Il numero 48 di Africanews in lingua italiana è dedicato a un argomento che molti nostri lettori potrebbero ritenere trito e ritrito. Si tratta della condizione della donna, cioè la sua discriminazione; stavolta riferita alle africane. Perché questo tema può apparire una replica banale di tanti alti articoli? Ce lo dice Ryszard Kapuscinski. Queste le sue parole: "Le disuguaglianze del mondo moderno sono presenti a tutti i livelli dell'esistenza umana. Cominciano nella famiglia dove esiste una disuguaglianza tra il destino dell'uomo e della donna. Le donne si trovano in una situazione peggiore di quella degli uomini: intendo dire su scala globale, non nelle società privilegiate."
Kapuscinski, da mezzo secolo gira il mondo, conosce mille realtà e le descrive sui giornali più prestigiosi. Il giornalista polacco ci dice appunto che noi, società privilegiata, non avvertiamo questa disparità fra uomo e donna nonostante l'aspirazione a essere più rappresentate nella politica sia molto sentita e sbandierata da noi.
Aggiungiamo pure che osservando la storia e la realtà attuale africana si potrebbero elencare situazioni e casi in cui le donne sono state e sono protagoniste. Ci si potrebbe riferire al peso avuto dalle senegalesi nel grande sciopero del 1948, quando i loro uomini in lotta con l'amministrazione francese erano allo stremo. Una marcia lunghissima, sfiancante, micidiale per alcune di loro, conclusa a Dakar fece capire ai francesi che le cose dovevano cambiare e fu la vittoria sindacale più importante del periodo coloniale.
Passando ai nostri tempi possiamo invece segnalare le donne-manager. Sono in Togo, Nigeria, soprattutto in molti paesi dell'Africa occidentale. Le chiamano le "Nana-Benz" perché sfoggiano Mercedes e altre macchine di lusso, simbolo della loro agiatezza nata dalla loro abilità, dalla loro scaltrezza e dalla loro intelligenza negli affari.
A questo punto il lettore potrebbe chiedersi, ma allora dov'è questa discriminazione? La discriminazione, purtroppo, è ovunque. E ovunque per l'Africa significano 30 milioni di Km quadrati, 800 milioni di abitanti e 53 stati nazionali. È su questo immenso palcoscenico che le oppressioni, i maltrattamenti, le ingiustizie colpiscono le donne in modi incredibili, sconvolgenti.
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Nel numero di febbraio avevamo parlato di campi di concentramento dove finivano donne anziane accusate di stregoneria in Ghana. Queste donne dovevano ritenersi fortunate perché altre con la stessa accusa, venivano percosse, a volte mortalmente, e cacciate dal villaggio. Solo donne, naturalmente. Per accusare un uomo di stregoneria infatti si devono portare le prove, mentre per colpevolizzare una donna basta anche la parola dello scemo del villaggio.
Una situazione analoga viene descritta nell'articolo di questo numero riguardante lo Zimbabwe. A peggiorare la situazione esiste il dilagare dell'Aids. Essere donna, vedova e anziana, comporta il rischio di vedersi accusare di propagare il contagio mortale; con tutte le conseguenze. Meno drammatiche ma molto indicative sono le situazioni descritte in altri articoli. In uno si parla di scuole statali sprovviste di bagni per le ragazze. Non si capisce perché non sono stati costruiti, ma la situazione offre la scusa per accettare meno iscrizioni femminili. L'altro aspetto riguarda la tavola, dove i cibi proteici, come la carne, sono riservati solo agli uomini!
Il quarto articolo riguarda il progetto del Sudan di costruire dighe per sfruttare meglio le acque del Nilo. Ma il bacino del fiume più lungo del mondo (circa 6700 chilometri) riguarda ben nove nazioni e non tutte vedono di buon occhio questo tentativo sudanese di accaparrarsi la preziosa acqua. Un anticipo di quella guerra per l'oro azzurro, prevista dagli strateghi economici nei prossimi anni.
Africanews staff