Rassegna editorialerecensito da Clement Njoroge
Questo libro è frutto di anni di ricerca di un eminente studioso keniota che si è ritirato dall'insegnamento attivo della filosofia nel 1993. Il dr G. J. Wanjohi esamina i proverbi Kikuyu al fine di presentarne la filosofia di base applicata. Il libro rappresenta un tentativo di rispondere al dilemma se esista o meno una filosofia africana. È una reazione agli studiosi (come Hegel e Levy Bruhl) che affermano che il basso livello dell'intelligenza africana rende gli africani incapaci di pensiero filosofico o di filosofia; altri invece sostengono che il pensiero africano è di per sé filosofia (etnofilosofia) e altri ancora che considerano la filosofia africana infusa nel pensiero dei saggi africani (filosofia dei saggi). Secondo un'altra ottica, lo studioso africano acculturato è il legittimo rappresentante della filosofia africana. Il dr Wanjohi dissente da tutte queste ottiche partendo dal presupposto che i proverbi Kikuyu siano essi stessi filosofia. Contengono una certa filosofia di base metafisica (attenzione alla perfezione e all'imperfezione, il libero arbitrio e il determinismo, il cambiamento e la permanenza, ecc.), epistemologia (coinvolgono sensi ed intelletto, conoscenza e ignoranza, ecc.) e si applicano a tutti gli aspetti della vita Kikuyu, istruzione, religione, società, politica ed etica (i proverbi affrontano le questioni di cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, diritti e doveri, giustizia e ingiustizia, ecc.). L'autore in particolare contesta l'idea hegeliana secondo la quale l'Africa è "un mondo senza storia, sottosviluppato, completamente prigioniero del pensiero naturale il cui posto è ancora sulla soglia della storia universale".
La sua tesi quindi è che gli africani abbiano, come hanno sempre avuto, una filosofia la cui identità dovrebbe comunque essere determinata e specificata "per garantire che si avvalga sempre dei metodi migliori necessari a uno sviluppo adeguato". Il dr Wanjohi spiega il background dei Kikuyu, la loro origine e storia, sia propriamente storica che mitica. Il lettore quindi ha l'impressione che i proverbi siano "vivi", dato che vengono adeguatamente contestualizzati. Dimostra che la Weltanschauung tradizionale della cultura Kikuyu comprende tutto, che non è né "riduttiva e limitata né cerca di risolvere la realtà in una sola dimensione..."
Un capitolo intitolato "Proverbi Kikuyu e l'educazione alla pace" dove il professor Wanjohi riferisce divertenti episodi quotidiani che dimostrano come i proverbi possano ancora influenzare la vita reale. A pagina 202 riferisce: "In generale, i proverbi Kikuyu - persino quando non facciano esplicito riferimento alla pace - si prestano molto bene, se utilizzati adeguatamente, a coltivarla. All'inizio, quando le due donne hanno cominciato a ridere di me, mi sentivo offeso ma notando la loro totale mancanza di malafede e il fatto che si stavano solo divertendo, mi sono rilassato e ho deciso di alleviare la tensione. In quel momento mi è tornato in mente un proverbio sul ridere: "Guthekererwo ni andu ti kuririrwo ni hiti" ("Le risate degli esseri umani non sono quelle della iena") Quando ho mormorato il proverbio, che le due signore hanno capito perfettamente, la situazione è cambiata drasticamente. L'atmosfera di collera e violenza che minacciava di esplodere è stata evitata ed è stata sostituita dalla pace. Quando me ne sono andato ho salutato le due donne come due amiche. L'efficacia di questi modi di dire e di molti altri del repertorio di proverbi Kikuyu nella prevenzione o dissinnesco dei conflitti per creare la pace, dipende dal fatto che questi fanno ricorso a kihooto (la ragione, la razionalità). Ma, scrive il professor Wanjohi, "Come ho già dimostrato, ciò non avviene sempre ed è per questo che oggi esiste tanta violenza nel mondo. Ma indipendentemente dal fatto che abbia successo o meno, si dovrebbe sempre ricorrere a kihooto nella risoluzione dei conflitti in opposizione al ricorso alla forza. Questo libro rappresenta senz'altro un contributo prezioso alla comprensione del popolo Kikuyu e, per estensione, dei popoli africani e delle loro culture. È facile prevedere che questo testo diventerà un must per gli studenti delle culture Kikuyu e Bantu.
I contenuti possono essere riprodotti liberamente citandone sempre la fonte. Spedire inoltre una copia dell'articolo alla redazione di Africanews.
AFRICANEWS versione italiana viene pubblicata da Amani, via Gonin 8, 20147 Milano |