CamerunSeconda guerra alla corruzionedi Martin K. Jumbam
Il Primo Ministro del Camerun, Peter Gafay Musonge, ha varato recentemente una campagna a livello nazionale contro la corruzione, un male endemico che ha affondato i denti tanto profondamente nel tessuto sociale, morale ed economico del Camerun, che ogni sua pretesa eliminazione provoca il riso aperto di molti cittadini. In un recente comunicato stampa, il Gabinetto del Primo Ministro ha dichiarato che il governo ha deciso di sradicare la corruzione dal Camerun e che quindi avrebbe lanciato un attacco su molti fronti cominciando con una campagna intensiva di sensibilizzazione sui media. A questa sarebbero seguite azioni concrete che avrebbero privilegiato non solo l'aspetto punitivo ma che avrebbero anche ricompensato i dipendenti governativi che davano prova di rettitudine morale nel loro servizio al pubblico. E a nessuno sarebbe stato concesso di rimanere alla guida di un'istituzione governativa per più di cinque anni. Quest'ultimo punto ha spinto l'uomo della strada a chiedersi se i capi degli enti semipubblici, come Obouh Fegue della società idrica nazionale (SNEC) e Niat Njipendi, della società nazionale per l'energia elettrica (SONEL), veri dinosauri rimasti alla guida di questi due enti per oltre vent'anni, verranno finalmente congedati. Tuttavia le probabilità che ciò avvenga sono a dir poco scarse, dato che Obouh Fegue proviene dalla stessa regione del Presidente Paul Biya, e Niat Njipendi, sebbene originario di una regione diversa, gode dei favori del presidente, facendo parte del santuario interno del partito al potere, il CPDM. L'accumulo di funzioni e la longevità ai vertici del potere degli enti non sono un fenomeno nuovo in Camerun. Infatti i critici non hanno mancato di osservare che persino il Primo ministro stesso, oggi impegnato in una crociata contro la corruzione, ha continuato fino a pochi mesi fa la scalata al vertice della dirigenza generale della Camerun Development Corporation (CDC), una società agricola semi-pubblica, secondo datore di lavoro del paese dopo il governo. Per l'uomo comune, chi per anni ha goduto il privilegio di ricevere un salario da due fonti diverse in un paese dove la disoccupazione è endemica, non è la persona più adatta per condurre una crociata contro la corruzione. Altri osservatori si chiedono se il Primo Ministro Musonge abbia la grinta politica per mettere al tappeto i principali responsabili della corruzione del paese, molti dei quali suoi colleghi di partito. Alcuni anni fa, il ministro per il pubblico impiego del presidente Biya, Haman Hadji, venne molto lodato per lo sforzo di purgare la pubblica amministrazione dalla corruzione. Finché nella sua rete rimanevano pesci piccoli - il comune dipendente pubblico che accetta una bustarella - la radio e la televisione hanno applaudito le sue mosse lodandolo per quella dimostrazione di grande patriottismo. Ma quando si è avvicinato troppo a coloro che il ministro stesso ha telegraficamente definito "balene della corruzione" che nella maggior parte dei casi appartengono alla cerchia degli stretti collaboratori politici del presidente, membri di famiglia o della stessa tribù, si è scatenato l'inferno sulla testa del povero ministro che ha anche stabilito un precedente, essendo il primo parlamentare a lasciare volontariamente il governo del presidente Biya per unirsi alla neonata opposizione. Per la sua audacia, è stato ricompensato con frequenti e pretestuosi raid di polizia a casa sua, che hanno lasciato tracce evidenti della visita; il ministro è stato fortunato a non ritrovarsi con le ossa rotte. Così, quando è stato annunciato l'ultimo attacco alla corruzione, di nuovo la radio e la televisione si sono concentrate solo sui pesci piccoli, senza osar mettere in questione le azioni dei vertici politici ed economici, che hanno riattivato le ceneri della corruzione a livelli molto più alti. E in effetti i vescovi del Camerun non hanno mai concluso i loro incontri senza denunciare con chiarezza il fenomeno invasivo della corruzione che affligge il paese. Uno degli obiettivi dichiarati del primo Ministro Musonge è quello di eliminare definitivamente i posti di controllo della polizia sulle strade del Camerun. Questo sarebbe davvero un bel salto che potrebbe però farlo cadere. Chi viaggia in Camerun potrebbe lasciare il paese con l'impressione che sia in stato di guerra, dato che ci sono posti di blocco della polizia e della gendarmérie ovunque, molti addirittura a portata di voce tra loro. Tassisti, camionisti o piccoli commercianti che si rifiutano di far scivolare qualche moneta nelle mani dei poliziotti, rischiano di essere trattenuti indebitamente ma i tentativi passati di eliminare questi posti di blocco sono sempre falliti. Come il Primo Ministro Musonge intenda risolvere il problema, è la domanda che tutti si pongono. La lotta contro la corruzione in Camerun sembra una battaglia persa in partenza. Il paese potrà essere depurato dalla corruzione solo se la purga inizia dalla cima. Il Primo Ministro Musonge ha l'intenzione o la forza politica per farlo? Di questo dubitiamo.
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