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Francesco Iannuzzelli

Tutte le informazioni presenti su questo sito sono di origine pubblica e ne e' incoraggiata la diffusione. In nessun caso sono state violate norme di sicurezza o segreti militari.
  rischio nucleare
La campagna contro il rischio nucleare nei porti italiani

INTERPELLANZA URGENTE A RISPOSTA IN CONSIGLIO

VENEZIA NON PUO' ESSERE UN APPRODO NUCLEARE

I sottoscritti consiglieri comunali,

premesso che:

  • nei giorni scorsi il Consiglio comunale della Citt� di Taranto si � riunito in seduta straordinaria per esaminare il Piano di emergenza per Taranto, riguardante incidenti ad unit� militari a propulsione nucleare;
  • detto Piano, realizzato nel 1982, e attualmente in vigore, � stato declassificato dal suo carattere di riservatezza solo il 5 settembre scorso, e in minima parte, dalla Prefettura del capoluogo pugliese, ai sensi dell'art. 129 del Decreto Legislativo 17 marzo 1995 n. 230;
  • secondo fonti giornalistiche, i porti italiani considerati a rischio nucleare sono attualmente dodici, tra cui quello di Venezia;
considerato che:
  • tutto ci� mette Venezia e il suo Porto nelle condizioni di essere in qualsiasi momento sito idoneo ad accogliere imbarcazioni o sottomarini militari a propulsione nucleare ovvero mezzi navali dotati di armamenti atomici;
  • nonostante le assicurazioni fornite in Parlamento dal ministro della difesa Sergio Mattarella e dal sottosegretario Gianni Rivera, circa l'assenza di rischio, l'elenco di avarie ed incidenti occorsi a mezzi navali a propulsione atomica � lungo ed inquietante, come ha documentato un'inchiesta realizzata dall'Universit� di Bologna;
chiedono al Sindaco, in qualit� di massima autorit� preposta a tutela della salute dei cittadini:
  • se � stato informato dalle competenti Autorit� circa l'utilizzo del Porto di Venezia come approdo per naviglio a propulsione nucleare;
  • se � a conoscenza del Piano di emergenza, il cui scopo � quello di salvaguardare, mediante idonee misure di sicurezza, l'incolumit� della popolazione;
  • se la struttura di Protezione civile del Comune sia stata opportunamente attrezzata e coinvolta per eventuali interventi di emergenza
Per i Consiglieri comunali dei Verdi e La Citt� Nuova
Sandro Bergantin, Gianfranco Bettin e Beppe Caccia
Venezia, 08 Settembre 2000

All'Ill.mo Signor Prefetto
della Provincia di VENEZIA
(anticipato via telefax)
e, per conoscenza:
al Sindaco di Venezia
e alla Presidente del Consiglio Comunale di Venezia
Loro Sedi

Illustrissimo Signor Prefetto,
ieri sera il Consiglio comunale della Citt� di Taranto si � riunito in seduta straordinaria ed urgente per esaminare il "Piano di emergenza per Taranto per incidenti ad unit� militari a propulsione nucleare". Tale documento, realizzato nel 1982 e attualmente in vigore, � composto di circa duecento pagine ed � stato tenuto riservato fino al giorno 5 settembre u.s., quando, in seguito ad una formale richiesta dell'Associazione Peacelink, la Prefettura del capoluogo pugliese ne ha pubblicato una parte declassificata.

Secondo notizie di fonte giornalistica, attualmente sono dodici i porti italiani considerati "a rischio nucleare": tra di essi il porto di Venezia. Come rappresentanti dei cittadini, apprendiamo questa informazione per via assolutamente informale ed essa �, per noi, fonte di grande preoccupazione.

Questa classificazione significa infatti che il porto di Venezia � pronto, in un qualsiasi momento, ad accogliere imbarcazioni o sottomarini militari a propulsione nucleare ovvero mezzi navali dotati di armamento atomici. Poco importa, a questo punto, sapere se l'ormeggio di questi veri e propri "ordigni innescati" si trovi all'interno della base navale dell'Arsenale oppure presso qualche molo riservato del Porto commerciale, in Marittima o nella zona industriale di Porto Marghera: ciascuno di questi siti � inserito nel pieno di un tessuto urbano ad alta densit� di popolazione, in alcuni casi nei pressi di impianti industriali di per s� pericolosi e su rotte attraversate da importanti carichi petroliferi.

L'elenco di avarie ed incidenti occorsi a mezzi navali a propulsione atomica � lungo e inquietante: senza scomodare la tragica vicenda del sottomarino russo Kursk, un'inchiesta realizzata dall'Universit� di Bologna ha contato ben 1276 incidenti, di cui le Autorit� militari abbiano dato pubblica notizia negli ultimi trent'anni e almeno cinquanta ordigni nucleari abbandonati sul fondo dei mari. L'altro ieri, il giorno 5 settembre, il Ministero della Difesa francese ha comunicato che il sottomarino nucleare "Saphir" rimarr� fermo per almeno sei mesi nel porto di Tolone, a causa di un'avaria al reattore.

Signor Prefetto, la cosiddetta "guerra fredda" � terminata da oltre un decennio, ma il porto di Venezia ha - nostro malgrado - ospitato negli ultimi anni unit� militari dell'Alleanza Atlantica, impegnate a vario titolo nei conflitti in corso nell'area Balcanica. Sorge a questo punto legittimo il dubbio che, in quelle e in future occasioni, la popolazione veneziana sia stata e sar� esposta ai rischi gravissimi connessi al transito e alla sosta di mezzi navali dotati di ordigni e motori a propulsione nucleare. Le chiediamo pertanto di farsi interprete presso il Governo italiano, che Lei autorevolmente rappresenta nella nostra Citt�, della nostra preoccupazione e della richiesta che, per le sue caratteristiche, il porto di Venezia sia escluso dagli approdi disponibili a questo genere di operazioni.

Nel frattempo Le rivolgiamo la formale richiesta di rendere pubblica, anche ai sensi dell'art.129 del Decreto Legislativo 17 marzo 1995 n. 230, l'esistenza e il testo del "Piano di emergenza per incidenti ad unit� militari a propulsione nucleare" previsto per il nostro territorio, chiedendo di conoscere quali siano i punti d'ormeggio previsti e quali le conseguenze ivi descritte del MIC (massimo incidente credibile).

Con l'augurio che la nostra Citt� e il mondo intero possano al pi� presto liberarsi di simili ordigni, Le porgiamo i nostri distinti saluti

I Consiglieri comunali dei Gruppi VERDI - La citt� nuova
Giuseppe Caccia, Sandro Bergantin, Gianfranco Bettin

Venezia, 7 settembre 2000