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N.6 - Agosto 1998

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Sud Africa

Il Sud Africa non è cambiato

di John Chacha

In Sud Africa continuano le sofferenze degli stranieri senza documenti per il costante aumento della xenofobia nel paese. Uno studio recente dell'Osservatorio per i Diritti Umani (Human Rights Watch) ha denunciato diversi casi di gravi maltrattamenti da parte della polizia. I funzionari degli Interni trattengono i sospetti per lunghi periodi, li torturano e chiedono bustarelle.

A quattro anni di distanza delle elezioni multirazziali, l'atteggiamento di molte istituzioni pubbliche del Sud Africa sta diventando sempre più xenofobo. I politici e diversi altri personaggi influenti spesso rilasciano dichiarazioni infiammate sul "diluvio" di immigrati responsabili dell'attuale ondata di criminalità, dell'aumento della disoccupazione e persino della diffusione delle malattie.
Dalle colonne di un giornale un ricercatore medico sudafricano, il dottor William Makgoba, ha dichiarato che i neri americani rubano posti di lavoro nelle società nazionali e straniere destinati ai neri sudafricani nell'ambito dei piani di azione del governo del presidente Mandela.

"Devo ancora incontrare un afro-americano che sia onesto e dica 'Sono venuto qui per lavorare, guadagnare e fare una vita confortevole'", ha detto il dottor Makgoba nel corso di un'intervista. "Invece dicono tutti che sono venuti per aiutarci".
Proctor Houston, un nero americano ex-dirigente IBM, titolare di una società di importazioni a Johannesburg, osserva che la gelosia per le alte posizioni dei neri americani in realtà è il prodotto del passato razzista del Sud Africa. "Come neri, siamo stati programmati per farci concorrenza in uno stagno, mentre tutti gli altri se la fanno nell'oceano", conclude Houston.

Dwayne Gathersw, un nero americano alla guida dell'ufficio per il commercio e e gli investimenti dello Stato della California a Johannesburg, ha dichiarato che dal suo arrivo nel 1991 non ha mai avvertito animosità da parte dei neri sudafricani. Una certa tensione probabilmente deriva dalla delusione, spiega, dato che proprio molti americani, tra tutte le razze venute qui con delegazioni d'affari dopo la fine dell'apartheid, non sono più tornati per investire.

Makazine Mandela, funzionaria statale per le ferrovie e figlia del primo matrimonio del presidente Mandela, lo scorso aprile ha parlato dell'arroganza americana nel corso di un talk show televisivo. Ha osservato che gli americani - di tutti i colori - a volte sono considerati persone aggressive, senza peli sulla lingua, che ostentano un'aria di superiorità per la potenza economica e politica del loro paese, e vengono spesso criticate perché non mostrano interesse ad imparare la lingua e i costumi locali. "C'è una certa misura di arroganza da parte degli afro-americani", ha osservato, "Il potere bianco li ha convinti di essere la migliore comunità nera del mondo".

In confronto ai paesi vicini, il Sud Africa è stato un paese di grande accoglienza per l'emigrazione, causata dalle politiche di destabilizzazione attuate nel corso dell'era dell'apartheid che hanno lasciato i paesi vicini economicamente instabili.
Nel corso degli anni '60 e '70, con la conquista dell'indipendenza da parte dei paesi confinanti, l'opposizione alla politica dell'apartheid divenne sempre più diffusa. Il Sud Africa rispose finanziando i gruppi ribelli in Mozambico, Angola e Rhodesia - oggi Zimbabwe e il risultato è stata la distruzione delle infrastrutture, soprattutto per Angola e Mozambico che hanno subito i danni peggiori.

Secondo una relazione dell'UNICEF del 1989, la campagna di destabilizzazione sudafricana è costata 1,3 milioni di vite e con una perdita per gli stati dell'Africa meridionale di circa 60 miliardi di dollari, valutazione ripresa dal presidente Mandela che però ha valutato la perdite di vite umane in 2 milioni e la perdita economica della regione in 62 miliardi di dollari. Questa situazione ha provocato un esodo di massa di disoccupati dai paesi vicini verso le miniere del Sud Africa, dove venivano trattati senza alcuna considerazione.

Una recentissima relazione dell'Osservatorio per i Diritti Umani, con sede a New York, dimostra che in Sud Africa poco è cambiato per quanto riguarda il trattamento degli immigrati clandestini. La relazione denuncia la brutalità della polizia sudafricana; un uomo che aveva fatto richiesta di asilo, Jean-Pierre Kanyangwa, del Burundi, è morto dopo un pestaggio mentre era affidato alla custodia della polizia. L'Osservatorio ha rilevato condizioni deplorevoli in molti servizi carcerari per gli immigrati illegali. Per la maggior parte sono seriamente sovraffollati, infestati dai pidocchi, senza igiene, maleodoranti, molto scuri e umidi. Spesso gli immigrati vengono arrestati e portati in carcere solo con gli indumenti che indossano e vengono costretti a rimanere in detenzione per lunghi periodi di tempo con un solo abito.

Anche quando hanno un'occupazione gli immigranti vengono sottoposti a ogni sorta di vessazione. I lavoratori di una fattoria nei pressi di Pretoria sono stati invitati a "prendersi una giornata di libertà" due giorni prima della fine del loro primo mese di lavoro. Quando sono tornati hanno trovato i cancelli chiusi e una nuova squadra di lavoratori clandestini che occupavano al loro posto. Alla fine del primo mese, i nuovi assunti hanno dovuto affrontare la stessa situazione. L'unica loro alternativa era rivolgersi alla polizia e venire rispediti in Mozambico.

L'Osservatorio per i Diritti Umani denuncia casi di immigrati clandestini che vengono arrestati solo per far salire le statistiche degli arresti. Una lettura più attenta ha rivelato che nel giugno 1997, nell'area di Johannesburg, nel corso di una grande azione anticriminalità sono stati arrestati 11.916 sospetti, di cui 5.776 immigrati senza documenti. Nella sua relazione l'Osservatorio per i Diritti Umani osserva che i soggetti trattenuti perché sospettati di immigrazione clandestina sono quasi sempre neri, nonostante le statistiche del Dipartimento degli Interni illustrino un alto numero di permanenze superiori al visto da parte di soggetti provenienti da altre parti del mondo, come l'Europa.

Si sono anche verificati casi in cui i funzionari degli Interni hanno usato gli ampi poteri loro conferiti dalla legge di controllo sugli stranieri (Aliens Control Act) per molestare ed espellere chiunque critichi l'attuale governo, soprattutto giornalisti e accademici stanieri. Nell'agosto 1997 dei funzionari del dipartimento hanno fatto irruzione durante una lezione del professore americano Aaron Amaral mentre teneva il suo corso di filosofia marxista all'Università Western Cape. Il professore è stato arrestato sotto gli occhi della classe.

Un altro caso di abuso risale al febbraio 1998, quando sono iniziate le procedure di espulsione per Newton Kanhema, un importante giornalista dello Zimbabwe che lavorava in Sud Africa al Sunday Independent di Johannesburg, che aveva denunciato un contratto di acquisto di armi per 1 miliardo di sterline (circa 3000 miliardi di lire) tra il Sud Africa e l'Arabia Saudita, che metteva in questione l'impegno sudafricano in una nuova politica "morale" di esportazione delle armi. Inoltre aveva firmato un'intervista molto controversa a Winnie Madikizela-Mandela (ex-moglie del presidente Mandela) pochi giorni prima del Congresso dell'ANC del 1997, in cui la donna illustrava i suoi problemi con la dirigenza dell'ANC e criticava il governo. Nel febbraio 1988 la moglie di Kanhema ha ricevuto l'ordine di espulsione mentre il marito era all'estero, negli Stati Uniti, durante un quadrimestre sabbatico per il Forum sulla Libertà (Freedom Forum) presso l'Università Emory. L'ordine di espulsione era datato 14 gennaio e lasciava ai Kanhema 14 giorni per lasciare il paese.
Abbondano anche denunce di torture degli immigrati da parte della polizia sudafricana. Un agente di sicurezza presso il centro di detenzione ha picchiato un gruppo di immigranti in custodia, poi li ha chiusi in un ufficio e li ha fatti assalire dai cani. Benneth Mabaso, in attesa dell'ordine di espulsione, ha raccontato all'Osservatorio dei Diritti Umani che quando aveva detto che i soldati gli avevano rubato del denaro, questi lo avevano aggredito: "Hanno fermato il camioncino e ci hanno fatto scendere per interrogarci. Indossavano tute mimetiche. Abbiamo insistito dicendo che ci avevano preso il denaro e allora ci hanno picchiato brutalmente. Quando siamo caduti a terra, ci saltavano addosso con i loro pesanti scarponi. Avevo le costole malridotte. Dopo i soldati ci hanno portato in ospedale. "In riferimento a questi abusi, l'Osservatorio per i Diritti Umani ha invitato il governo del Sud Africa a rispettare le convenzioni internazionali che stabiliscono che chi chiede asilo e gli stranieri in generale vengano trattati umanamente".

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