"Io vado a Pristina e a Belgrado" Progetto per un corpo di pace della societa` civile italiana Dagli aderenti all'appello "Io vado a Pristina e a Belgrado" nasce la proposta di organizzare un corpo civile di pace in Kosovo. Le esperienze accumulate negli anni 1992-1999 da molti dei firmatari dell'appello (in particolare i vari progetti in Bosnia Erzegovina, Croazia e Kosovo dell'Associazione "Beati i costruttori di Pace" e dell'Associazione Papa Giovanni XXIII "Operazione Colomba", della Campagna per una soluzione nonviolenta in Kosovo, la mobilitazione "I Care!" che ha visto la presenza a Pristina di 220 persone per il 50° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani) rappresentano un capitale che pensiamo adesso di poter valorizzare in un progetto specifico sul territorio. Le persone giuridiche che presentano questo progetto sono: Associazione Papa Giovanni XXIII (referente Alberto Capannini) Associazione Beati i costruttori di pace (referente don Albino Bizzotto) Campagna per una soluzione nonviolenta in Kosovo e Ass. Berretti Bianchi (referente Prof. Alberto L'Abate). Gli obiettivi della presenza di un Corpo Civile di pace sono: - Monitoraggio del rispetto dei Diritti Umani e dei comportamenti di pace, osservando e documentando eventuali violazioni, presentando rapporti scritti alle Istituzioni internazionali sugli abusi, ma anche documentando gli esempi positivi; - Contribuire ad informare la popolazione sugli accordi di pace, offrendo una fonte di informazione indipendente sugli aspetti giuridici e pratici dell'implementazione; - Fare interposizione a livello di popolazione con l'obiettivo di creare spazi nonviolenti dove possa iniziare il dialogo; - Fare opera di intermediazione tra cittadini e istituzioni, con azioni di intercessione e di accompagnamento; - Creare dei ponti di dialogo tra gruppi di cittadini serbi ed albanesi (operatori sanitari, insegnanti, giovani, donne, ecc.) e tra questi e le realta` italiane (per scambi, gemellaggi, ecc.). In generale promuovere la comunicazione e stimolare il collegamento tra societa` civile in Kosovo, in Serbia, in Montenegro, in Macedonia e in Italia; - Favorire la crescita di gruppi/ONG locali impegnati nel campo dei Diritti Umani e sostenere i gruppi e le ONG di composizione mista serba ed albanese che operino anche in altri campi; - Collaborare con le istituzioni internazionali responsabili del rientro dei profughi. Il Gruppo Pilota (prima fase): Per preparare il progetto, un Gruppo Pilota di 10 persone circa con precedente esperienza del territorio dovra` recarsi appena possibile in Kosovo. Non e` prevista una formazione specifica per queste persone, data la ristrettezza dei tempi; dovranno comunque passare insieme due giorni prima della partenza per condividere le proprie esperienze, conoscersi meglio, concordare un preciso metodo di lavoro e darsi le regole di convivenza.. Si cerchera` di garantire che facciano parte del Gruppo persone che sappiano le lingue (inglese, serbo ed albanese), che abbiano competenze specifiche nel campo dei diritti umani con precedenti esperienze come osservatori, che abbiano partecipato a progetti di condivisione e cooperazione, che abbiano una buona conoscenza del funzionamento delle Istituzioni internazionali. Nella prima fase (da adesso fino a settembre), il Gruppo Pilota risiedera` a Pristina, ma iniziera` non appena le condizioni lo permetteranno i contatti con altre localita` del Kosovo, privilegiando la scelta di quei luoghi dove esistano ancora i presupposti di comunita` miste (ad esempio, Prizren sede della diocesi cattolica e di quella ortodossa, l'area di Decani e Pec) e dove i componenti stessi del Gruppo abbiano avuto esperienze precedenti con le popolazioni sia serba che albanese (come Suhareka, Klina). In ogni momento il Gruppo Pilota ascoltera` i suggerimenti e le richieste di interventi particolari che perverranno dagli organi della Comunita` internazionale, nonche' da persone o istituzioni del luogo; si riserva di valutare al suo interno e in accordo con i responsabili in Italia se accogliere o meno tali richieste. Il gruppo Pilota, come poi anche il Corpo Civile, dovra` adottare un metodo di lavoro fondato sui principi della nonviolenza ed uno stile di vita improntato alla semplicita` e all'essenzialita`, ponendosi in uno spirito di condivisione e cooperazione con le tutte le persone sapendo che si e` presenti come osservatori e non per esprimere solidarieta` a gruppi particolari. E' essenziale che il Gruppo Pilota, come poi il Corpo Civile, ricevano le necessarie autorizzazioni ed un riconoscimento ufficiale da tutte le istituzioni del luogo, serbe, albanesi e internazionali. Risorse necessarie per il Gruppo Pilota: 2-3 automezzi affitto di una casa/ufficio a Pristina spese di vitto per i componenti del Gruppo computer e materiali ufficio mezzi di collegamento (telefonico o via radio) con l'Italia fondi per spese di carburante (viaggi in Kosovo e da e per l'Italia) altre spese di viaggio eventuali compensi a collaboratori locali assicurazione per i volontari e per i mezzi remunerazione per i componenti del Gruppo Corpo Civile: Iniziera` subito anche il reperimento delle persone disponibili a formare il Corpo Civile, che dovranno partecipare a incontri di formazione nei mesi di luglio-agosto. Si prevede l'inizio della presenza in Kosovo per settembre, a meno che non ci siano indicazioni diverse. Il numero delle persone, le risorse necessarie e altri dettagli saranno da concordare con il Ministero degli Affari Esteri. Si prevede comunque di richiedere la disponibilita` di periodi lunghi di permanenza.