RuandaIl sogno di Delphina e Danieldi Joseph G. Healy, M.M.
Alla fine degli anni settanta una ragazza e un ragazzo crescevano a Kibungo, nel Ruanda sud orientale. Delphina Butera era una ragazza alta e bella, proveniva da una famiglia Tutsi agiata con molte mucche e capre. Daniel Kuzuke era un giovane uomo prestante di una nota famiglia Hutu che possedeva diversi negozi nella città. Delphina e Daniel si incontrarono al liceo e iniziarono a volersi molto bene. Ma le famiglie di Delphina e di Daniel non si piacevano. Al contrario, si disprezzavano. La famiglia Butera si considerava una famiglia reale di antico lignaggio. Consideravano gli Hutu dei servi e dei volgari lavoratori. Il signor Butera disse a sua figlia Delphina che non doveva avere niente a che vedere con quel rozzo ragazzo Kuzuke. La famiglia Kuzuke era stanca di essere vessata dai Tutsi. Per anni si erano guadagnati il pane onestamente con il sudore della fronte. Erano adesso agiati e indipendenti. Il signor Kuzuke disse a Daniel di tenersi alla larga da Delphina che non gli avrebbe portato che guai. Delphina e Daniel lasciarono ambedue il liceo con la lode, e furono accettati all'università. Nel corso del loro primo anno a Kigali continuarono a vedersi molto e cominciarono a sognare un futuro. Volevano tutti e due diventare professori. Forse avrebbero anche potuto proseguire gli studi dopo la laurea. In seguito, volevano sposarsi e avere dei figli. Poi, in quel giorno fatale dell'Aprile del 1994, i presidenti del Ruanda e del Burundi morirono in un misterioso disastro aereo vicino all'aereoporto di Kigali. Nel corso della notte il paese precipitò nel caos e nella morte. La milizia governativa estremista si scatenò, uccidendo brutalmente molti Tutsi e molti Hutu moderati. Il Ruanda divenne il bagno di sangue della guerra genocida, Kigali una città di morte e di distruzione. I soldati andarono all'università alla ricerca dei Tutsi. Delphina scappò da una finestra quando i soldati cominciarono a sparare nel suo dormitorio. Fugg" con altri amici in una macchina che li portò nella loro provincia natale di Kibungo. Daniel si trovava in un'altra parte del campus quando era iniziato lo scontro. Corse al dormitorio di Delphina anche se sapeva che era pericoloso. Apprese che era fuggita verso la sua prefettura di origine. La segu" a Kibungo, sperando nonostante ogni evidenza che stesse bene. Gli Hutu cominciarono a uccidere brutalmente i Tutsi ovunque. Nel frattempo l'esercito dell'Uganda, a maggioranza Tutsi, si stava spingendo a sud, uccidendo gli Hutu che trovava sulla sua strada. Quando Daniel raggiunse Kibungo apprese con tristezza che i genitori di Delphina erano stati massacrati insieme a due sorelle e a un fratello. Lei era scappata nella boscaglia. Daniel si rese conto che era troppo pericoloso seguirla. Con le passioni tribali infiammate, i rabbiosi Tutsi avrebbero considerato Daniel un nemico. Con l'università chiusa e una forte instabilità a Kigali, Daniel decise di rimanere con la sua famiglia e di attendere ulteriori notizie di Delphina. Nel frattempo Delphina scappò nella foresta, lontano dalle bande predatrici della milizia locale Hutu. Con diversi amici si diresse a est, verso la Tanzania. Dopo tre giorni di cammino raggiunse il ponte Rusumo e entrò in Tanzania. La guerra civile genocida prosegu" con la marcia dell'esercito Tutsi su Kigali. Daniel sapeva di essere in pericolo, ma decise di rimanere con la sua famiglia e di sperare per il meglio. Una notte, i soldati Tutsi irruppero nel campo della sua famiglia e radunarono tutti gli Hutu che riuscirono a trovare e li raggrupparono nella vicina chiesa. Poi cominciò il massacro brutale. Daniel vide i suoi genitori e la sua sorellina Chartine trucidati davanti ai suoi occhi. Nella folle confusione Daniel scappò attraverso una porta laterale della chiesa e corse nella boscaglia. Era disperato. Daniel si diresse a est verso la Tanzania. Insieme a migliaia di altri rifugiati, fece tappa in un campo di accoglienza e arrancò fino al campo rifugiati di Benaco, a solo dieci miglia dal ponte Rusumo. Cercò Delphina ovunque nel campo, ma in vano. A quel punto quattrocentomila rifugiati ruandesi erano affluiti al campo creando un mare di confusione. La tensione era forte tra Hutu e Tutsi. Daniel cercò ovunque, chiedendo instancabilmente: "dove sono i rifugiati Tutsi della prefettura di Kibungo?" Finalmente trovò Delphina in un settore affollato del campo. Si abbracciarono con gioia. Poi si scambiarono piangendo le loro storie dolorose, in particolare l'uccisione dei genitori. I vicini Tutsi di Delphina nel campo diffidavano di Daniel, che doveva quindi stare attento. Quando Benaco divenne troppo affollato, molti rifugiati vennero spediti in altri campi. Delphina andò in un campo Tutsi a Burigi, e Daniel andò in un campo Hutu a Rumasi. Giurarono che la guerra e l'odio tribale non li avrebbero separati. Il loro amore era abbastanza forte da superare ogni divisione di gruppi familiari, di clan e etnici. Continuarono a comunicare per posta. Con la fine ufficiale della guerra nel Ruanda, un nuovo governo si insediò a Kigali. I rifugiati in Tanzania vennero incoraggiati a tornare in Ruanda. I Tutsi cominciarono a tornare nel loro paese, ma gli Hutu avevano ancora paura delle rappresaglie. Delphina non voleva tornare in Ruanda da sola. Si rese conto che avrebbe potuto non vedere mai più Daniel. Lui era il centro della sua vita. Ma era impossibile andarsi a trovare nei rispettivi campi; cos" attesero febbrilmente. Un numero crescente di Tutsi tornava in Ruanda, e il campo Burugi cominciò a chiudere. Delphina si rese conto che non poteva andare nel campo di Daniel per timore di ritorsioni. Appresero che stava aprendo un nuovo campo sulla strada tra Rulenge e Nyakahura, chiamato campo Marongero. Sarebbe stato un campo misto per Hutu e Tutsi: mariti Hutu e mogli Tutsi e viceversa. Delphina e Daniel erano decisi a vivere insieme. Si fidanzarono e gli venne dato il permesso di trasferirsi al campo Marongero. Il giorno che finalmente si incontrarono nel campo vennero versate molte lacrime di gioia. Inizialmente abitarono nel campo con amici, e cominciarono i preparativi per il matrimonio. Alcuni amici li avvertirono che stavano andando in cerca di guai. Dei nuovi matrimoni misti di Hutu e Tutsi potevano portare solo dolore e incomprensioni. Ma loro non ebbero esitazioni e alla fine si sposarono con una gioiosa cerimonia. Delphina e Daniel volevano mostrare che Hutu e Tutsi possono vivere insieme in pace e in armonia. Vennero a sapere che le cose si stavano sistemando in Ruanda, e che un numero crescente di rifugiati stava tornando a casa. Ma i membri dei matrimoni misti erano molto vulnerabili. Nonostante ciò Delphina e Daniel erano decisi a ricominciare da capo. Vennero a sapere che le loro case a Kibungo erano state saccheggiate, ma l'università a Kigali aveva riaperto. Forse potevano riprendere gli studi e dare seguito al loro sogno. Si prepararono a tornare in Ruanda. Il viaggio era lento, ma alla fine raggiunsero il ponte Rusumo, il passaggio tra la Tanzania e il Ruanda. Guardarono le pittoresche colline ruandesi, oltre il fiume Kagera, che brillavano in lontananza. Delphina esclamò: "Ecco la nostra casa. Ecco il posto dove possiamo cominciare da capo." Daniel commentò: "La vita non sarà facile, ma possiamo mostrare alla gente che la riconciliazione e la pace sono possibili. Gli Hutu e i Tutsi possono vivere insieme in armonia." La guardia di frontiera, chiaramente un Tutsi a giudicare dalla sua presenza alta e autoritaria, lasciò passare subito Delphina ma volle ispezionare i documenti di Daniel più da vicino. Alla fine disse a Daniel: "Ehi tu, vai prima" dalla polizia militare. Non abbiamo ancora finito con te!" Daniel fece subito come gli era stato detto. Delphina gemette tra sé e sé: "O no, un altro problema adesso." Un altro agente della polizia militare disse a Delphina di avviarsi senza Daniel. I suoi documenti vennero controllati di nuovo sommariamente. Iniziò a tremare quando cominciò a pensare e a sentire come sarebbe stato vivere senza Daniel. Delphina iniziò a piangere sommessamente e disse: "La mia vita senza Daniel non ha valore. Che cosa farò?" Dopo avere camminato per un breve tratto, si voltò pensierosa a guardare Daniel che stavano ancora interrogando e si chiese: "Che succederà adesso? Il nostro sogno si realizzerà effettivamente, o sarà di nuovo un sogno infranto?"
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