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Grozny bombardata

Cronologia
dei conflitti in Cecenia


Torna alla pagina principale sulla Cecenia
Fonte:
http://www.cnnitalia.it/2000/DOSSIER/01/18/chechnya.special/main/index.html

1000 a.c. circa:
gli antenati del popolo ceceno, proventi da un territorio ignoto, si stabiliscono nelle montagne del Caucaso settentrionale. I linguisti non sono riusciti a stabilire con precisione quando questo popolo abbia cominciato a parlare una lingua simile al turco.

1560
Sotto lo zar Ivan il Terribile, la Russia conduce una campagna di tre secoli per sottomettere il popolo ceceno e le altre tribù che vivono nelle montagne del Caucaso. Per la Russia, la catena montuosa del Caucaso è di importanza strategica in quanto costituisce una barriera naturale contro la possibile invasione della Turchia o della Persia.

1585
L'Impero Ottomano, sotto il Sultano Murad III, conquista la Cecenia e il resto del Caucaso settentrionale. Ma gli zar russi continuano a rivendicarne il possesso. Dagli invasori ottomani, i ceceni adottano la religione musulmana, che più tardi uniranno alla religione sufi.

1785-91
Sotto lo sceicco Mansur Ushurma, le truppe cecene si mettono alla testa dell'insurrezione antirussa condotta dalle tribù delle montagne caucasiche, la prima delle molte insurrezioni contro la Russia.

1817-1864
Le truppe russe impiegano una cinquantina d'anni per sottomettere i ceceni e gli altri popoli delle montagne, che l'asceta musulmano Imam Shamil conduce verso la guerra santa contro la Russia. I russi ricordano questo doloroso episodio come la Guerra del Caucaso.

1864
I ceceni, dopo una lunga e sanguinosa lotta per l'indipendenza, si arrendono alla Russia zarista.

1877
I ceceni impugnano le armi contro la Russia, ma la rivolta viene soffocata.

1901
Circa 700 famiglie cecene si trasferiscono in Turchia.

Dopo la I Guerra Mondiale,
gli attivisti politici e nazionalisti della Repubblica della Federazione settentrionale del Caucaso si trasferiscono in Polonia per sfuggire all'oppressione comunista. Dopo la spartizione della Polonia con il patto tra Hitler e Stalin del 1939, questi si spostano in Francia, dove vivono tuttora i loro discendenti.

11 maggio 1918
La Cecenia diventa parte della neonata Repubblica della Federazione settentrionale del Caucaso, riconosciuta da Germania, Turchia, Austria e dalla Bulgaria, oltre che dalla Russia bolscevica.

1920
La Russia invade e occupa la Repubblica della Federazione settentrionale del Caucaso. I ceceni si ribellano al potere russo per ben due volte, nel 1929 e nel 1940. Entrambi i tentativi vengono repressi nel sangue.

All'inizio della Seconda Guerra Mondiale,
in Cecenia viene formato il governo ribelle di Israilov e Sheripov. Nel giugno del 1942, questo governo lancia un appello alla popolazione della Cecenia e dell'Inguscezia di "aspettare i tedeschi (che verranno accettati) come ospiti" se riconosceranno l'indipendenza della Repubblica cecena. Due anni dopo, questo sarà il pretesto di Stalin per confinare la popolazione cecena in Siberia.

23 febbraio 1944
Mentre gli uomini sono impegnati sul fronte a combattere tra le fila dell'Armata rossa, circa 500.000 ceceni vengono confinati in Kazakistan e in Siberia, per ordine di Stalin. La polizia segreta brucia i villaggi.

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale,
i soldati ceceni dell'Armata Rossa fatti prigionieri dalla Germania nazista rifiutano di tornare in Cecenia, dal momento che questo popolo è ancora esiliato in Siberia. I soldati trovano rifugio in Germania, in Turchia e negli Stati Uniti.

Dopo tredici anni di esilio, il presidente sovietico Nikita Krutchev autorizza i ceceni a tornare nelle loro terre, nel 1957.

Anni '70
La Russia considera Grozny - la capitale della Cecenia - un territorio nemico, in cui viene ripetutamente imposto il coprifuoco notturno.

Dal 23 al 25 novembre 1990
Si riunisce a Grozny una conferenza nazionale, con delegati in rappresentanza di tutti i gruppi etnici ceceni, compresi i russi e i cosacchi.

Il 25 novembre 1990
I delegati della conferenza dichiarano l'indipendenza e la sovranità della Cecenia e la sua separazione dall'ex Unione Sovietica.

27 novembre 1990
La dichiarazione di indipendenza e sovranità viene ratificata all'unanimità dal parlamento della Repubbica cecena.

Agosto del 1991
Dzhokar Dudayev, un ex generale dell'aviazione sovietica, conduce un colpo di stato contro il governo comunista locale.

27 ottobre 1991
Viene indetto un referendum in tutta la nazione cecena. Il popolo ceceno approva la dichiarazione di indipendenza ed elegge il generale Dzhokar Dudayev come primo presidente della Repubblica indipendente cecena, che, con l'84% dei voti, sbaraglia gli altri candidati.

2 novembre 1991
Il parlamento sovietico definisce illegale l'elezione di Dudayev.

9 novembre 1991
Un migliaio di soldati di Mosca volano a Grozny. Decine di migliaia di ceceni bloccano le strade e l'aeroporto.

10 novembre 1991
Le truppe sovietiche si ritirano.

1992
La Cecenia e l'Inguscezia si dividono in due Repubbliche separate

11 ottobre 1992
Dudayev dichiara lo stato di emergenza mentre migliaia di soldati russi si concentrano lungo il confine.

31 dicembre 1992
L'ex Unione Sovietica viene disciolta alla mezzanotte. Al suo posto, il trattato del 13 marzo 1993 sancisce la nascita della Repubblica Federale russa. Per espressa volontà del popolo ceceno, la Repubblica di Dudayev non firma il trattato di appartenenza alla Federazione russa nè decide di far parte della federazione.

2 aprile 1993
Dudayev dissolve il Parlamento, dichiarando il potere unico di un solo uomo.

5 giugno 1993
Dudayev fa intervenire i carri armati per interrompere il tentativo di indire un referendum sul suo potere unico.

13 giugno 1994
Cominciano i combattimenti tra le forze a favore del potere di Dudayev e quelle contrarie.

11 agosto 1994
Boris Eltsin esclude l'uso della forza in Cecenia.

25 novembre 1994
Alcuni grossi elicotteri attaccano alcune posizioni nei pressi di Grozny. Secondo i ceceni i velivoli portavano il marchio della Russia, ma Mosca sostiene di non aver partecipato all'attacco.

29 novembre 1994
Eltsin impone un ultimatum ai ceceni: che depongano le armi entro il primo dicembre o la Russia interverrà. Gli aerei russi bombardano Grozny per due giorni consecutivi.

1 dicembre 1994
Ultimo giorno dell'ultimatum di Eltsin. Il presidente russo ritira la minaccia di inviare l'esercito in Cecenia.

5 dicembre 1994
Il ministro della Difesa russo Pavel ammette che i raid aerei sono stati condotti dall'aviazione russa.

9 dicembre 1994
Eltsin autorizza l'uso della forza in Cecenia e due giorni dopo i carri armati russi cominciano ad avanzare verso il Paese, diretti verso Grozny. Gli oltre 40.000 soldati russi sono appoggiati da aerei ed elicotteri dell'aviazione della Federazione. La Cecenia acconsente a partecipare ai colloqui di pace con Mosca.

11 dicembre 1994
Iniziano i colloqui di pace ma il giorno successivo, fallito un tentativo di accordo, gli aerei russi bombardano alcune posizioni cecene.

14 dicembre 1994
La Cecenia sospende i colloqui di pace. L'artiglieria russa colpisce un villaggio a Nord di Grozny.

Gennaio 1995
L'esercito russo prende gradualmente il controllo su Grozny, impadronendosi del palazzo presidenziale, il quartier generale di Dudayev. La capitale cecena viene devastata durante l'assalto e le vittime tra i civili si contano a migliaia.

Maggio 1995
Le truppe russe dichiarano di detenere il controllo dei due terzi del territorio ceceno e di aver catturato le città principali.

Giugno 1995
Una delegazione governativa russa si reca in Cecenia per negoziare un cessate il fuoco, che verrà formalizzato alla fine di luglio.

Gennaio 1996
Doky Zavgayev (ex presidente del soviet della Cecenia-Inguscezia) viene eletto capo della repubblica cecena, ma Dudayev dichiara invalido il risultato.

Marzo 1996
I ribelli di Dudayev lanciano un'offensiva contro Grozny. I russi, dopo tre giorni di combattimenti, hanno la meglio sui ceceni.

Aprile 1996
Dudayev viene ucciso, sembra durante un bombardamento aereo russo. Gli succede il leader del movimento dei ribelli ceceni Zemlikhan Yandarbiyev.

Giugno 1996
Viene firmato un nuovo cessato il fuoco tra le truppe russe e quelle cecene.

Luglio 1996
La fragile tregua viene interrotta dalle truppe russe che attaccano le forze cecene nei villaggi da loro controllati.

31 agosto 1996
Firmato un accordo di pace in Daghestan. Le truppe russe si ritirano prima delle elezioni presidenziali in Cecenia, che vengono tenute il 27 gennaio 1997 e vinte da Aslan Maskhadov, ex capo di stato maggiore dell'esercito ceceno.

7 agosto 1999
Militanti islamici lanciano un'insurrezione nella repubblica, capeggiata dai guerriglieri ceceni del premier Shamil Basayev.

15 agosto 1999
Il presidente ceceno Aslan Maskhadov dichiara lo stato di emergenza nel Paese.

25 agosto 1999
aerei russi bombardano degli accampamenti di guerriglieri ceceni

5 settembre 1999
L'aviazione russa attacca cinque villaggi ceceni vicino al confine con il Daghestan, uccidendo 45 persone.

18 settembre 1999
Tra i ventimila e i trentamila soldati russi vengono impiegati intorno al confine con la Cecenia.

23 settembre 1999
Mosca lancia un attacco aereo contro Grozny per la prima volta dalla fine della guerra del '94-'96.

26 settembre 1999
Circa ventimila profughi ceceni fuggono verso Ovest, in Inguscezia, per sfuggire ai bombardamenti. Le truppe russe organizzano un blocco intorno alla Cecenia.

5 ottobre 1999
Maskhadov dichiara la legge marziale e Mosca annuncia che un terzo della Cecenia è sotto il controllo delle truppe federali russe.

16 ottobre 1999
Le truppe federali avanzano verso Grozny, continuando a bombardare i territori intorno alla capitale.

2 novembre 1999
Mosca autorizza una delegazione dell'Osce (l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) a esaminare la situazione umanitaria in Cecenia e in Daghestan.

8 novembre 1999
Gli Stati Uniti accusano la Russia di aver violato la Convenzione di Ginevra sulle consuetudini di guerra conducendo attacchi contro la popolazione civile.

18 novembre 1999
Le truppe della federazione russa catturano la città di Achkhoi-Martan ad Ovest di Grozny dove, secondo le autorità cecene, muoiono 170 persone durante l'attacco.

20 novembre 1999
Le autorità militari cecene dicono che le truppe russe sono arrivate ad appena due chilometri da Grozny.

18 dicembre 1999
Le forze russe assumono il controllo di un quartiere di Grozny. La battaglia tra i due eserciti prosegue per diversi giorni.

20 dicembre 1999
I russi uccidono civili in un villaggio vicino a Grozny.

25 dicembre 1999
L'esercito russo lancia l'attacco finale contro Grozny, ma l'esercito russo viene frenato dalle strade minate e dalla strenua resistenza dei ceceni.

1 gennaio 2000
Il presidente designato russo Vladimir Putin, succeduto al dimissionario Eltsin, si reca in visita ai suoi soldati in Cecenia. La notte di Capodanno i combattimenti proseguono violenti.

3 gennaio 2000
E' di due morti e almeno sette feriti il bilancio dell'attentato compiuto contro l'ambasciata russa a Beirut da un gruppo di terroristi che sostengono la causa dei ribelli ceceni.