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N.5 - Luglio 1998

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Tanzania

I minatori superstiziosi si aspettano un boom

di J. J. Caesar Dushimiyimana

Nell'aprile scorso le piogge torrenziali hanno seppellito vivi circa 100 minatori che lavoravano a Mererani, nei pressi di Arusha. Invece di allontanare i potenziali cercatori, con tutta probabilità l'incidente attirerà migliaia di lavoratori locali, convinti che gli spiriti 'siano stati placati' e che a loro volta ora debbano ricompensare l'uomo.

Sebbene lo shock per la morte di almeno 100 minatori uccisi dall'inondazione di Mererani (regione di Arusha, Tanzania settentrionale) sia ancora fresco nella memoria, un'antica superstizione, secondo la quale i disastri sono 'sacrifici rituali' che preannunciano un boom minerario, farà accorrere migliaia di minatori nella speranza di rapidi guadagni. In passato i disastri minerari che si verificavano periodicamente non venivano dichiarati per la lontananza del teatro dell'incidente e anche per la convinzione popolare secondo la quale questi incidenti sono rituali naturali da preservare come 'top secret'. Dopo l'incidente del 10 aprile, un broker minerario, Cheluo Chuwa ha dichiarato che nel corso della sua esperienza ormai quindicinale in miniera ha visto minatori e broker "correre a frotte a Mererani dopo ogni disastro sperando di far fortuna in fretta, convinti che gli spiriti fossero stati placati". Ora che il sacrificio è stato offerto, aspettatevi l'arrivo di una moltitudine di minatori e broker in marcia per i campi di tanzanite di Mererani".

Chuwa aggiunge che si sarebbero diffuse voci nei dintorni della città di Arusha,a circa 40 km da Mererani, secondo le quali "i pozzi ora sputeranno pietre preziose e Arusha e Mererani presto saranno sommerse dal denaro". Chuwa vorrebbe che il governo intervenisse rapidamente per garantire un minimo di standard di sicurezza nei pozzi in conformità alle politiche e al rispetto dei regolamenti. Le norme governative stabiliscono che prima di scendere nei pozzi i minatori debbano indossare elmetti, stivali di gomma, caschi con lampade e batterie ricaricabili. Questi standard, osserva Chuwa, raramente vengono rispettati dai minatori per il semplice motivo che non esiste nessun organo per farli rispettare. Quello che fanno, nella migliore delle ipotesi, è improvvisare l'equipaggiamento a loro rischio e pericolo.

"Non è che i minatori su piccola scala di Mererani non abbiamo un'educazione sugli standard di sicurezza per il lavoro sotterraneo", osserva Chuwa, "Il punto è che la maggior parte dei minatori a livello artigianale dipendenti o che lavorano in gruppi autogestiti, non si preoccupano di acquistare l'attrezzatura di base prevista dalle disposizioni. I sistemi di ventilazione. Ad esempio, richiedono miglioramenti e accorgimenti per motivi di igiene e sicurezza".

Fonti del Ministero per l'Energia e le Risorse Minerarie hanno dichiarato alla stampa locale che il settore manca di standard di sicurezza adeguati dato che attraversa una fase di transizione dal monopolio statale agli operatori del settore privato. Una nuova politica mineraria, che provveda ai costi di formazione sarà finanziata con il prestito di 12 milioni di dollari della Banca Mondiale stanziati due anni fa per consolidare il settore minerario del paese.

Secondo una relazione dell'associazione degli operatori minerari della Tanzania (TAMIDA) la richiesta di tanzanite è costante, e almeno il 75% degli operatori del settore delle pietre a livello mondiale commercia con profitto. Le operazioni di soccorso durante l'ultimo disastro si sono rivelate inefficienti perché i pozzi sono troppo profondi, alcuni sino a 150 metri. La relazione sollecita il governo ad assistere i minatori su piccola scala nella ricerca di joint venture alternative, sotto forma di tecnologie e management che garantirebbero la loro sicurezza e allo stesso tempo consentirebbero di continuare a rifornire i mercati mondiali.

Dieci anni fa, il governo ha consentito che i minatori artigianali cercassero fortuna sulle colline Mererani, accanto alla State Mining Corporation (società mineraria di stato). Questo ha creato il fenomeno dei piccoli e medi minatori che oggi estraggono il 99 per cento delle pietre del paese. Latiff Suleiman, funzionario del TMIDA, l'associazione degli operatori di minerale della Tanzania, dichiara: "La Tanzanite è il prodotto principale dell'industria delle pietre preziose - ed è la più richiesta dagli operatori del mercato dei rubini, zaffiri e smeraldi."

Quando la tanzanite venne scoperta nel 1967 da un indigeno, fece grande impressione a Tiffany & Company, operatori di preziosi di New York che immediatamente capirono che per le sue potenzialità - soprattutto il colore particolare e la rara composizione chimica - sarebbe stata molto richiesta sul mercato mondiale dei preziosi. La rara gemma blu-violetta, che non esiste in nessun'altra parte del mondo, è diventata la risorsa naturale più preziosa e apprezzata della Tanzania.

Tiffany & Co. sono diventati i principali promotori di questa pietra esoterica adatta alla gioielleria, ma che rappresenta anche un investimento interessante. Uno degli esemplari più grandi di Tanzanite di 2.500 carati allo stato grezzo è stata tagliata in una pietra di 360 carati.

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