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Versione italiana

N.4 - Giugno 1998


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SOMMARIO









Editoriale

Non esistono sondaggi in merito, ma crediamo che il termine globalizzazione sia praticamente sconosciuto, poco chiaro, vago o male interpretato dalla stragrande maggioranza degli italiani e degli europei ora che siamo tutt'uno. Stessa sorte o quasi riteniamo tocchi al concetto debito estero dei Paesi del Terzo Mondo. Magari molti pensano: "Ma non è naturale che i poveri abbiano dei debiti?" Però, come siano nati questi debiti, gli interessi che strangolano i paesi debitori e le conseguenze che ciò comporta nella vita degli abitanti, non è cosa nota.
Purtroppo queste due parole così oscure per la gente normale, questi due termini economici o meglio queste due realtà economiche sono alla base dello squilibrio esistente fra i paesi ricchi e i paesi poveri del mondo.

Tale squilibrio cresce vistosamente anno dopo anno e genera ingiustizie sociali, privazioni fisiche, deterioramento dei rapporti umani e ondate di violenza tra le popolazioni, miliardi di persone, del Terzo Mondo. Sino a poco tempo fa le grandi istituzioni come la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico evitavano l'argomento o si dicevano fiduciose nei loro rimedi, ma la situazione si è deteriorata a tal punto che il presidente della Banca Mondiale a fine '97 ha dichiarato che lo squilibrio sta assumendo proporzioni allarmanti. "E' una bomba innescata che potrebbe esplodere nelle mani dei nostri figli" ha detto testualmente.

Globalizzazione e debito estero sono appunto due dei temi trattati nel quarto numero di Africanews in lingua italiana dal teologo-giornalista Laurenti Magesa e dal padre comboniano Renato Kizito Sesana.
La globalizzazione che sta rendendo invivibile il mondo per effetto di un'economia diventata inumana è vista da Magesa nell'ottica dei paesi del Terzo Mondo. Le loro risorse naturali e umane sono interamente dipendenti dalle economie del Nord e possono essere annullate, vanificate, distrutte se il mercato decide in un senso piuttosto che in un altro. Magesa indica quali vie sono percorribili, quali strategie attuabili per contrastare gli imperativi del mercato, per impedire che tre quarti della popolazione mondiale sprofondi sempre più nello sconforto e nell'angoscia della miseria.

Uno dei punti toccati da Magesa è lo sconfinato debito estero dei Paesi del Terzo Mondo ed è appunto l'argomento affrontato da Kizito Sesana. Per la verità basterebbero le cifre a descrivere il fenomeno: in Mozambico il 33% della spesa pubblica se ne va a pagare il debito estero e interessi relativi mentre alla scuola va il 7,9% e alla sanità il 3,5%. Ed è una situazione comune a tutti gli altri paesi indebitati. Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale devono essersi accorti che qualcosa non andava e hanno cominciato a condonare piccolissime quote di debito ai paesi che secondo loro sono i più "diligenti" e naturalmente "allineati".

In questo numero di Africanews si parla di un'altra piaga africana e cioè la corruzione. In Camerun il Primo Ministro ha lanciato una campagna purificatrice dell'amministrazione pubblica. L'autore dell'articolo si augura che, come sempre, nella rete non rimangano solo i pesci piccoli mentre quelli grandi sgusciano via.

Africanews staff


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