Il quinto numero di Africanews in lingua italiana si apre con una storia d'amore. E' una storia tipo Giulietta e Romeo dato che sboccia in Rwanda fra Delphine, una Tutsi, e Daniel, un Hutu. I due fidanzatini appartengono cioè alle due etnie che dal '94 a oggi si sono affrontate in uno dei più spaventosi massacri della storia mondiale fra abitanti dello stesso paese. Prima gli Hutu, nella primavera del '94, hanno realizzato uno spietato genocidio che è costato la via a oltre 500.000 tutsi, poi questi hanno ripreso il potere ed eliminato a loro volta centinaia di migliaia di hutu. Tutta la storia di Delphine e Daniel, se pur autentica, è emblematica. L'amore fra i due ragazzi rappresenta l'amore che spinse molti hutu e tutsi a salvare persone dell'altra etnia rischiando e sovente venendo puniti con la morte per questa solidarietà. L'amore fra Delphine e Daniel rappresenta anche l'unica via per il Rwanda di tornare a vivere in pace. L'articolo non ha volutamente una conclusione. In tal modo l'autore vuole simbolicamente protestare contro l'odio che divide e, ancora oggi, provoca vittime, fra il popolo rwandese.
I tristemente famosi mercenari, protagonisti di tante guerre e misfatti nel Continente africano, sono purtroppo tornati di moda. Queste organizzazioni che si offrono sul mercato con la pubblicità come un qualsiasi prodotto commerciale, approfittano sia della riluttanza dell'ONU ad affrontare con la forza certe situazioni locali, sia degli enormi interessi che le multinazionali devono difendere in Africa anche a costo di assoldare piccoli eserciti. Ma è il commercio delle cosidette armi leggere il vero seme della violenza, dell'eterna instabilità africana. E i soldi con i quali i dittatori o governanti pseudo-democratici comprano le armi sono soldi che dovevano servire alla costruzione di ospedali, scuole, a rendere meno dura e aspra la vita di milioni di africani. Le statistiche dicono che in 15 anni, dal 1980 al 1995, dieci nazioni africane sono state teatro di guerre civili e che su una popolazione di 155 milioni di abitanti le vittime hanno superato i 7 milioni. Nella stragrande maggioranza vittime ppartenenti alla popolazione civile e causate dalle "armi leggere" che circolano nel continente più numerose delle mosche.
E' un articolo proveniente dalla Tanzania il vincitore del premio col quale Africanews ha voluto onorare la memoria di Andrea Awour, il direttore dell'agenzia, scomparso tragicamente in un incidente stradale nel novembre scorso. Caesar Dushimiyimana racconta la storia vera di un'incredibile superstizione. L'ambiente è quello dei minatori, cercatori di tanzanite, una gemma bluastra e violetta scoperta nel 1967 e divenuta presto molto ricercata specie dalla famosa ditta statunitense Tiffany. Nell'aprile scorso un'inondazione travolse cento minatori nei cunicoli dove lavoravano senza misure di sicurezza e di prevenzione. Ebbene questo tragico fatto invece di allontanare i cercatori di gemme li ha attratti perché è credenza popolare che tali disastri rappresentino un "sacrificio rituale" che calma gli spiriti e apra un periodo di abbondanti scoperte di pietre preziose.
Il corrispondente dello Zimbabwe solleva il problema della stampa occidentale per la quale troppo spesso l'Africa è solo il paese dei dittatori, delle carestie e delle ingiustizie. Purtroppo queste piaghe affliggono il continente ma non rappresentano certo tutta la realtà. Inoltre su certi fatti il resoconto dei media occidentali è parziale e fazioso. E' accaduto appunto per il problema della terra in Zimbabwe dove il presidente Mugabe vuole riprendere parte delle terre che gli agricoltori bianchi possiedono e ridistribuirle ai contadini. I giornali inglesi l'hanno definito il "furto di Mugabe" senza accennare alle ragioni storiche che stanno alla base del progetto per altro tutttora inattuato.
Africanews staff