Home Page
Novita'
Sequestro
Isole nella Rete
Comunicati
Rassegna Stampa
Interrogazioni parlamentari
Siti mirror

Comunicati

Press Releases

 

CONTINUIAMO A BOICOTTARE IL TURISMO IN TURCHIA
Collettivo Spartakus, 9 luglio 1998

GIU' LE MANI DA "ISOLE NELLA RETE".

Ringraziamo tutti i gruppi, Associazioni e singoli che direttamente o indirettamente ci hanno dimostrato il loro appoggio nella vicenda del sequestro del sito internet di "Isole nella Rete".
Esprimiamo inoltre, ancorchè in ritardo, la nostra solidarietà a INR per la momentanea chiusura che ha dovuto subire.

Come certamente sapete, al centro della vicenda c'è un nostro volantino di solidarietà con il popolo kurdo, che quotidianamente viene massacrato dal regime turco.
Che questo genocidio quotidiano sia purtroppo una realtà lo sappiamo tutti.
Certo, la Turchia è un fedelissimo alleato della Nato ed un ottimo partner commerciale dell'Italia, ma ciò non può impedire che anche qui da noi siano ormai sotto gli occhi di tutti le atrocità commesse contro i kurdi: i massicci arrivi di profughi in Italia nei mesi scorsi e l'arresto in Turchia di Dino Frisullo (presente in Kurdistan come osservatore internazionale) ne sono solo le ultime estreme manifestazioni.

Una sacrosanta indignazione suggerisce allora di punire nelle modalità consentite dalla legge gli autori di questa feroce repressione, per esempio chiedendo che non si vada più in Turchia per turismo, voce di bilancio che coincide con le spese militari anti-kurde.

Ed è qui che, punti nel vivo, intervengono operatori turistici italiani che vedono la vaga possibilità che sfumino sostanziosi guadagni, ed arrivano a dire che turchi e kurdi vivono in pace, che la Turchia è la patria dell'uguaglianza sociale e della democrazia, e che Diyarbakir è sì strapiena di profughi kurdi, ma che sono quelli fuggiti dall'Irak di Saddam Hussein, l'unico che li perseguiti.

Certo, certo, è tutto vero: così com'è vero che la terra è piatta ed il solele gira attorno.

Non riteniamo opportuno dire di più adesso, dal momento che la vicenda non è ancora conclusa. Non intendiamo interferire o turbare le indagini su di un caso del quale ci siamo presi la responsabilità.

L'unica vera tragedia, purtroppo, resta quella di 40 milioni di persone alle quali sono negate una terra e una patria, ed il cui responsabile è sotto gli occhi di tutti.

Collettivo Spartakus

 

COS'E' SUCCESSO AL SERVER DI ISOLE NELLA RETE?
Isole nella Rete, 7 luglio 1998

Da Sabato 27 giugno a Lunedi' 6 luglio 1998 il server dell'associazione Isole nella Rete, all'indirizzo www.ecn.org, non ha risposto alle richieste di connessione dei suoi utenti.

La mattina del 27 giugno, infatti, il server è stato posto sotto sequestro dalla Polizia Postale di Bologna. Gli ufficiali di polizia si sono presentati nei locali del provider che ci ospita, su ordine del Pubblico Ministero della Procura di Vicenza Paolo Pecori, e hanno provveduto a prelevare il computer.

Si e' trattato di un sequestro preventivo ipotizzante il reato di diffamazione continuata ai danni di una agenzia di viaggi. Motivo del sequestro sarebbe stata la pubblicazione web di un messaggio inserito da un collettivo di Vicenza, fedele trascrizione di un volantino stampato su carta e normalmente distribuito in pubblico. Questo messaggio è stato originariamente inviato a una delle liste di discussione (movimento) ospitata dal server di Isole Nella Rete e successivamente - in modo automatico come normalmente avviene - pubblicato sul web.

L'ordine di sequestro dell'intero server ha comportato il blocco di un servizio utilizzato da migliaia di utenti italiani e di ogni parte del mondo, tra l'altro del tutto estranei alla vicenda che ha portato a ipotizzare il reato di diffamazione, e che si sono visti improvvisamente privati di un mezzo di comunicazione indispensabile.

Al sequestro ha fatto immediatamente seguito una fortissima reazione da parte di moltissimi utilizzatori della rete. L'assurdita' del provvedimento di sequestro ha avuto anche un'eco al di fuori della rete: ne hanno parlato diversi giornali internazionali e ci sono giunte molte dichiarazioni di solidarieta' da parte di singoli individui, gruppi e associazioni. Il messaggio incriminato, anziche' scomparire, e' ora presente su decine di siti di tutto il mondo.

L'ordine di sequestro non e' stato convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) e il server ci e' stato quindi finalmente restituito la mattina del 2 luglio.

Tuttavia, durante il sequestro il computer e' rimasto per diversi giorni nei locali della polizia. Sul disco fisso sono memorizzati dati che riguardano centinaia di persone e collettivi del movimento antagonista. Questi dati, formalmente tutelati dalla legge sulla privacy, potrebbero in qualche modo essere stati letti da estranei. Piuttosto che rimettere immediatamente in linea la macchina abbiamo quindi preferito compiere alcune verifiche tecniche, che tuttavia non possono escludere con certezza la possibilita' che qualcuno abbia avuto accesso a dati contenuti sul disco.

Per questo motivo invitiamo tutti coloro che usufruiscono di una casella postale sul server www.ecn.org a *cambiare* al piu' presto la propria password. Per cambiare la password e' sufficiente accedere al server www.ecn.org con protocollo telnet (sotto windows 95 basta digitare 'telnet' dal prompt dei comandi e poi collegarsi con www.ecn.org) -- il server chiedera' automaticamente di immettere una nuova password.

La restituzione rapida del server ci potrebbe indurre a considerare questa vicenda come un nostro pieno successo. Sicuramente la mobilitazione e' stata immediata e decisa. Di questo vogliamo ringraziare tutti coloro che si sono attivati in diversi modi: diffondendo la notizia, compiendo traduzioni, contribuendo all'opera di 'mirroring' delle pagine web relative al sequestro, chiedendo consigli ad avvocati eccetera. Abbiamo dimostrato che la rete costituisce ormai uno strumento di comunicazione concreta e significativa.

La mobilitazione di questi giorni ha messo in evidenza un soggetto nuovo che si appresta a presentarsi sulla ribalta per dire che le forme economiche, sociali e politiche della modernita', le leggi che oggi regolano la vita delle persone, non valgono piu'.

Questa mobilitazione non e' avvenuta a partire da basi egoistiche e corporative, perche' non si sono messi in moto gli interessi economici, di appartenenza o di razza, ma piuttosto a partire da scelte di cooperazione e solidarieta', per esprimere tutte le potenzialita' sociali dei saperi e delle risorse che la trasformazione in atto sta rendendo disponibili.

Non possiamo dimenticare che questa vicenda repressiva non ha colpito Isole nella Rete per caso: da sempre diamo voce al movimento antagonista e da sempre siamo una voce scomoda. La repressione che ci ha colpiti in rete e' la stessa che da sempre ci colpisce nei centri sociali, nelle case occupate, sui luoghi di lavoro e dovunque ci sia sfruttamento e discriminazione.

Anche questa specifica vicenda e' tutt'altro che conclusa: le indagini cercheranno di sostenere l'accusa di diffamazione e dobbiamo quindi tenerci pronti ad attivarci nuovamente, magari proprio per sostenere l'opera di controinformazione sul popolo curdo portata avanti dal collettivo di Vicenza autore del messaggio 'incriminato'.

Da questa esperienza prenderanno comunque le movenze le nostre prossime iniziative: il rilancio dell’anonymous remailer su ecn.org - strumento di anonimizzazione della posta per garantire la tutela della privacy in rete; la costituzione di un organismo informale di tutela dei diritti digitali; la costruzione di un network internazionale di solidarieta' che consenta ai soggetti della comunicazione "altra" di superare i limiti legislativi nazionali, la preparazione di Hackit99, meeting che si svolgera' a Milano, l’estate dell’anno prossimo, per rilanciare il nostro punto di vista sul digitale, quale luogo di elaborazione della trasformazione sociale oggi possibile.

Siamo quindi decisi, oggi ancora di piu', a portare avanti il progetto di Isole nella Rete. Per questo abbiamo bisogno del sostegno di tutti. Il sostegno economico e' solo una delle molte possibilita':

Conto Corrente Postale n.37140209 intestato a Associazione Isole nella Rete - via Crema 12 - 20135 Milano

(specificando nella causale del versamento: "nuovo socio Isole nella Rete" e indicando (o spedendoci via e-mail):
nome e cognome
data e luogo di nascita
luogo di residenza
eventuale indirizzo di e-mail

Tutte le informazioni relative al sequestro e alla campagna di mobilitazione sono disponibili all'indirizzo:

http://ecn.nodo50.org

Grazie a tutti.

Isole nella Rete

PERCHE' www.ecn.org NON E' ANCORA ONLINE?
Isole Nella Rete (2 LUGLIO 1998)

Pianeta Terra, 2 luglio 1998

Questa mattina la Polizia Postale di Bologna ha riconsegnato presso il provider - dove sabato 27 giugno era stato eseguito il sequestro - il server dell’Associazione Isole nella Rete.

Sequestro che, disposto il 23 giugno scorso dal Procuratore di Vicenza Paolo Pecori, non e' stato convalidato dal GIP, ed e' quindi decaduto gia'
nella giornata di martedi' 30 giugno.

Come mai le autorita’ di Polizia hanno riconsegnato il server solo oggi?

Allo scopo di verificare intromissioni illecite e/o manomissioni, abbiamo deciso di trasferire il server presso la sede di Milano dell’Associazione, dove i nostri tecnici potranno effettuare tutte le verifiche del caso.

Ricordiamo infatti che su quel personal computer sono presenti numerosi dati personali sensibili, dal momento che tra i tanti soggetti che
utilizzano i nostri servizi vi e' la Lega Italiana per la Lotta all’Aids, la lista di discussione delle comunita' omosessuali italiane, le associazioni di antipsichiatria Telefono Viola e Diversa-mente, le organizzazioni sindacali di base USI (Unione Sindacale Italiana) di Bologna, ADL (Associazione di Difesa dei Lavoratori) del Veneto, il Coordinamento Nazionale delle RSU, oltre a numerosi soggetti politici: centri sociali, collettivi e gruppi informali. E oltre, chiaramente, a tutti gli utenti "qualsiasi".

Noi per primi siamo molto dispiaciuti e contrariati per questo ulteriore ritardo nel ripristino del servizio, che verra' prevedibilmente riattivato nella giornata di lunedi' 6 luglio, ma riteniamo che sia prioritaria la tutela della privacy e dei diritti di chi collabora con noi e, in generale, di tutti i cittadini digitali.

ISOLE LIBERATE!
Strano Network (1 luglio 1998)

Apprendiamo con sollievo del dissequestro del server di isole nella Rete (http://www.ecn.org).

Questa grottesca e preoccupante vicenda solleva numerosi inquietanti interrogativi (perche' sequestrare un server per un singolo messaggio? perche' non si e' tenuto conto della privacy delle persone coinvolte? perche' tutte le volte che si parla di Turchia repressiva saltano i nervi a qualcuno?) ma DEVE essere un prestesto per riaffermare due principi fondamentali:
1) La privacy degli utenti della Rete deve essere salvaguardata ribadendo il diritto a poter usifruire di risorse e tecniche di crittografia ed anonimato
2) Non si puo' pretendere che un sistema di comunicazione telematico possa essere responsabile delle attivita' dei singoli utenti ne' tantomeno debba mettere in moto meccanismi preventivi di controllo, filtri e moderazione dei contenuti circolanti nel sistema stesso.

A questo proposito riveicoliamo una proposta di legge a firma Falqui - DeNotaris autoemandata dopo un lavoro di confronto effettuato da Strano Network con il coordinatore tecnico C. De Blasi e con Falqui stesso che ha la pretesa di ispirarsi ai suddetti principi. Riveicoliamo questa proposta (oramai datata) non come panacea e soluzione dei problemi ma come punto di partenza di una discussione che puo' essere utile qualora si prospetti la necessita' di produrre l'ennesima legge sulla telematica affinche' venga emanata una carta di garanzie e non un'ennesima spada di Damocle da ondeggiare sopra la testa di libere teste pensanti ed attivisti sociali.

gruppo di lavoro sulla comunicazione
StranoNetwork

LIBERATO www.ecn.org
Isole nella Rete (1 luglio 1998)

Abbiamo liberato il server internet dell'Associazione Isole nella Rete. Domani http://www.ecn.org tornera' ad essere on-line.

Questa mattina un rappresentante dell'Associazione Isole nella Rete, accompagnato dal proprio legale, ha presentato istanza di dissequesto del server presso la Procura di Vicenza. Il Procuratore Paolo Pecori ha comunicato che il server e' stato dissequestrato gia' nella giornata di ieri, e domani verra' riportato presso il provider ad opera della stessa Polizia Postale.

Questo e' il risultato della grande mobilitazione che ha visto all'opera i molteplici soggetti della rete globale. In particolar modo i tanti gia' presenti nell'Associazione e nel circuito di relazioni che attorno ad essa si e' addensato in questi primi due anni di attivita', e che hanno saputo esprimere un livello altissimo di solidarieta' e cooperazione, riuscendo, gia' poche ore dopo il sequestro, a ricostituirsi come comunita' digitale, volonta' sociale disponibile a giocare a pieno campo contro ogni abuso.


We freed the Internet server of the association Isole nella Rete. Tomorrow http://www.ecn.org will be back online.

An Isole nella Rete (INR) representative and his lawyer filed a claim for the restitution of INR server to the Vicenza Prosecutor office this morning. Prosecutor Paolo Pecori said he had already ruled accordingly yesterday afternoon. The INR server will be delivered back to the Bologna provider office by the Postal Police tomorrow.

This result is due to the strong and prompt reaction of the Internet community, both on the local and global level. Particularly active were the INR members and the hundreds of people and other associations which had been involved with the INR activities over the last two years. This worldwidespread network proved able to strongly voice and implement a high level of solidarity and cooperation which, in a matter of hours after the server seizure, led to the digital community spontaneaously organizing to firmly defend its rights against any legal abuse.


Nous avons libéré le serveur internet de l'association Isola Nella Rete. Demain, http://www.ecn.org sera de nouveau on-line.

Ce matin, un représentant de l'association InR, accompagné d'un conseillé légal, a déposé une requête de levée du séquestre au près du parquet de Vicenza. Le procureur Paolo Pecori a communiqué que la saisie du serveur avait été levée dans la journée d'hier, et que celui-ci sera rapporté cher le provider par la Police postale elle-même.

Ceci est le résulta de l'importante mobilisation mise en oeuvre par divers sujets du réseau global. En particulier tous ceux qui sont déjà présent au sein de l'association et dans le circuit de relations qui autour de celle-ci s'est densifié au cours de ces deux premières années d'activité, et qui ont su exprimer un haut niveau de solidarité et de coopération, réussissant, quelques heures après la saisie, à reconstruire une communauté digitale, une volonté sociale prête à peser de tout son poids contre tout abus de pouvoir.

Associazione Macondo - Comunicato stampa

Sabato 27 giugno la magistratura di Vicenza ha ordinato il sequestro del server internet di "Isole nella Rete", dove sono ospitati i siti di numerose associazioni e centri sociali, con il pretesto di eliminare un singolo messaggio ritenuto diffamatorio.

L'atto della Procura di Vicenza costituisce un pericoloso attacco alla libertà di espressione che trova nelle realtà autogestite della rete un importante mezzo per realizzarsi, tanto più preoccupante in un momento in cui l'autonomia di internet rischia limitazioni sempre maggiori.

In seguito al sequestro sono state oscurate decine di associazioni completamente estranee alla vicenda; il provvedimento ha causato un danno sicuramente sproporzionato rispetto allo scopo che si proponeva. In particolare i contatti stabiliti con altre realtà dell'area milanese e l'attività di informazione sull'immigrazione che la nostra associazione porta avanti su internet sono interrotti da una settimana in un momento sicuramente molto delicato.

L'Associazione Macondo esprime solidarietà agli amici di "Isole nella Rete" e si augura che l'atteggiamento delle Istituzioni nei confronti di Internet muti direzione abbandonando la deriva repressiva che questo episodio testimonia.

ISOLE NELLA RETE: Intervento di censura e grave limitazione della libertà di informazione per oscurare la strage dei kurdi
Ya Basta!

L’Associazione Ya Basta! per la dignità dei popoli contro il neoliberismo denuncia la gravissima violazione della libertà di informazione operata dAlla polizia postale su mandato della Procura di Vicenza. Il procuratore della Repubblica Paolo Pecori ha disposto il sequestro delle macchine che permettevano la sopravvivenza del servizio Internet dell’associazione per la libertà telematica ISOLE nella RETE, interrompendo la possibilità di comunicazione delle centinaia di utenti della rete informatica ecn.org. Questa operazione ha isolato moltissimi tra associazioni, centri sociali e singoli utenti che tramite ISOLE nella RETE avevano accesso ad una comunicazione democratica.

Il pretesto? La denuncia dei legami tra l’agenzia di viaggi italiana Turban e la sua omonima turca, sospettata di complicità con la politica di genocidio attuata dal governo turco nei confronti dei kurdi. Di fronte alla denuncia della suddetta agenzia di viaggi il magistrato non trova di meglio che bloccare l’intera rete ECN oscurando anche siti e reti che non operano direttamente per le rivendicazioni del popolo kurdo. La Lega Italiana per la Lotta all’Aids, per fare un esempio, si trova isolata in concomitanza con la conferenza mondiale sull’Aids in corso in questi giorni. Anche la rete italiana dei comitati di appoggio alla lotta zapatista, ezln-it si trova oscurata. In questo periodo la necessità di mantenere viva l’attenzione sul Chiapas è stata più volte proclamata: l’esercito federale sta stringendo d’assedio le comunità, si sono già verificati degli scontri e degli assassinii, e la soluzione militare sembra imminente. Alle soglie della giornata internazionale di mobilitazione sul Chiapas, indetta per il 3 di luglio, all’interno della campagna "Fermiamo la guerra per una pace giusta e degna", occasione in cui le comunicazioni telematiche diventano fondamentali, l’intervento del magistrato Pecori sembra particolarmente incisivo.

Fin dalle origini il movimento zapatista ha fatto affidamento ed ha valorizzato il carattere democratico e libertario delle nuove modalità di comunicazione: sarebbe interessante sapere cosa ne pensano tutte le voci che in questi anni si sono levate a difesa della novità nella libertà del
flusso delle informazioni che la struttura libera di Internet permette. Così come interessante sarebbe conoscere l’opinione di chi (ed anche in questo caso pensiamo per esempio all’on. Stefano Rodotà) ha sottolineato la necessità di tutelare in modo chiaro la gestione dei dati personali: che ne sarà delle informazioni sugli utenti e per gli utenti, alcuni di queste "sensibilissime" come nel caso della rete omosessuale o dei malati di HIV ora in mano alla magistratura, alla polizia e a chissà chi altro? In Kurdistan la guerra di sterminio è condotta con le armi, nel placido occidente questa guerra è una guerra contro la libertà, contro l’informazione.

Una volta di più si dimostra la semplice verità zapatista: le parole sono armi.

Completa solidarietà con ISOLE nella RETE.

Associazione Ya Basta! per la dignità dei popoli contro il neoliberismo
Tel. 02.6705185 – fax 02.6705621

PRIMO SEQUESTRO DI UN SITO WEB
VOGLIONO AMMAZZARE INTERNET E LA LIBERTA’ CHE RAPPRESENTA
L’ADUC PROTESTA: A QUANDO IL SEQUESTRO DEGLI IMPIANTI RAI?

Firenze, 29 Giugno 1998.
La polizia postale di Bologna ha messo i sigilli agli impianti dell’associazione "Isola nella rete", attraverso cui, con le relative pagine web, venivano diffuse in Internet le informazioni di un centinaio di associazioni. All’origine la denuncia di un’agenzia di viaggi turca, che aveva esposto querela contro l’invito di uno di questi spazi web a boicottare il turismo in Turchia in nome della solidarieta’ al popolo kurdo, e del coinvolgimento dell’ex-primo ministro turco in episodi di violenza politica.

"Il sequestro e’ grave e arrogante –commentano all’Aduc, per voce del suo presidente nazionale Vincenzo Donvito, e continuano: "grave perche’ per un reato d’opinione si impedisce l’opera d’informazione non solo del querelato, ma anche di tutti coloro che fanno riferimento allo stesso fornitore d’accesso ad Internet. Il contenuto del messaggio per cui e’ scattata l’operazione della polizia postale, non lo condividiamo, anche perche’ le prime vittime di un boicottaggio al turismo in Turchia sarebbero proprio i kurdi, che benficiano di parte del turismo che arriva e del far meglio conoscere la loro assurda situazione di oppressione … ma questo e’ un altro discorso. L’arroganza della polizia postale, inoltre, rende la situazione ancor piu’ grave. E’ come se il gruppo editoriale Rcs, per esempio, dovesse chiudere per una presunta non verita’ pubblicata su uno dei giornali del gruppo. E a questo punto ci chiediamo come mai non si sia ancora provveduto al sequestro di tutti gli impianti della Rai; quante denunce vengono quotidianamente fatte contro le informazioni e i commenti dei suoi giornalisti? Forse il finto scoop del coinvolgimento di Suni Agnelli nelle indagini sull’Alta Velocita’, e la reazione della stessa Agnelli, ha mobilitato la polizia postale per sigillare gli impianti Rai? No. Sono due pesi e due misure. E’ evidente.

L’abbiamo detto altre volte e lo ribadiamo con vigore: Internet e’ la frontiera della liberta’ di comunicazione e informazione, e le sue regole vanno affidate solo agli utilizzatori. Se l’autorita’, al di la’ dei requisiti tecnici, ci mette mano, e’ la fine. Quello che e’ successo all’"Isola nella rete", ne e’ esplicita dimostrazione. I censori di sempre, con in piu’ il potere di controllo degli strumenti di comunicazione, sono i piu’ pericolosi soggetti da cui difendere la liberta’ di ognuno e di tutti.

ITALY: NON-PROFIT SERVER SEIZED FOR "DEFAMATORY" MATERIAL POSTED ON ITS SYSTEM
From Bernardo Parrella and Arturo di Corinto

Saturday, June 27th, 1998, at 10:30 am, the Isole nella Rete (INR) server <ecn.org> has been shut down and seized by the Postal Police in Bologna for "defamatory" material posted on its system.

Isole nella Rete (Islands in the Net) is an Italian non-profit organization founded in Milan in 1996, now counting about 300 members, was offering Web space and Internet services to more than 100 groups (social centers, local radio stations, cultural associations) and other entities involved in political, solidarity and social activities throughout Italy and Europe.

Without any notice, Saturday morning all of them found their server down and their incoming mail irreparably lost. The Web site <http://www.ecn.org> is unavailable and silent -- maybe even for months and years to come.

Acting under a warrant issued by the Vicenza State Prosecutor Dott. Paolo Pecori, yesterday several officers of the Bologna Postal Police seized and physically removed the INR server hosted in the office of DS Logic srl, a local ISP.

According to the warrant, this is a "preventive" measure for the crime of a "prolonged defamation" toward a Milan travel agency, Turban Italia Srl. The operation came after the publication on the INR Web site of a message signed by a Vicenza collective under the title "Solidarity with Kurdistan people - Boycott tourism in Turkey." That message was originally posted on the mailing list <cslist@ecn.org>, devoted to issues related to social centers and their political activities, and on January 15th re-published on the Web through a typical automatic procedure. The message was the actual transcription of a printed flyer publicly distributed and broadcast in local radio programs.

As part of a solidarity campaign with Kurds persecuted by Turkish government launched by several political and cultural associations in Italy, the document called for a boycott of tourism in Turkey and particularly of Turban Italia services. Among other things, the flyer claimed that the travel agency had strong financial ties to former Turkish Prime Minister Tansu Ciller, "organizer of death squad operations against Kurdistan people and other political opponents."

After the message appeared on the Web last January, Turban Italia lawyers alerted local authorities, but also got involved with INR attorneys to find a "peaceful" solution to the issue -- a possible outcome being to mantain the "defamatory" message online along with a strong reply by the same Turban Italia. It is not clear who or what prompted the Vicenza Prosecutor to enforce such a sudden and indiscriminate action on Saturday morning.

Although the seizure warrant does not charge any specific person (yet), it is clear that the Prosecutor holds INR liable for the material hosted on its Internet server. Under these circumstances, provider's liability is an higly debated topic worldwide, still far from a viable solution. However, as even the US Supreme Court confirmed last week in a case involving America Online, the general approach is that ISsP should not be held liable for the material carried on their systems.

In this case, the operation is exceptionally harmful and serious, hitting a service mostly used by hundreds of people and associations politically and socially oriented, in Italy and abroad. They were (and many of them still are) completely unaware of the events that conducted to the charge and the shutting down of the server. Their right to freely communicate and express themselves have been violated without any notice or explanation. Not to mention those using the INR mail service for their daily work and business activities.

In the recent years, the INR-ecn.org activities had greatly helped the building of a strong solidarity and socially-oriented network, such as Lila (AIDS fighting association), Italy-Cuba Association, Telefono Viola (psychiatric abuse hot-line), ADL (workers union), Spain's CNT. The ecn.org server was also hosting cultural organizations: web-zines (.Zip , Necron, London's Freedom Press), local bands (99 Posse, Sunscape, Electra) , radio stations (Radio Black Out, Radio Sherwood, Radio Onda d'Urto). Very active were several mailing lists, including one in support and solidarity with Chiapas people and "cyber-rights", the only Italian list devoted to public discussion about privacy, encryption, free speech online.

The <cyber-rights@ecn.org> list and its subscribers were essential to the success of HackIt98, the first ever public meeting organized by and devoted to the Italian hacker community, held in Florence during the first week-end of June and attended by about one thousand people.

At the moment the INR-ecn.org members are closely monitoring the situation in order to find the best solutions to what seems to be an extremely serious event whose conseqences will be in any case far and wide. The organization is now working to get the news to all of its members and users, as well as to media agencies worldwide and to the online community at large. Also, a backup server should be up and running as soon as possible, while others initiatives are under way.

For more info and updated news:
http://strano.net/news
http://geocities.com/Hollywood/Set/2184/inr.html
mailing list (in Italian) <
hackmeeting@kyuzz.org >
[send mail to <
majordomo@kyuzz.org > including 'subscribe hackmeeting' in the body message]

sTRANO nETWORK x Isole nella Rete

Un utente immette in una mailing-list gestita dal server no-profit Isole nella Rete www.ecn.org (che ospita spazi web, mailing-lists ed e-mail di numerose realtà impegnate nel sociale) un messaggio di critica (già circolato in altri mass-media come Il Manifesto) contro la repressione del governo turco che tira in ballo anche un'agenzia di viaggio.

Il messaggio viene "stampato" sul web secondo una procedura automatica del server che prevede la visibilita' sul web per alcune settimane dei messaggi circolati nelle mailing-list. Parte una denuncia di diffamazione e la incredibile decisione della magistratura di sequestro del server.

Vogliamo credere, ancora per qualche giorno, che si tratti di un errore dovuto ad ignoranza e non un pretesto per tappare la bocca alla realtà più importante e variegata in Italia di connubio tra attivismo sociale e telematica.

Se di errore non si dovesse trattare ma di una scelta politica di chiudere un organo di comunicazione e di informazione utilizzando un criterio che non ha nessuna base giuridica e validità politica di riconoscere responsabile il server per le azioni di un utente che transita temporaneamente da quel sistema allora sarà necessario aprire una ampia vertenza politica per assicurarsi nel presente e soprattutto nel futuro una legittima libertà di espressione.

Gruppo di lavoro sulla comunicazione sTRANOnETWORK
x + info
http://strano.net/news
mailing list
hackmeeting@kyuzz.org
irc #hackit98

SEQUESTRATO UN SERVER PER UN PRESUNTO MESSAGGIO DIFFAMATORIO
Comunicato stampa ALCEI-EFI
Associazione per la Libertà nella Comunicazione Elettronica Interattiva
Electronic Frontier Italy - 28.06.9

Apprendiamo con preoccupazione, sorpresa e indignazione la notizia del sequestro, avvenuto a Bologna il 27 giugno 1998, del server internet di Isole nella Rete (un'associazione no-profit che fornisce spazio e comunicazione a centri sociali, organizzazioni e radio di movimento, associazioni di volontariato sociale) su ordine del Procuratore della Repubblica presso la Pretura di Vicenza, dott. Paolo Pecori, a causa della presenza su quel sito di un messaggio che qualcuno considera diffamatorio.

Se la notizia dovesse trovare conferma in questi termini si tratterebbe di un atto gravissimo che non può passare sotto silenzio. A prescindere infatti dal merito della vicenda, ALCEI non può che ribadire - come fa fin dai tempi dell'Italian Crackdown del 1994 - che il sequestro di un computer (peggio ancora quando si tratta di un server) potrebbe essere ammissibile se si trattasse di una macchina rubata, ma è un inaccettabile quanto inutile abuso quando si è alla ricerca di semplici informazioni (messaggi, file o quant'altro). Oltre ad essere tecnicamente inutile è un atto gravemente lesivo dei diritti fondamentali della persona (perché in violazione degli artt. 15 e 21 della Costituzione e della Convenzione Universale dei . diritti dell'uomo).

Un computer o un server sono di per sé neutri e privi di qualsiasi specificità criminale, per cui nulla può legittimarne il sequestro, specie perché così facendo si ledono i diritti di tutti gli altri utenti (persone e organizzazioni) estranei alle indagini o comunque non coinvolti nella vicenda.

Atti come questo sequestro (dove sarebbe bastato fare una copia del messaggio incriminato, o al massimo - con la riserva che ogni atto di censura è di per sè un arbitrio - chiederne la rimozione "cautelativa" dal sito) sono chiari tentativi di introdurre surrettiziamente il concetto di responsabilità oggettiva del provider, altra posizione che ALCEI da sempre combatte decisamente.

ALCEI esprime disappunto e profonda preoccupazione per l'ennesimo caso di mancanza di sensibilità e preparazione dei soggetti istituzionali che hanno consentito questo abuso e auspica che fatti del genere non abbiano più a ripetersi in futuro.

Per informazioni e contatti
Voce++39-(0)2-867045++39-(0)85-294255
Fax++39-(0)2 -867055++39-(0)85-4226470

SOLIDARIETA' A ISOLE NELLA RETE
BENVENUTI NELLO STATO LIBERO DI BANANAS
Luther Blissett

Cosa pensereste se un quotidiano pubblicasse una lettera (presuntamente) diffamatoria e le autorita'decidessero di CHIUDERE D'IMPERIO TUTTE LE EDICOLE per impedirne la diffusione?

Non dissimili provvedimenti da dittatore dello stato libero di Bananas vengono quotidianamente presi, in un clima di prevaricazione e arbitrio assoluti, dalla magistratura ai danni dei diversi soggetti della comunicazione telematica.

L'agenzia turistica Turban di Vicenza si e' sentita diffamata dalla riproduzione sullo spazio Web di www.ecn.org di un messaggio circolato nella lista "Cslist". Il messaggio era la trascrizione di un volantino (circolato a Vicenza) in cui si accusava la Turban di loschi traffici connessi alla violazione dei diritti umani e allo sterminio del popolo kurdo in Turchia.Da notare che ogni messaggio spedito alle tante liste di discussione di ECN viene automaticamente HTMLizzato e messo su World Wide Web. Isole nella rete non ha alcun modo di controllare messaggio per messaggio l'enorme afflusso quotidiano di posta elettronica smistata dal server.

Su segnalazione della Turban, la magistratura di Vicenza ha ordinato il sequestro (!) del server, avvenuto ieri mattina (sabato) alle 10.30. Una decisione insensata, che potrebbe denotare tanto una completa ignoranza delle nuove tecnologie di comunicazione quanto un'intenzionale violazione della liberta' d'espressione.

L'ignoranza e' innegabile: spessissimo, in casi di sospetta "pirateria" informatica, gli inquirenti sequestrano i computer degli indagati (il più delle volte necessari strumenti di lavoro), quando basterebbe fare una copia del disco rigido.

Ma e' altrettanto evidente l'intenzione di "forzare" a dismisura il vuoto legislativo nazionale per quel che riguarda la comunicazione elettronica. In Italia ancora nessuna legge stabilisce la responsabilita' degli Internet Service Providers per i contenuti veicolati tramite le loro macchine - tant'è che non c'è alcun obbligo da parte di questi soggetti di costituirsi in testata editoriale con tanto di direttore responsabile. [Andrebbe anche detto che la nostra legge sulla stampa è incredibilmente restrittiva e ha in sé svariati elementi di anti-costituzionalità, ma non è questa la sede per tali riflessioni.]

Ma quand'anche Isole nella rete fosse da ritenersi responsabile (e il sole girasse intorno alla terra), rimarrebbe ingiustificabile la scelta di cancellare l'accesso a centinaia di siti web ospitati da ecn.org (tra cui quelli della Lega Italiana per la Lotta all'Aids, di Ya Basta! e altre associazioni di volontariato e cooperazione internazionale), per non parlare delle migliaia di utenti il cui indirizzo e-mail è stato improvvisamente reso inutilizzabile da una decisione gravissima.

In Italia sopravvive, sotto mentite spoglie, il vecchio Codice fascista. La libertà di espressione, anziché una conquista dal basso, è considerata una concessione da parte dei poteri costituiti. Qualunque sociopatico a cui capita di ricoprire una carica qualsiasi può decidere di togliercela da un momento all'altro. L'attacco frontale a Internet è iniziato con le calunnie e le leggende urbane sulla "pedofilia", e prosegue a colpi di querele e citazioni a cui seguono richieste di sequestro, o sequestri veri e propri. Dopo la bagarre scoppiata attorno al libro di Luther Blissett "Lasciate che i bimbi", ecco l'ennesimo episodio, il piu' grave.

D'ora in poi, la lingua ufficiale del Bananas sarà lo svedese. A partire da domani, sarà obbligatorio cambiarsi la biancheria intima ogni trenta minuti (per facilitare l'operazione, la si indosserà *sopra* i vestiti). Inoltre, tutti i minori di 16 anni avranno automaticamente 16 anni.

Informazioni aggiornate su queste nuove leggi sono reperibili agli url:
http://strano.net/news
http://geocities.com/Hollywood/Set/2184/inr.html e nella mailing list
hackmeeting@kyuzz.org

LUTHER BLISSETT, domenica 28 giugno 1998

GRAVISSIMO ATTENTATO ALLA LIBERTA’ DI INFORMAZIONE
Isole nella Rete

Questa mattina, la Polizia Postale, su ordine della Procura di Vicenza, ha posto sotto sequestro il computer dell’associazione per la liberta' telematica Isole nella Rete, interrompendo il servizio Internet che l’associazione svolgeva, visitato ogni giorno da migliaia di persone in Italia e all’estero.
In sostanza, chiudendo lo spazio web di oltre un centinaio di associazioni, centri sociali, radio autogestite tra le quali la Lila, ASIcuba, il Telefono Viola, ADL (associazione di difesa dei lavoratori), Ya basta, USI (unione sindacale italiana), CNT spagnola, il Coordinamento nazione delle RSU; centri sociali (circa 40 centri sociali in tutta Italia); emittenti radiofoniche (Radio Onda d’Urto di Brescia e Milano, Radio Black Out di Torino, Radio Sherwood di Padova); riviste-on-line (.Zip e Necron di
Torino, BandieraRossa di Milano, Freedom Press di Londra), gruppi musicali (99 posse, Sunscape, Electra, Petra Mescal), e molti altri ancora.
Ma non solo. Insieme alla chiusura del sito WWW, è stato interrotto lo scambio di posta di numerose mailing list, tra le quali la lista in solidarietà con il Chiapas, quella di informazione e discussione sui nuovi diritti legati al digitale, quella delle comunita’ gay italiane (l’unica di questo genere nel nostro paese), e sono state disattivate le caselle postali di centinaia di utenti.
Questo incredibile provvedimento è avvenuto in seguito alla denuncia dell'agenzia di viaggi Turban Italia Srl, con sede a Milano, che, ritenutasi vilipesa da un messaggio inviato da un utente di Isole nella Rete, messaggio che riprendeva i contenuti di numerosi articoli di giornale pubblicati su di essa in cui la Turban Italia veniva additata come coinvolta negli interessi economici dell’ex-premier turco Tansu Ciller ed in cui si invitava a non servirsi di questa agenzia in solidarietà al popolo kurdo.
Il sequestro, disposto dal Procuratore della Repubblica presso la Pretura di Vicenza, dott. Paolo Pecori, e’ un atto estremamente grave, poiche’ non si e’ limitato alla rimozione del messaggio incriminato, ma ha chiuso l’intero servizio offerto da Isole nella Rete, un atto che non ha precedenti nel nostro Paese.
Ci tocca constatare di nuovo l’incongruenza della legislazione vigente con i nuovi strumenti della comunicazione digitale, l’incompetenza degli organi giudiziari e la sostanziale arretratezza nella comprensione di cosa sia il fenomeno Internet, la comunicazione orizzontale, i nuovi diritti dell’era digitale.
Ma ci tocca anche lanciare una pesante accusa nei confronti di una magistratura gia’ pronta a rendersi duttile strumento dei nuovi pontentati della comunicazione, colpendo con tanta durezza ogni tentativo significativo di dar voce a istanze sociali di base che rivendicano il diritto ad esistere ed a dire la loro senza dover passare sotto le forche caudine e censorie dei media istituzionali.
E’ ovvio che tutto questo non sara’ sufficiente a metterci a tacere, che questo gravissimo attentato alla liberta’ di espressione non avra’ altro risultato che incoraggiarci ancor piu’ e dare maggior visibilita’ al nostro lavoro, e che quanto prima il server di Isole nella Rete e di tutti quei soggetti che vi trovano voce, sara’ di nuovo on-line all’indirizzo web
http://www.ecn.org

Associazione Isole nella Rete
(organizzazione non lucrativa di utilita' sociale)

SEQUESTRATO IL SERVER DI ISOLE NELLA RETE
Isole nella Rete

Sabato 27 giugno alle 10.30 di mattina e' stato sequestrato il server dell'associazione Isole Nella Rete (www.ecn.org).
Il sequestro e' avvenuto nei locali del provider che ospitava il server, su ordine del Pubblico Ministero della Procura di Vicenza Paolo Pecori ed e' stato eseguito dagli ufficiali di Polizia Postale del Compartimento di Bologna.
Si tratta di un sequestro preventivo ipotizzante il reato di diffamazione continuata ai danni di una agenzia di viaggi. Motivo del sequestro sarebbe la pubblicazione web di un messaggio inserito da un collettivo di Vicenza, fedele trascrizione di un volantino stampato su carta e normalmente distribuito in pubblico. Questo messaggio e' stato originariamente inviato a una lista di discussione (cslist) ospitata dal server di Isole Nella Rete e successivamente - in modo automatico come normalmente avviene - pubblicato sul web.
Sebbene il decreto di sequestro non citi espressamente ancora nessuna persona formalmente indagata, il magistrato che ha ordinato il sequestro ha evidentemente ritenuto l'associazione Isole Nella Rete responsabile per il contenuto di quanto ospitato sul proprio server Internet. La questione della responsabilità dei provider e' in realta' materia di discussione accesissima in tutto il mondo e ben lontana dall'essere risolta. L'orientamento prevalente sembra tuttavia essere quello di NON considerare i provider responsabili dei contenuti che veicolano, se non altro per ragioni di possibilita' tecniche e di convenienza commerciale.
L'ordine di sequestro dell'intero server, inoltre, appare assolutamente inaudito poiche' riguarda un servizio utilizzato da migliaia di utenti italiani e di ogni parte del mondo, del tutto estranei alla vicenda che ha portato a ipotizzare il reato di diffamazione, e che si vedono improvvisamente privati di un mezzo di comunicazione indispensabile.

Stiamo cercando di analizzare la situazione per trovare le migliori soluzioni a quello che ci sembra un caso gravissimo e che avra', comunque vada a finire, un'altissima risonanza.
Informiamo che il server web www.ecn.org, tutte le mailing e tutti gli indirizzi di posta elettronica ivi ospitati sono attualmente fuori
servizio. Stiamo lavorando per ripristinare un server di backup al piu' presto possibile.

SEQUESTRATA ISOLE NELLA RETE
Collettivo infodiret(t)e

Questa mattina, 27 giugno 1998, il server internet di Isole nella Rete, l'associazione no-profit che fornisce spazio e comunicazione a centri sociali, organizzazioni e radio di movimento, associazioni di base e di volontariato sociale, e' stato posto sotto sequestro dalla Questura di Bologna. Da oggi quindi, e non sappiamo per quanto tempo ancora, il server di Isole nella Rete non rispondera' piu' all'indirizzo http://www.ecn.org, non saranno piu' visibili le pagine web, ne' potranno essere disponibili i servizi di posta elettronica che hanno permesso in questi anni di costruire una fitta rete di solidarieta' fra vari settori della societa' civile.
L'ordinanza di sequestro trae origine da una diffida dei legali della societa' ''Turban Italia'' che si e' sentita ''diffamata'' da un messaggio pubblicato nelle mailing list di Isole della Rete, in cui si invitava al boicottaggio del turismo in Turchia, il cui governo si e' reso responsabile
del genocidio del popolo Kurdo. Nel messaggio incriminato, si denunciavano contestualmente i presunti interessi del governo turco, e in particolare dell'ex premier Ciller, negli affari della ''Turban Italia''.
Il messaggio, inviato come tutti gli altri in modo automatico e incontrollabile, nel rispetto della piena liberta' di comunicazione che Isole nella Rete ha sempre tutelato, esprime il parere e le opinioni del suo autore che hanno pieno diritto di essere trasmesse senza alcuna censura da parte del fornitore di servizi che, in ogni caso, non puo' assumersi la responsabilita' ne' l'onere di esercitare un controllo dei contenuti di quanto viene veicolato attraverso la rete.
Nella diffida legale, la Turban Italia cita come offensive le seguenti frasi: ''l'invito della Turbanitalia a tours e soggioni al mare nella <<Turchia piu' bella>> e' decisamente un pugno nello stomaco se confrontato con le notizie che giungono dalle zone martoriate del Kurdistan (...) Per mantenere la sua guerra sporca contro questo popolo, lo stato turco fa affidamento soprattutto sulla valuta pregiata del turismo'' e citando espressamente la Turban: ''ai cui affari e' direttamente interessata l'ex premier Ciller, ispiratrice degli squadroni della morte''.
A causa di queste due frasi, sui cui contenuti non vogliamo per il momento entrare nel merito, la polizia ha ritenuto di dover porre sotto sequestro l'intera attrezzatura di Isole nella Rete, piuttosto che eliminare il
singolo messaggio, interrompendo cosi' un servizio di grande importanza per la comunita'
Contro questa ennesima azione repressiva, contro ogni tentativo di censura, chiediamo che:

- il server di Isole nella Rete venga immediatamente dissequestrato
- sia avviato un ampio dibattito che coinvolga le istituzioni, per garantire la liberta' di espressione in internet, in cui si sancisca definitivamente la non responsabilita' dei provider

Padova, 27 giugno 1998
collettivo infodiret(t)e