancora dato frutti, c'è stata un'enorme presa di coscienza sui loro diritti. Crede che i diritti delle donne non dovrebbero essere considerati soltanto dal punto di vista globale, ma anche da quello locale. Ha citato gli esempi di abuso sessuale, ha detto che un maggior numero di persone, in particolare di ragazze, si sono rese conto che l'abuso sessuale è sbagliato e che deve essere fermato. "Molte persone stanno segnalando questi casi per via delle campagne che sono state portate avanti," ha detto.

La battaglia per i diritti delle donne continua. La casa è il posto dove hanno luogo la violenza, gli abusi sessuali, la soppressione delle bambine e altre pratiche culturali negative, ed è solo giusto che la lotta abbia inizio lì, ma in una maniera più equilibrata e realistica.

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