L'articolo che apre il terzo numero di Africanews in italiano arriva dall'Angola. L'abbiamo scelto per la sua semplicità e per la sua chiarezza. L'argomento può sembrare banale: gli artisti angolani hanno lasciato i temi che scaturivano da 20 anni di guerra civile e sono tornati ai soggetti della vita quotidiana vissuta finalmente nella pace malgrado qualche sussulto armato.
E' il volto dell'Africa che faticosamente e lentamente, rinasce, o meglio, tenta di tornare ai livelli degli anni '60 e '70, i primi anni vissuti nell'indipendenza e nella speranza di un futuro migliore rimasto invece un'illusione. Sulle tele degli artisti angolani non appaiono più scheletri di case o volti terrorizzati ma scene di lavoro nei campi o donne partecipanti a seminari sull'Aids. Già, prerché ora che le armi tacciono, si deve continuare a combattere questo virus letale e anche le immagini disegnate da un artista aiutano la gente a capire e a partecipare a questa lotta civile.
Il tribalismo è un argomento controverso nelle vicende africane. Sovente viene citato a casaccio, viene cioè indicato come causa principale di ostilità e conflitti quando i motivi veri sono altri. Nell'articolo che parla della situazione in Malawi si accenna alla rivalità fra le etnie principali del paese. L'autore paventa, speriamo con un po' di pessimismo, che la situazione possa esplodere. Ma più che raffigurare l'antagonismo fra gruppi etnici, l'articolo ricorda le stravaganti, e pure disastrose, decisioni prese in 30 anni di dittatura da Hasting Kamuzu Banda deceduto pochi mesi fa. Banda è stato uno dei dittatori-macchietta che l'Africa ha avuto in eredità dal colonialismo. Dittatore da operetta ma purtroppo assai poco divertente dato che ha avuto sulla coscienza la vita di moltissimi oppositori. Inoltre Banda avendo studiato negli USA e a Londra si sentiva superiore agli altri capi di stato e nei vertici politici li apostrofava con "Voi africani". Una situazione grottesca e tragica che è andata avanti per 30 anni, dall'indipendenza (1964) al 1994.
La legittima e veemente campagna delle donne africane nel rivendicare i diritti che loro spettano è il tema dell'articolo che arriva dalla Zambia. Descrive una situazione comune a moltissimi paesi e non solo africani. Le donne passano all'azione visto che i loro diritti non vengono rispettati e anxche perché le risoluzioni dei convegni mondiali sulla loro condizione rimangono lettera morta. Stavolta è il governo zambiano sotto accusa, il governo guidato da quel Chiluba che ha proclamato lo Zambia, stato cristiano.
Africanews staff