ZimbabweLa stampa occidentale bersaglia lo Zimbabwedi Tonderayi Mukeredzi
Gran parte della corrispondenza sul Terzo Mondo da parte dei media internazionali è male informata, prevenuta e a caccia di sensazioni forti. Fino a ora, lo Zimbabwe ha aperto le prime pagine di molti quotidiani occidentali e notiziari televisivi tra le altre cose per via della questione della terra, i disordini per l'approvvigionamento alimentare, le manifestazioni contro le imposte fiscali alte, e il pagamento delle pensioni agli ex combattenti per la libertà. I portavoce governativi e i difensori delle politiche governative hanno deprecato quella che considerano una focalizzazione dei giornalisti occidentali sugli aspetti negativi dello Zimbabwe. I media britannici, che hanno riferito in maniera negativa sulla situazione politica in Zimbabwe, hanno sarcasticamente attaccato la politica terriera dello Zimbabwe, e hanno anche fatto affermazioni molto malevole a questo proposito. Questo tipo di giornalismo irresponsabile che si compiace dello scandalo dove non ce n'è, ha indubbiamente danneggiato la reputazione dello Zimbabwe. Ha inopportunamente mostrato un'immagine negativa della nazione agli occhi del mondo. Il risultato finale è che questo ha influito sugli affari, sul turismo e ha soffocato le prospettive di investimento. L'Africa è stata a lungo ritratta come il continente nero, e la cronaca degli eventi che vi hanno luogo mostra ancora che in Europa e oltre non si è smesso di considerare l'Africa in questo modo. L'Africa è ancora il luogo delle carestie, delle guerre, dei selvaggi, dei dittatori e di molti altri mali che si possono facilmente immaginare. Lo Zimbabwe ha deciso di correggere la distribuzione iniqua delle risorse della terra lasciata in eredità dal colonialismo. I bianchi hanno la maggior parte della terra in Zimbabwe, e sono stati presi dei provvedimenti per acquistare una parte della terra di proprietà dei bianchi per distribuirla ai neri della maggioranza, alcuni dei quali sono occupanti abusivi nel loro stesso paese. Questo esercizio e questa decisione di dare maggiore potere economico ai neri è stata vista male dai media britannici che l'hanno descritta come "l'accaparramento di Mugabe della terra ". Si è scritto di tutta la questione senza spiegare il contesto storico. La storia dell'acquisizione della terra è stata ignorata in Zimbabwe e nessuno ha cercato di giustificare il bisogno di terra che hanno i neri poveri, derubati della loro eredità ancestrale. Il Presidente Mugabe improvvisamente è diventato un accaparratore di terre e un trasgessore della legge costituzionale che governa la terra. Chi sta accaparrando cosa e da chi? Con la forzosa acquisizione di terre il governo ha individuato millecinquecentotre famiglie per l'assegnazione ma sono state avanzate motivazioni razziste per difendere lo status quo. Secondo il Sindacato degli Agricoltori (Commercial Farmers' Union - CFU), che rappresenta prevalentemente i bianchi, la produzione in agricoltura diminuirà drasticamente e molti lavoratori agricoli saranno disoccupati. Questo nonostante l'affermazione del Ministro per la Terra e l'Agricoltura, il signor Kumbirai Kangai secondo cui il grosso della produzione agricola dello Zimbabwe proviene principalmente dai piccoli e medi agricoltori dei villaggi, che sono neri. Il Presidente Robert Mugabe ha chiarito in maniera inequivocabile che lo Zimbabwe non compenserà i bianchi per la terra, ma solo per le infrastrutture che sono state costruite sulla terra. Il Ministro degli Esteri britannico è stato citato per avere detto che la Gran Bretagna contemporanea non è responsabile per il colonialismo. "E' stato molto tempo fa". Lui stesso e il Primo Ministro Tony Blair non hanno guadagnato niente dal saccheggio delle colonie e quindi non compenseranno gli agricoltori bianchi dello Zimbabwe. E non c'è nemmeno bisogno di dire che le infrastrutture che hanno sono state costruite e acquisite grazie allo sfruttamento dell'Africa. Sì, fino ad ora lo Zimbabwe ha avuto dei problemi economici, ma addossare tutta la colpa a Mugabe sarebbe ingiusto, ha detto un alto funzionario governativo. "Abbiamo avuto scioperi e disordini per l'approvvigionamento alimentare, ma da allora le cose sono state normali", ha detto. I disordini per l'approvvigionamento alimentare di gennaio sono stati presentati dai media come se in Zimbabwe ci fosse stata una guerra civile, non una scaramuccia di uno o due giorni. Le scene dei soldati che pattugliavano le strade di Harare per frenare la popolazione rivoltosa che saccheggiava la proprietà ha evocato immagini di uno scontro civile che avrebbe preso il via in Zimbabwe. Ma quello che è successo veramente è che le persone hanno protestato violentemente per dovere sostenere il carico della spesa delle pensioni dei veterani di guerra, e un aumento delle tasse. I commentatori economici e politici hanno criticato le continue difficoltà che l'uomo comune deve affrontare e la cattiva politica economica del governo in carica. Ma un altro sciopero organizzato dallla Confederazione Sindacale dello Zimbabwe (Zimbabwe Congress of Trade Union) il 5 e il 6 marzo, si è svolto in maniera pacifica. Gli esperti in questioni giudiziarie e le organizzazioni per i diritti umani di Harare hanno condannato l'uso della polizia e dell'esercito per contenere le masse in rivolta, dicendo che era non solo una violazione diretta e flagrante di un ordine dell'alta corte che vietava alla polizia di interferire nel corso di manifestazioni pacifiche, ma anche una violazione dei diritti umani fondamentali. Si dice che per lo stesso motivo il Presidente USA Bill Clinton abbia dovuto cancellare lo Zimbabwe dal percorso della sua visita. L'ipocrisia di tutto questo è che Clinton ha visitato il Ruanda, dove la violazione flagrante dei diritti umani ha luogo quotidianamente e che è stato sede di massacri sottaciuti di esseri umani, e dove le uccisioni continuano implacabili, indirettamente o direttamente grazie a paesi come l'America e altri che vendono le armi alle parti in conflitto. Secondo un'inchiesta pubblicata in Gran Bretagna, che citava informazioni raccolte da un cronista del Philadelphia Inquirer, Marc Bowden, i soldati americani in missione di pace in Somalia hanno massacrato mille somali dopo essere stati intrappolati nelle strade di Mogadiscio. Mille è cinque volte il numero ufficiale dichiarato allora. Quello che ha raggiunto i titoli di testa allora è stata l'uccisione dei soldati in missione di pace da parte dei 'selvaggi' somali e non anche il fatto che gli americani abbiano ucciso dei civili. Lo stesso tipo di ipocrisia viene a galla in Zimbabwe a proposito dei disordini per l'approvvigionamento alimentare, quando alcuni giornali interni e esterni allo Zimbabwe hanno accusato il governo dell'aumento improvviso dei prezzi dovuto a una cattiva amministrazione. Tafatahona Maoso, scrivendo sul Sunday Mail dopo l'aumento improvviso dei prezzi ha detto: "Il settore privato ha sostenuto che un aumento improvviso del cinque per cento dei prezzi dei generi alimentari fondamentali era giustificato e inevitabile perché lo imponeva la 'Libera Impresa'. Questa non è soltanto una costatazione di parte. E' propaganda." Il Dottor Mahoso è un ricercatore sociale e capo del dipartimento del settore comunicazioni di massa del Politecnico di Harare. Di questa stampa si può dire che si oppone all'emancipazione economica dell'Africa proprio nello stesso modo in cui promuoveva e difendeva il commercio degli schiavi quando denunciava come terroristici i movimenti di liberazione africani. Esattamente le stesse persone che accusano lo Zimbabwe e l'Africa di violazione flagrante dei diritti umani e di altri mali sono giunte a dirci senza mezzi termini che il colonialismo è stato a vantaggio degli africani e che loro non se ne assumono le responsabilità.
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