Zambia"Tu sei negro e non entri"Di Newton Sibanda e Amos Chanda
I minatori della Provincia del Copperbelt (la cintura del rame), dove operano le due maggiori società minerarie zambiane, la Konkola Copper Mines di proprietà dell'Anglo American Corporation sudafricana e la Mopani Copper Mines (MCM) che appartiene alla Quantum Minerals di Londra, si sono lamentati a gran voce delle cattive condizioni di lavoro cui li hanno assoggettati alcuni nuovi padroni usciti dalle recenti privatizzazioni delle miniere. Recentemente, questi lavoratori hanno protestato direttamente con Andrew Mwanza, Presidente del Sindacato dei Lavoratori dello Zambia (MUZ), chiedendogli di fare piena luce su questa questione. E' stato riferito che i funzionari del sindacato hanno visitato le società cui ci si riferiva nelle lamentele dei minatori. In una di queste, la Non-Ferrous Company (NFC) Africa, situata nella Copperbelt, i lavoratori si erano lamentati del fatto che i supervisori stranieri della miniera di cobalto e dell'impianto di trasformazione chimica prendevano salari spropositati mentre ai locali impiegati in lavori ad alto rischio venivano offerte paghe da lavoro forzato. I lavoratori dicevano di sapere che i loro supervisori prendevano milioni di kwacha, mentre la maggior parte di loro non arrivava a prendere 500.000 kwacha (120 US$) al mese. Un rappresentante dei lavoratori, che ha chiesto l'anonimato, ha detto che sono gli stessi supervisori a riconoscere questo stato di cose, parteggiando apertamente per i loro nuovi padroni delle miniere. Alla Mopani Copper Mines (MCM) di Kitwe le disparità salariali sono tali che un manager bianco straniero guadagna qualcosa come 28 milioni di kwacha (10.000 US$), mentre un suo collega zambiano guadagna una magra paga di 500.000 kwacha, pari a 120 US$. Un'indagine indipendente ha anche rivelato che l'MCM pagava gli autisti reclutati in Sud Africa qualcosa come 6 milioni di kwacha al mese (circa 2.000 US$ ), mentre i loro colleghi zambiani alla guida degli stessi veicoli e con gli stessi compiti erano pagati 300.000 kwacha (circa 70 US$). Ogni sforzo di ricevere un commento dalla società su questa situazione è risultato infruttuoso in quanto la direzione apparentemente ignora richieste di questo genere. I minatori che accusano le nuove società minerarie di discriminazione salariale contro gli zambiani hanno anche criticato i loro rappresentanti sindacali perché acconsentono che questo stato di cose continui, senza intervenire. Un minatore dell'MCM ha detto che: " si sente dire in giro, da certe parti, che le miniere vanno bene e portano sviluppo nella Copperbelt, ma come può esserci sviluppo quando i minatori sono presi per fame? Lavoriamo molto sodo, ma prendiamo quattro soldi, specie se si paragona con quello che prende certa gente straniera seduta alle scrivanie." Un altro minatore ha aggiunto: " Passi per i sovrintendenti dell'MCM che sono dei capi, ma non è accettabile constatare che i propri salari sono diversi da quelli dei colleghi bianchi che vengono per lo più dal Sud Africa. E' sorprendente il fatto che trovi gente che lavora in queste posizioni di livello basso e quando gli chiedi della sua esperienza, apertamente ti dice che è rimasto per strada qualcosa come cinque anni in Sud Africa ed ora prende milioni per un lavoro che non fa, un lavoro che facciamo noi per lui. " Molti di questi minatori che riferiscono questo genere di cose preferiscono rimanere nell'anonimato, nel timore di vedersela brutta con i loro capi. Ma il sindacato ha promesso di opporsi ad ogni violazione dei diritti dei lavoratori che sia basata sul colore della loro pelle. Il suo Presidente, Mwanza, ha promesso di occuparsi di queste questioni " razziali " ed ha promesso di combattere questo grave stato di cose ogniqualvolta se ne abbiano le prove. Affermando: " Non ci siamo battuti contro il colonialismo per poi permettergli di ritornare in questa nuova forma in cui coloro che detengono la leva del denaro ci vogliono assoggettare ad abusi razziali. Questo non è il tipo di investimento che ci serve." Fackson Shameda, il presidente del colosso dei sindacati, lo Zambia Congress of Trade Unions (ZCTU) che fa da organismo ombrella per tutti, tranne che per tre sindacati nel paese, afferma: " E' orribile che un paese indipendente, che è stato sulla linea del fronte contro il regime dell'apartheid in Sud Africa, debba tollerare il razzismo. Se con il loro denaro pretendono di comprare la nostra dignità, preferiamo rimanere poveri piuttosto che perdere l'onore". Un visitatore, un ingegnere zambiano residente in Inghilterra, è rimasto recentemente inorridito nel vedere quanto razzismo viene ostentato negli alberghi di Livingstone, la capitale turistica del paese. Godfrey Mpundu si trovava da quelle parti con la moglie inglese ed il figlio quando l'hanno fatto aspettare una mezzora per servirlo, mentre i camerieri si affrettavano attorno ai clienti bianchi sudafricani. La netta impressione di Mpundu è quella di essere stato vittima di un atteggiamento razzista e si è domandato come si possa tollerare una cosa del genere che sembrerebbe spiegabile solo col fatto che ci sia l'intenzione di tenere eventuali clienti zambiani alla larga da questi posti. La storia di Mpundu ha avuto un prosieguo il giorno dopo quando ha portato suo figlio ad una clinica privata. Dopo aver aspettato per un'ora, due bianchi, che erano arrivati dopo, hanno preteso di saltare la coda, difesi da una infermiera zambiana che asseriva che costoro erano arrivati prima di lui, ma si erano allontanati per un attimo… La cosa ha contrariato l'ingegnere che ha reclamato ed è arrivato alla conclusione che gli zambiani si rendono complici di questi atteggiamenti razzisti per non perdere il lavoro e che in fondo tutto dipende purtroppo dalla loro condizione d'indigenza. Anche i nuovi e decantati alberghi di Livingstone della catena Sun International sono stati oggetto di pesanti critiche da parte di clienti locali per atteggiamenti razzisti verificatisi al loro interno. Un certo Davy Sakala, giornalista anziano del Times of Zambia, il maggior quotidiano del paese, è stato recentemente allontanato dal Royal Livingstone Hotel, inaugurato da un mese, per motivi apparentemente razziali. All'ingresso gli è stato detto da una guardia che non poteva entrare sulla base di istruzioni ricevute dalla direzione. Il giornalista, mentre discuteva la questione fuori dalla porta, pare abbia visto un certo numero di bianchi entrare liberamente senza che la guardia dicesse loro una parola. Ma il direttore generale della Sun, Phillip Cougars, ha negato si possa manifestare qualsivoglia forma di razzismo nei suoi alberghi, spiegando che la gente: " non può entrare a suo piacimento negli alberghi, senza che venga previamente registrata all'ingresso". Ha detto inoltre che la società intende mantenere "certe" restrizioni all'ingresso nei suoi hotels a cinque stelle per tenere alti gli standards…., ma non ha naturalmente rivelato come queste restrizioni vengano concepite e messe in pratica. Il manager ha aggiunto che la società possiede due alberghi nello stesso stabile, uno a cinque e un altro a tre stelle, quello di lusso riservato solo a coloro che se lo possono permettere….ma al povero Sakala nessuno ha chiesto quanto fosse gonfio il suo portafoglio e quindi in quale hotel potesse entare! Clement Chimbwe, vice ministro della provincia meridionale dove si trova il Sun Hotel, ha promesso di vederci chiaro, dicendo: "Ho saputo dai giornali, ma vi devo dire che se troveremo le prove di un simile comportamento state certi che non lo permetteremo. Abbiamo lottato contro questo genere di cose e se questa mentalità pervade ancora il Sud Africa non consentiremo che attecchisca qui." I Sun Hotel sono stati ufficialmente aperti l'11 agosto dal Presidente Frederick Chiluba, che ha riconosciuto che in effetti certe forme di razzismo si verificano in queste zone turistiche, promettendo di affrontare il problema, concludendo: "Non esistono dubbi che in questo paese noi non permettiamo e mai permetteremo qualsiasi forma di discriminazione esercitata da chicchessia." Michael Mabenga, il suo Ministro del Turismo, ha aggiunto che lo Zambia è un paese libero, basato sulle pari opportunità per tutti, ragion per cui in nessuna località turistica saranno permesse ingiustizie razziali. " Il razzismo è un male tanto dannoso da non poterci permettere di lasciar sopravvivere neanche alcun indizio della sua esistenza. Allo stesso tempo non si deve agire impulsivamente e per questo stiamo indagando in modo approfondito tutti gli episodi riportati riguardanti presunti comportamenti razzisti che si sono verificati nei lodge e negli hotel di Livingstone, " ha affermato, concludendo, Mabenga. Purtroppo, però, il governo, nell'affrontare queste forme di ingiustizia razziale, pur di natura diversa, che si verificano nel mondo produttivo minerario e in quello del turismo, si sta muovendo con una strategia ambigua. Vuole intervenire, ma allo stesso tempo sa di non potersi permettere d'alienarsi la fiducia degli investitori. Per esempio, il governo si è mosso rapidamente nell'espellere qualsiasi straniero, specialmente greci, libanesi ed asiatici, che avevano manifestato comportamenti razzisti, ma non dice sostanzialmente una parola sui casi di razzismo riportati nelle miniere di proprietà sudafricana. Il Ministro dell'Interno, dottor Peter Machungwa, afferma che gli ispettori del Dipartimento del Lavoro sono stati accuratamente istruiti per investigare su tutti i casi di razzismo riportati nelle società di cui si è detto. Non si è visto gran ché di significativo finora, come effetto di questi buoni proponimenti, se non il fatto che il Ministro ha firmato l'anno scorso un ordine di espulsione per due uomini di affari libanesi riconosciuti colpevoli di condotta razzista. Il Ministro ha ribadito che qualsiasi investitore ritenuto colpevole verrà trattato allo stesso modo, affermando che il governo vuole nuovi investimenti, ma non al prezzo della dignità degli zambiani. Un dirigente anziano della Allcom Mining 2001, Dick Scott, ha criticato gli investitori stranieri che si suppone siano stati coinvolti in atteggiamenti razzisti ed ha ammonito i responsabili dicendo che il razzismo se presente in ogni attività economica ne compromette il successo ed allo stesso tempo rallenta la prospettiva di raggiungimento di una crescita reale del paese. Scott, che è il direttore generale della società, afferma, inoltre, che il razzismo è campo di cultura per ogni genere di comportamenti scorretti sui luoghi di lavoro. Se su questi i lavoratori trattano male o abusano dei loro colleghi ci si può senz'altro aspettare una ritorsione in qualsiasi momento, compromettendo, in generale, il buon svolgimento dell'attività. La discriminazione dei neri non può essere esercitata da nessuno ed a nessun livello, indipendentemente da quale sia l'importanza dell'investimento di qualsiasi società nel paese.
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