MalawiTroppe donne analfabetedi Stella Mhura
Secondo un documento del 1993 sulla forza lavoro locale dell'Università del Malawi, a partire dai 10 anni il 64% delle donne è presente sul mercato del lavoro sommerso, soprattutto come piccole proprietarie terriere e lavoratrici familiari non retribuite. La Women World Banking (WWB), uno dei principali istituti di credito per le donne, interessata all'evoluzione economica che le donne Malawi vivono oggi, è stata fondata nel 1990 per promuovere l'affrancamento economico dei poveri. Obiettivo dell'organizzazione è la fornitura di credito, formazione, tecnologie dell'informazione e mercati. Ma i servizi sono diventati operativi solo nel 1994 con due programmi, il Social Dimensions of Adjustement Program, programma di adeguamento delle dimensioni sociali (SDA) e il fondo per le piccole e medie imprese (SMEF). La WWB ha assistito con prestiti 3.206 donne. Il programma di adeguamento delle dimensioni sociali è stato varato per minimizzare gli effetti negativi del programma di adeguamento strutturale (SAP) sugli strati più vulnerabili della società Malawi e per rafforzare la capacità di integrazione dei poveri nel processo di pianificazione dello sviluppo nazionale. Il programma sosteneva la creazione di micro-progetti a base comunitaria che si propongono di alleviare lo stato di povertà, offrendo anche un piccolo prestito. Da qui la partecipazione della WWB al programma. I beneficiari hanno avuto accesso al credito grazie a un sistema di prestiti collettivi con un tasso del 36 per cento, dato che la maggior parte dei richiedenti non possedeva beni da dichiarare come collaterali. Lo SMEF è un programma di credito rotativo che vale 100 milioni di kwacha (6,3 milioni di dollari USA) che il governo ha varato per sostenere le piccole e medie imprese nell'ambito del programma di sostegno per i poveri. Tre istituti di credito, compresa la WWB sono state identificati dal governo per erogare i fondi, mentre la Central Bank, la Reserve Bank sono intervenute nelle vesti di intermediari. Uno dei requisiti era che il 60 per cento del denaro finanziasse imprese di donne e che il 75 per cento venisse esteso per la qualificazione delle imprese nelle aree rurali del Malawi. Alla WWB sono arrivati 24 milioni di kwacha (1,6 milioni di dollari USA, cioè 3 miliardi di lire) erogati a circa 3.000 donne. "Questi fondi, rispetto alle 55.000 donne formate, sono molto scarsi per soddisfare la domanda", spiega Mary Nyadovi-Kerr, direttore esecutivo della WWB. La carenza di fondi è uno degli ostacoli che impedisce che l'organizzazione raggiunga molte donne in situazioni di svantaggio. Obiettivo della WWB è arrivare all'85% delle donne rurali, ma stando al numero delle donne sinora coinvolte, il compito sembra quasi impossibile. Le indagini fatte dal funzionario dell'istituto di statistica indicano che il 54 per cento della popolazione del Malawi è composto da donne che, in maggioranza vivono nelle aree rurali. Per questo la Kerr afferma che la sua organizzazione ha bisogno di un budget di 55 milioni di Kwacha all'anno per coinvolgere circa 20.000 donne. "Al momento questi due programmi sono l'unica fonte di finanziamento a disposizione dell'organizzazione. Cerchiamo pazientemente altri donatori che ci finanzino con le somme che abbiamo indicato" continua, e aggiunge che la WWB ha presentato le sue proposte alle organizzazioni locali e internazionali chiedendo ulteriori fondi. La carenza di personale è un altro problema che l'organizzazione deve affrontare mentre cerca di portare avanti le attività già iniziate. Il problema delle risorse umane è dovuto al fatto che il pacchetto SMEF non contemplava i costi operativi. I costi amministrativi dovevano essere a carico delle organizzazioni erogatrici, secondo la relazione dell'organizzazione sugli investimenti nell'imprenditoria femminile 1995/96. "Lo SMEF è stato varato in fretta, lo schema del progetto non definiva chiaramente gli indicatori per il monitoraggio, questa è stata probabilmente una debolezza del programma", conclude la relazione. Le interferenze politiche sono un altro fenomeno che ostacola la crescita della WWB, osserva la Kerr, e continua dichiarando che la massa ha frainteso la dichiarazione del presidente Bakili Muluzi al momento del varo dello SMEF, quando ha affermato che il fondo era stato istituito nell'ambito dei programmi governativi di sostegno ai poveri, intendendo che i prestiti sarebbero stati disponibili per ogni cittadino del Malawi. Conseguentemente ogni uomo politico, in particolare in Parlamento, a cominciare dal partito di governo fino a quelli all'opposizione, si aspettava che la WWB elargisse prestiti a tutti. La Kerr conclude: "Quando non abbiamo soddisfatto tutte le richieste perché le risorse erano insufficienti, la WWB è stata accusata da entrambe le fazioni di favorire l'una o l'altra formazione, fino al punto che alcuni uomini politici hanno consigliato ai beneficiari di non ripagare il debito." Cinque anni fa è stata fondata la National Business Women Association (NABW), un altro ente di credito per le donne, inizialmente nata come organizzazione di consulenza di affari per le donne rurali. Quando lo SMEF è stato varato nel 1995, in base al decreto presidenziale la NABW ha ricevuto disposizioni perché si attivasse nell'elargizione dei fondi. I 35 milioni di Kwacha assegnati all'organizzazione sono stati ripartiti tra 7.000 donne, sebbene l'organizzazione avesse formato ben 12.000 potenziali imprenditrici.
La responsabile della NABW, Joyce Banda, ha anche menzionato la carenza di fondi, risorse umane e gli alti livelli di analfabetismo delle donne Malawi tra i vari problemi che impediscono all'organizzazione di realizzare il tanto auspicato progresso. Joyce Banda, che nel 1996 ha ricevuto con altri il premio per la lotta contro la fame in Africa per i suoi sforzi a favore delle donne, afferma che le donne non alfabetizzate spesso non comprendono i principi base dell'attività commerciale. Il funzionario dell'ufficio nazionale di statistica conferma che l'analfabetismo delle donne, che vivono in maggioranza in aree rurali, arriva al 68,4%.
I contenuti possono essere riprodotti liberamente citandone sempre la fonte. Spedire inoltre una copia dell'articolo alla redazione di Africanews.
AFRICANEWS versione italiana viene pubblicata da Amani, via Gonin 8, 20147 Milano |