ZambiaGettarsi la droga alle spalleDi Newton Sibanda e Amos Chanda
Il Vice Commissario del DEC racconta di avere avuto il privilegio, nel corso degli ultimi dieci anni, di visitare altre parti del mondo e, da viaggiatore, assicura di non aver mai gradito un determinato aspetto di questi viaggi: le perquisizioni alle dogane. "Perché proprio io?" racconta Phelisters Mwansa. " Ho l'aria di un trafficante di droga? No, è il mio passaporto che mi tradisce. Dice che sono zambiano. E così, sentire un "ah, ah" esclamato con maliziosa gaiezza da un doganiere all'aeroporto di Heathrow." Lo stesso Mwansa, che è Direttore del Progetto di Sviluppo del Piano Globale Contro la Droga del DEC, racconta ancora di aver sentito chiedere in modo abbastanza perentorio: "si faccia da parte, per favore " a lui e a un collega che viaggiavano insieme di ritorno dagli Stati Uniti. L'ordine che si è sentito dare Mwansa non è affatto originale per molti zambiani, semplicemente perché il paese gode di una pessima reputazione riguardo al traffico di droga. Nei momenti peggiori gli zambiani era assoggettati a perquisizioni molto accurate in molti aeroporti, dato che il paese era diventato molto noto per il traffico di droga. Mentre nel 1989 si poteva tranquillamente dire che lo Zambia non era altro che un Paese di transito per le droghe destinate all'Europa, l'America ed il Sud Africa, i fatti hanno poi dimostrato che il Paese era divenuto non solo luogo di transito, ma anche consumatore e distributore di droghe per quelle stesse destinazioni. I funzionari del DEC stanno facendo di tutto per cambiare questo stato di cose e le statistiche dimostrano un sensibile aumento delle persone arrestate per traffico di droga. Nel 2000 il DEC ha arrestato 2.362 persone contro le 1.867 del 1999. Addirittura, nei primi quattro mesi del 2001, si è già arrivati a 1.003 arresti per traffico di stupefacenti. Gran parte di queste persone assicurate alla giustizia sono zambiani. A titolo di esempio, sulla base del rapporto annuale 1999 del DEC, sono stati arrestati 1.743 zambiani, di cui 248 donne per traffico di vari generi di droga e stupefacenti. La centralità geografica dello Zambia, circondato da ben otto paesi, non lo aiuta in questa situazione, dal momento che i trafficanti di droga traggono vantaggio da un transito che consente loro un facile accesso a diversi mercati mondiali delle droghe illegali. Il controllo e l'assegnazione di regole all'uso di droghe pericolose risale, in questo Paese, al 1923, quando il governo coloniale britannico emanò quella che venne chiamata l'Ordinanza per la Regolamentazione dell'Uso dell'Oppio e delle Droghe che Forniscono Assuefazione. La legge venne seguita da un certo numero di altri strumenti legislativi e regolamenti di attuazione. Dopo l'indipendenza del '64, la prima legge in materia è stata quella sulle Droghe Pericolose, del 1967. Questa legge era sta promossa dal Ministero della Sanità ed inserita nel suo quadro normativo. Quattro anni dopo l'entrata in vigore di questa legge si cominciò, però, a capire chiaramente che la legge affrontava in modo del tutto inadeguato il problema del traffico della droga. Negli anni '80 si verificò un aumento senza precedenti di criminalità legata alla droga, in particolar modo si trattava di traffico di metaqualone, comunemente conosciuto come Mandrax. I criminali responsabili, per lo più africani dell'Africa Occidentale ed Asiatici, si erano riversati in gran numero in Zambia ed il seguente coinvolgimento di importanti personaggi zambiani nell'attività criminale aveva inevitabilmente generato una forte reazione dell'opinione pubblica del paese. Seguirono raccomandazioni e dibattiti fra i legislatori, che culminarono nella creazione del cosiddetto Tribunale Chaila, la più famosa inchiesta mai condotta nel paese sul commercio delle droghe illegali. Il giudice della Corte Suprema Mathew Chaila ha guidato nell'85 questo tribunale speciale, costituito appositamente per istruire casi giudiziari contro persone sospettate di essere coinvolte nel traffico di stupefacenti. L'ordine dell'allora Presidente Kenneth Kaunda di arrestare 68 persone sospettate di essere coinvolte nel traffico di droga e nel riciclaggio di denaro era stato una chiara testimonianza della determinazione con cui il governo intendeva bloccare sul nascere questo flagello. In ogni caso gli zambiani continuarono a ricavare enormi profitti da questo traffico illecito a causa dell'assenza di un ufficio governativo specializzato e di un'adeguata legislazione. Il tribunale Chaila trovò larghissimi riscontri ed evidenza di riciclaggio di denaro sporco e cambio illegale di valuta. Alcuni detenuti pagarono semplicemente delle multe, comminate dall'ex Gruppo di Investigazione Speciale sui Crimini Economici e Commerciali ( il SITET ), a causa dell'assenza di leggi adeguate per affrontare, nei tribunali, casi riguardanti, per esempio, il commercio di Mandrax o il riciclaggio di denaro. Questa inadeguatezza della legge, a cui si aggiungeva una crescente dipendenza dalle droghe da parte di molti giovani, in particolare, spinse il governo a costituire il DEC, un'agenzia specializzata contro il traffico della droga, destinata ad investigare tutti i crimini legati direttamente o indirettamente alla droga, a perseguirne i responsabili, ma, al tempo stesso, anche ad educare il pubblico sui pericoli derivanti dall'uso della droga medesima. Il governo, attraverso il DEC, è riuscito ad affrontare brillantemente il problema del traffico della droga, utilizzando strategie atte a ridurre l'offerta e la domanda della droga stessa. La strategia concernente l'offerta si è concentrata principalmente su di uno sforzo di interdizione, mentre quella relativa alla domanda è consistita nell'educazione preventiva, la diffusione di opportuni suggerimenti ed in interventi di recupero dei drogati. Secondo il portavoce del DEC, Nason Banda, lo Zambia, una volta considerato un importante luogo di transito delle droghe illegali, ha ora ridotto in modo significativo il livello e la pericolosità del traffico stesso nel Paese. Sempre secondo Banda se si osservano i risultati raggiunti finora si può tranquillamente dire che le misure messe in atto dal DEC sono state efficaci. Fra gennaio ed aprile di quest'anno, per esempio, sono state arrestate 1.003 persone implicate in traffici di droga dell'ammontare di 8.66 miliardi di Kwacha, corrispondenti a 24 milioni di dollari. Il portavoce ha inoltre spiegato che un sequestro di queste dimensioni, in 4 mesi, ben proporzionato oltretutto al numero degli arresti, dimostra gli ottimi risultati di una strategia di interdizione, opportunamente mirata ed articolata. Mentre sul fronte della riduzione della domanda di droga, grazie al Progetto di Sviluppo del Piano Generale Antidroga ( DMPIP), negli ultimi 3 anni è stata attribuita sempre maggiore importanza alle campagne educative. Spotlight, una pubblicazione del Progetto di Sviluppo appena menzionato, afferma nel suo numero di gennaio che la cannabis è di gran lunga la droga più diffusa e di maggior consumo in Zambia. Le indagini del DEC dimostrano che, sebbene l'utilizzo della cannabis nella medicina tradizionale sia estremamente ridotto, l'atteggiamento culturale generale della popolazione verso questa droga va posto in stretta relazione con il suo uso ed abuso. La diffusione della cannabis è tale per cui il suo commercio è divenuto una delle maggiori attività economiche dei tanti disoccupati del Paese. Uno studio sui fattori che causano l'abuso della cannabis ha rivelato, in relazione all'uso medicinale che ne viene fatto, che l'11% degli intervistati nella Provincia di Choma e il 6% in quella di Mkushi ( provincie meridionale e centrale, rispettivamente) riconosce di usare la cannabis per curare infezioni dell'orecchio, svezzare i neonati ed esorcizzare i fantasmi che frequentano le case. Sempre secondo lo studio, la cultura medico terapeutica tradizionale ha di fatto contribuito alla crescita eccezionale della coltivazione illegale della cannabis da parte dei piccoli agricoltori che vivono di auto sussistenza. Lo Zambia ha ratificato tutte le convenzioni internazionali delle Nazioni Unite che riguardano il controllo delle droghe illegali a livello regionale, nonché il protocollo SADC (Comunità per lo Sviluppo dell'Africa Meridionale). Il rapporto mondiale delle Nazioni Unite sul traffico di droga ed esperienze di altri paesi indicano che lo Zambia soffre di un problema che può essere brillantemente risolto, o perlomeno contenuto, utilizzando maggiori risorse da parte del governo e stimolando la presa di coscienza e la buona volontà dei cittadini. Banda, del DEC, conclude affermando che si è fatta molta strada avanti dopo che ci si era permessi il lusso di far chiamare lo Zambia Paese di transito delle droghe illegali, quando l'incubo della dipendenza si era impadronito dei giovani zambiani. Rimanendo fiducioso, comunque, che lo Zambia migliorerà presto la sua immagine, dal momento che, fra l'altro, il numero dei suoi cittadini arrestati all'estero sta diminuendo in modo significativo. Si tratta di un miglioramento oggettivo e generale che denota chiaramente che l'infamante marchio sta finalmente per essere fatto scomparire.
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