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rischio nucleare
INTERPELLANZA URGENTE A RISPOSTA IN CONSIGLIO VENEZIA NON PUO' ESSERE UN APPRODO NUCLEARE I sottoscritti consiglieri comunali, premesso che:
Sandro Bergantin, Gianfranco Bettin e Beppe Caccia Venezia, 08 Settembre 2000
All'Ill.mo Signor Prefetto
Illustrissimo Signor Prefetto,
Secondo notizie di fonte giornalistica, attualmente sono dodici i porti italiani considerati "a rischio nucleare": tra di essi il porto di Venezia. Come rappresentanti dei cittadini, apprendiamo questa informazione per via assolutamente informale ed essa �, per noi, fonte di grande preoccupazione. Questa classificazione significa infatti che il porto di Venezia � pronto, in un qualsiasi momento, ad accogliere imbarcazioni o sottomarini militari a propulsione nucleare ovvero mezzi navali dotati di armamento atomici. Poco importa, a questo punto, sapere se l'ormeggio di questi veri e propri "ordigni innescati" si trovi all'interno della base navale dell'Arsenale oppure presso qualche molo riservato del Porto commerciale, in Marittima o nella zona industriale di Porto Marghera: ciascuno di questi siti � inserito nel pieno di un tessuto urbano ad alta densit� di popolazione, in alcuni casi nei pressi di impianti industriali di per s� pericolosi e su rotte attraversate da importanti carichi petroliferi. L'elenco di avarie ed incidenti occorsi a mezzi navali a propulsione atomica � lungo e inquietante: senza scomodare la tragica vicenda del sottomarino russo Kursk, un'inchiesta realizzata dall'Universit� di Bologna ha contato ben 1276 incidenti, di cui le Autorit� militari abbiano dato pubblica notizia negli ultimi trent'anni e almeno cinquanta ordigni nucleari abbandonati sul fondo dei mari. L'altro ieri, il giorno 5 settembre, il Ministero della Difesa francese ha comunicato che il sottomarino nucleare "Saphir" rimarr� fermo per almeno sei mesi nel porto di Tolone, a causa di un'avaria al reattore. Signor Prefetto, la cosiddetta "guerra fredda" � terminata da oltre un decennio, ma il porto di Venezia ha - nostro malgrado - ospitato negli ultimi anni unit� militari dell'Alleanza Atlantica, impegnate a vario titolo nei conflitti in corso nell'area Balcanica. Sorge a questo punto legittimo il dubbio che, in quelle e in future occasioni, la popolazione veneziana sia stata e sar� esposta ai rischi gravissimi connessi al transito e alla sosta di mezzi navali dotati di ordigni e motori a propulsione nucleare. Le chiediamo pertanto di farsi interprete presso il Governo italiano, che Lei autorevolmente rappresenta nella nostra Citt�, della nostra preoccupazione e della richiesta che, per le sue caratteristiche, il porto di Venezia sia escluso dagli approdi disponibili a questo genere di operazioni. Nel frattempo Le rivolgiamo la formale richiesta di rendere pubblica, anche ai sensi dell'art.129 del Decreto Legislativo 17 marzo 1995 n. 230, l'esistenza e il testo del "Piano di emergenza per incidenti ad unit� militari a propulsione nucleare" previsto per il nostro territorio, chiedendo di conoscere quali siano i punti d'ormeggio previsti e quali le conseguenze ivi descritte del MIC (massimo incidente credibile). Con l'augurio che la nostra Citt� e il mondo intero possano al pi� presto liberarsi di simili ordigni, Le porgiamo i nostri distinti saluti I Consiglieri comunali dei Gruppi VERDI - La citt� nuova
Venezia, 7 settembre 2000
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