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Versione italiana

N.8 - Ottobre 1998

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Recensione

African Religion - The Moral Traditions of Abundant Life

di Aylward Shorter M. Afr.

African Religion - The Moral Traditions of Abundant Life by Laurenti Magesa, Orbis Books, New York 1997, pp. xvi/296, Index

È il primo resoconto esauriente della teologia morale della Religione Africana a essere pubblicato. L'autore è un noto teologo. Nato in Tanzania nel 1946, Laurenti Magesa è stato ordinato sacerdote nella diocesi cattolica di Musoma. Ha ottenuto un PhD e un dottorato in teologia rispettivamente dall'università di Ottawa e dalla Saint Paul University, Canada. E' stato direttore del Dipartimento di Studi Religiosi dell'Istituto Superiore Cattolico dell'Africa Orientale (Catholic Higher Institute of Eastern Africa), attuale Università Cattolica dell'Africa Orientale (Catholic University of Eastern Africa), e ha tenuto seminari alla Scuola di Teologia Maryknoll (Maryknoll School of Theology) di New York. E' membro di facoltà dell'Istituto Maryknoll di Studi Africani (Maryknoll Institute of African Studies) di Nairobi, dove ha tenuto dei seminari che hanno fornito le basi per questo libro. Al momento è pastore della parrocchia Bukama, nella diocesi di Musoma.

L'autore presenta la tradizione morale e la coscienza etica dell'Africa, che considera fondate sulla mistica della vita. Questo approccio rientra in una vasta tradizione che ha le sue origini nella Philosophie Bantoue di Placide Temples. Temples era indubbiamente influenzato dagli eccessi animisti del concetto di 'mana', che prevaleva all'epoca tra gli antropologi. Magesa però è cosciente della critica di Vincent Mulago e altri a Temples e, nonostante cada ogni tanto nel lessico impersonale della 'forza vitale', privilegia i più dinamici 'unione vitale', 'partecipazione vitale' o 'rapporto di vita'.

Dopo i capitoli introduttivi che chiariscono la metodologia e la tematica principale, Magesa esplora quest'ultima per quanto riguarda i contesti della trasmissione della vita, dei nemici della vita, del rinnovo della vita e della salvaguardia della vita. "Trasmissione della vita" copre tutti i temi del matrimonio e dell'etica sessuale. "Nemici della vita" tratta del concetto di male e di malefatta. "Rinnovo" include la preghiera, il sacrificio, la riconciliazione e la ricerca della salvezza. Infine "Salvaguardia" è sinonimo di etica politica e di controllo.

L'autore crede che tutto ciò costituisca un patrimonio coerente di idee e norme di comportamento che appartengono all'Africa nel suo insieme. E non si limita nemmeno, come fanno molti autori, all'Africa a sud del Sahara, ma è pronto a includere l'antico Egitto e il Nord Africa. Questo patrimonio e una realtà viva e continuativa, che Magesa pensa si possa riscontrare anche nel cristianesimo e nell'Islam africani contemporanei. Il libro non si prefigge, però, questo scopo. L'autore non è interessato alla storia, o ad annotare il cambiamento, ma piuttosto alle prove della continuità, di una tradizione morale originale e esaustiva. Si può sperare che un libro successivo potrà prendere in esame questa tradizione e le sue funzioni nel contesto contemporaneo cristiano o islamico.

Ciò che il libro fa è illustrare il tema generale con riferimento a questioni specifiche tratte da studi classici e olistici dei gruppi etnici. Gli studi olistici sono necessari, ma alla fine introducono una distorsione che necessita del correttivo dell'analisi comparata, alla luce delle conoscenze sulle interazioni dei gruppi etnici. L'autore è ben consapevole che la sua metodologia può essere criticata, ma, come fa notare in maniera disarmante, non sta cercando di dimostrare niente. La sua è una riflessione sintetica e descrittiva delle prospettive etiche della Religione Africana. Il libro è quindi di una costruttività rinfrancante e privo di controversie.

Personalmente accetto che si parli della Religione Africana al singolare. In origine, assume una pluralità di forme che sono risposte particolari ad ambienti diversi. Ci sono però molte similitudini tra i diversi sistemi, e ci sono state storicamente un'enorme quantità di interazioni, che hanno portato a una diffusione delle credenze e delle pratiche, e ciò può in gran parte essere dimostrato attraverso un'analisi comparata.
Il problema è fino a che punto possiamo arrivare nel presumere un'unità o una complementarietà, lì dove questo non è stato stabilito scientificamente. C'è inoltre la questione, deliberatamente evitata dall'autore, della recente interazione della religione Africana con religioni immigranti. L'autore cita un ventaglio estremamente ampio di esempi da tutto il continente. Si sarebbe desiderato che alcuni di questi fossero stati ampliati per mostrarci la coscienza morale africana all'opera in tutte le sue dimensioni all'interno di una tradizione etnica particolare. Si sarebbe altresì desiderato che le "eccezioni che confermano la regola" fossero state anche esse incluse, come per esempio il numero significativo di gruppi etnici che non venerano gli antenati. L'autore propone che la Religione Africana sia considerata una religione mondiale, e questo è vero da un punto di vista geologico, se non anche dal punto di vista filosofico del Cardinale Paolo Marella per il quale corrisponde a un "dono religioso che sta nella natura umana."

Nell'insieme questo libro è un contributo importante e utile per la nostra comprensione della Religione Africana e dovrebbe risultare utile sia ai teologi che ai pastori.

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