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Versione italiana

N.8 - Ottobre 1998

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Nigeria

Storia di un ditatore

di Augustine Sam

Detestato dalla sua gente come dittatore e evitato dalla comunità internazionale, Sani Abacha, l'uomo forte della Nigeria, ha finalmente ceduto alla morte l'otto giugno del 1998. Il nostro corrispondente da Lagos vi accompagna lungo i percorsi della memoria di un regno del terrore durato cinque anni e destinato a perseguitare lo stato più popoloso dell'Africa.

La morte, avvenuta l'otto giugno 1998, del generale Sani Abacha della Nigeria, è stata descritta come un dono di Dio che ha messo fine al tentativo piuttosto comico del generale di auto successione. In tutto il mondo questa morte, causata da un infarto (alcuni sostengono che sia colpa del Viagra, altri accennano a un avvelenamento), è stata vista da molti come un toccasana. A Lagos c'è stata una paradossale esplosione di festeggiamenti. In effetti, se questo evento fosse stato una pièce teatrale, sarebbe stato catalogato come tragi-commedia, poiché il suo effettivo significato è che, in questo anno di elezioni presidenziali, tutti e cinque i partiti politici della Nigeria hanno perso, in un colpo solo, il candidato presidenziale su cui si erano accordati.

Forse nessun altro episodio nei cinque anni di movimentato governo del dittatore è più caratteristico dell'ironica situazione nigeriana di questa sua elezione a candidato unico dei cinque partiti politici. E' stato il culmine della lunga lista di malefatte politiche di Abacha, e la Nigeria, che è forse l'unico paese che ancora attende la manna dal cielo, ha lasciato tutto nelle mani di Dio. Così 'l'infarto' è stato per lo più considerato la risposta di Dio alla preghiera del paese per un miracolo politico.

Ma non è stato un miracolo politico. E non solo perché un nuovo militare, il capo della difesa, generale Abdulsalam Abubakar, è stato velocemente designato come successore, ma anche perché Abacha, prima di morire, aveva seminato semi politici e economici marci, che adesso non potranno che germogliare. Dal momento in cui ha preso il potere nel novembre del 1993, Abacha non aveva dato alcuna indicazione di quale fosse la direzione presa dal suo governo. Non aveva un'agenda politica, non aveva idee chiare di cosa fare della società nigeriana. Per lui era sufficiente essere chiamato capo di stato, perché, dopo avere appoggiato altri al trono e avere lavorato dietro le quinte per dieci anni, era convinto che fosse arrivato il suo turno.

E' stato Abacha ad annunciare il colpo di stato del 31 dicembre 1983 che ha rovesciato il governo civile di Shehu Shagari. Ed è stato lui che il 27 agosto 1985 ha annunciato il colpo di stato interno al palazzo che ha portato il generale di divisione Ibrahim Babangida (l'uomo che aveva annullato le elezioni del 1983) al potere. Abacha è stato ministro della difesa nel governo a interim che è stato instaurato dopo l'annullamento delle elezioni del 12 giugno 1983. Era l'unica presenza militare in un governo composto per il resto da civili.

Prima che Abacha prendesse il potere, il defunto Moshood Abiola, l'uomo che sembrava avere vinto le elezioni, aveva fatto ricorso e ottenuto che il governo a interim fosse dichiato illegale. Dal punto di vista tecnico il governo di Abacha era in continuità con il governo a interim perché Abacha stesso non aveva annunciato che stava preparando un colpo di stato, anche se erano presenti tutti gli elementi del golpe.

Non sapendo cosa fare del potere, l'unica funzione di Abacha per almeno due mesi è stata quella di accogliere visite nella casa presidenziale di Lagos. E' tornato nella capitale federale, Abuja, quando il clamore suscitato dalla restituzione del mandato ad Abiola ha segnato la fine della sua luna di miele. Ma se i cinque anni di governo di Abacha sono stati politicamente e economicamente insignificanti, l'eredità che ha lasciato al suo paese è fetida. Ha dato il via a un regno del terrore dalla fortificata residenza di Aso Rock di Abuja. Man mano che le idee lo abbandonavano e la sua sicumera veniva meno, ha cominciato a vedere un potenziale nemico praticamente in chiunque.

Un ex capo di stato, Olusegun Obasanjo (l'unico capo militare della Nigeria ad avere mai consegnato il potere di sua spontanea volontà a un presidente democraticamente eletto), e Sheha Musa Yar'Adua, al tempo suo vice, sono stati imprigionati anni perché sospettati di essere a conoscenza di un piano di colpo di stato. Fortunatamente ora il generale Abubakar li ha liberati con un gesto democratico che fa sperare i nigeriani in un futuro migliore.

Nonostante le proteste internazionali, Abacha ha ordinato l'impiccaggione di Ken Saro-Wiwa, eminente scrittore e attivista per i diritti umani, e di altri nove membri del suo Movimento per la Sopravvivenza del Popolo Ogoni (Movement for the Survival of Ogoni People - MOSOP). Il prigioniero più prezioso di Abacha, Abiola, è morto in prigione un mese dopo il dittatore. Nel giugno 1996 a Lagos degli uomini armati, sospettati di essere agenti del governo, avevano sparato a Kudirat, moglie di Abiola, impegnata politicamente, uccidendola. Di recente Hafsat Abiola, figlia di Kudirat, ha scritto al New York Times, dicendo: "cinque anni fa, quando mio padre, Moshood Abiola, è stato eletto presidente della Nigeria, non mi aspettavo che i militari lo avrebbero arrestato e imprigionato con la falsa accusa di tradimento. Né mi aspettavo che mia madre, Kudirat Abiola, che ha lottato per la sua liberazione, sarebbe stata assassinata tre anni più tardi. Una simile violenza politica contro una donna non aveva precedenti. Non ho mai potuto accettare quello che è successo alla mia famiglia e al mio paese...

Anche molti giornalisti in Nigeria non lo hanno potuto accettare, e per questo hanno sofferto immensamente. Ndika Obaigbena, editore dei giornali This Day, e Nosa Igiebor, redattore capo della rivista Tell, sono ora in esilio. La signora Chris Anwanyu, editore di The Sunday Magazine (TSM), è stata imprigionata insieme ai sospetti golpisti e pare stia diventando cieca in prigione.

Ma se ad Abacha mancava la lungimiranza per tirare la Nigeria fuori dal pantano in cui l'aveva gettata, compensava questa mancanza con un'incredibile 'abilità' nel 'prevedere' complotti di tradimento. Alcuni dei membri più irriverenti della cerchia ristretta di chi era vicino ad Abacha avevano addirittura cominciato a chiamarlo Cassandra (naturalmente alle sue spalle). L'anno scorso ha sostenuto che il suo comandante in seconda, il generale Oladipo Diya (che, come Abiola, proviene dall'ovest, a maggioranza Yoruba), fosse a capo di un piano di golpe che avrebbe coinvolto soprattutto gli ufficiali Yoruba. Diya è stato arrestato, processato da un tribunale militare speciale e condannato a morte insieme a altri cinque uomini. Diya, che negava di avere complottato un'epurazione militare per il 20 dicembre, ha detto ai giornalisti che era stato incastrato in una trappola da fare risalire ai "vertici estremi".

Per timore di una ritorsione delle altre parti del paese se mai avesse perso la presa sul potere, Abacha aveva bisogno di rafforzare la sua posizione più che mai, e la sua preoccupazione per la sicurezza era ben nota. Ogni qual volta usciva dalla fortezza di Aso Rock la sua macchina ufficiale, nonostante fosse blindata, era preceduta e seguita da due jeep cariche di uomini del Servizio di Sicurezza Nazionale, oltre che da un convoglio di altro personale della sicurezza. Era sorvegliato giorno e notte da speciali guardie del corpo che a quanto pare venivano addestrate nella Corea del Nord. Si dice che questo distaccamento di duemila uomini della sicurezza fosse comandato da Abacha stesso e dal suo fedele aiutante, il maggiore Amza El-Mustapha. Tranquillo per quanto riguardava la sua sicurezza personale, Abacha ha quindi approvato la costituzione di cinque partiti politici, con un programma orchestrato di transizione alla democrazia, ha organizzato elezioni per le assemblee locali e nazionali, e pare abbia costretto i cinque partiti politici a cambiare lo statuto per designarlo come candidato alla presidenza. Tale era il suo dilettantismo politico e tanto era a disagio con l'opposizione che ha tentato di essere il candidato unico anche in una competizione elettorale pluripartitica.

Scandalizzati da questa commedia dell'autosuccessione, trentaquattro politici importanti, incluso un ex vice presidente civile, il dottor Alex Ekweme, hanno scritto una lettera aperta ad Abacha, intitolata "La Via dell'Onore", in cui lo si pregava di "abdicare immediatamente alla sua intenzione di candidarsi". Abacha naturalmente, ha fatto orecchie da mercante. Ha invece annunciato un referendum per il primo agosto.

Nel frattempo manifesti e maglietta con la faccia di Abacha hanno cominciato ad apparire a Abuja. Giovani disoccupati sono stati pagati per formare delle associazioni che gli chiedevano di succedere a se stesso. Hanno anche trovato il tempo di mettere in commercio degli apparecchi televisivi di marca Abacha. Una di queste associazioni, la Gioventù Sinceramente Invoca Abacha (Youths Earnestly Ask for Abacha - YEAA), ha sostenuto la vendita di sapone e riso di importazione, che portava il nome di Abacha. Quest'anno a febbraio, la YEAA ha organizzato quella che ha chiamato 'la marcia dei due milioni' a Abuja per incoraggiare Abacha a candidarsi per la presidenza. E' stato riportato che le agenzie governative hanno pagato e trasportato le persone ad Abuja, comprese delle stelle dello sport e dei musicisti. Alcuni di loro hanno poi protestato per essere stati ingannati, poiché era stato detto che l'evento era una manifestazione popolare per la nazionale di calcio della Nigeria ai mondiali.

Con la morte prematura (?) di Abacha, il disastro economico e politico che lascia in eredità e che fa della Nigeria il tredicesimo paese più povero del mondo secondo le stime ONU per il 1997, non potrà che perseguitare il paese. Mentre Abacha ingrassava con le ricchezze rubate, il nigeriano medio soffriva per il crollo del sistema di distribuzione del carburante, la rete telefonica decadente, la rovina delle quattro raffinerie di petrolio della Nigeria, le frequenti interruzioni dell'energia e il tasso di disoccupazione in crescita del trenta per cento.

Nel corso del governo di Abacha la Nigeria ha guadagnato 10 miliardi di dollari (circa 18.000 miliardi di lire) l'anno con le vendite di petrolio, e il grosso di questa cifra si dice sia stata dirottata in tasche private. Il capo di stato presiedeva personalmente a tutte le vendite e controllava gli accordi con i principali partner commerciali della Nigeria, che un bollettino con sede a Londra, Energy Compass, sostiene avessero base soprattutto in Gran Bretagna e in Svizzera, e assegnava direttamente i contratti che si basavano su tangenti pagate in anticipo. Pare che il dittatore avesse enormi interessi commerciali nella regione del Golfo, in Brasile e in Asia. Si dice anche che abbia sottratto somme enormi che sarebbero dovute essere usate dalle raffinerie della Nigeria per trasformare il petrolio grezzo in benzina.

E in effetti la stampa nazionale è stata colma delle discussioni dei Ministeri delle Finanze e delle Risorse Petrolifere sulla scomparsa di due miliardi di dollari (oltre 3.500 miliardi di lire) dalle casse delle raffinerie di petrolio di proprietà statale. Si sostiene che la scomparsa di questa cifra sia la causa principale della rovina delle raffinerie, e il motivo della scarsità di carburante artificiale, che è stato un problema assillante per anni. Piuttosto che risolvere questo problema, Abacha aveva fatto ricorso all'importazione di gasolio raffinato, un affare redditizio controllato dal capo di stato. Una rivista del sindacato ha annunciato che il governo prevedeva di spendere 600 milioni di dollari (circa 1.000 miliardi di lire) per l'importazione di carburante raffinato tra gennaio e settembre di quest'anno, mentre metà di questo importo, diceva il giornale, avrebbe potuto riportare in vita due delle quattro raffinerie.

Si dice che anche il figlio di Abacha, Ibrahim, abbia approfittato della situazione e fatto soldi in fretta. Prima della sua morte in un incidente aereo nel 1996, ha messo su Delta Prospectors Ltd., una compagnia che estraeva barite. Il minerale è una fonte di bario, una sostanza essenziale per la produzione del petrolio. Delta è l'unico fornitore di barite per l'enorme industria petrolifera nigeriana. Abacha aveva proibito l'importazione del minerale. Con la rovina dell'economia nigeriana per cattiva gestione, corruzione a alti livelli e furto sistematico, la popolazione di quella che un tempo era la nazione più ricca dell'Africa è diventata sempre più povera. Il crimine - rapina armata e prostituzione - ha cominciato a dilagare. Molti cittadini sono stati costretti a trovare altre maniere per sopravvivere, inclusa quella di inneggiare a Abacha contro la propria volontà in modo da prendersi la loro fetta della ricchezza nazionale. Questa è l'eredità che Abacha, morto a cinquantaquattro anni, ha lasciato al suo paese.

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