Depleted Uranium

Possibilità di inquinamento dei cilindri di U.I. da parte di Plutonio
ed altri elementi transuranici


Uno studio del Lawrence Livermore Lab - chiamato "A Peer Review of the Strategy for Characterizing Transuranics and Technetium Contamination in Depleted Uranium Hexafluoride Tails Cylinders" è stato commissionato dal Dipartimento per l'Energia USA per approfondire uno studio condotto dal laboratorio di Oak Ridge (Hightower 2000 study) sul livello di contaminazione presente nei cilindri di UF6 (esafluoruro di Uranio) degli impianti di diffusione gassosa di Portsmouth, Oak Ridge e Paducah.

Contrariamente alle affermazioni fatte finora, è dimostrabile e dimostrato da questo studio e da osservazioni indipendenti che nella produzione di Uranio Impoverito viene usato anche il cosiddetto "uranio esaurito", proveniente dall'interno dei reattori di potenza nucleari.

Questo Uranio, una volta finito il suo ciclo di utilizzo, contiene ancora abbastanza U-235 da essere convenientemente aggiunto all'Uranio naturale per accelerarne il processo di arricchimento. L'Uranio esaurito viene trattato in uno speciale impianto di riprocessamento, nel quale viene da esso estratta la maggior parte degli elementi "transuranici" formati dalle reazioni nucleari e il materiale ottenuto viene nuovamente trasformato in esafluoruro di Uranio (UF6) per alimentare le "teste" degli impianti a diffusione gassosa.

La prova indipendente viene fornita da vari fatti e fonti:

  1. L'UNEP, nella sua analisi dei siti colpiti da pallottole all'Uranio in Kosovo, ha rilevato presenza di radiazione beta e gamma. L'Uranio-238 non è in grado di produrre questi tipi di radiazione.
  2. Sempre l'UNEP, e precisamente il laboratorio di ricerca svizzero che sta tra gli altri analizzando i penetratori, ha trovato tracce di U-236 nei proiettili; l'U-236 non esiste in natura, in quanto viene prodotto nelle reazioni nucleari all'interno delle centrali.
  3. Studi indipendenti condotti sui resti del Boeing della linea aerea El-Al precipitato ad Amsterdam mostrano che nell'Uranio Impoverito contenuto nei piani di volo è presente una quantità di U-236 comparabile a quella rilevata dall'UNEP nei proiettili della NATO.

Lo studio Hightower 2000 rileva all'interno dei cilindri del DOE (Department of Energy) la presenza di Nettunio, Tecnezio, Uranio-236, tutti in percentuale minima, ma purtuttavia presenti. Le proprietà chimiche e fisiche di questi elementi li mettono in grado di formare composti del fluoro e di mescolarsi al fluoruro di Uranio, e di migrare in varie misure attraverso la catena di trasformazione per andare a depositarsi nelle "code" di Uranio Impoverito.

Lo studio Hightower mostra anche una seconda via di contaminazione dell'Uranio Impoverito: l'utilizzo per lo stoccaggio dell'UI di cilindri nei quali siano state precedentemente stoccate scorie ad alta attività provenienti da centrali nucleari. In questo caso, dopo lo svuotamento di questi cilindri ed il loro lavaggio, può rimanere un deposito di elementi transuranici che va a contaminare l'Uranio Impoverito che vi viene successivamente introdotto. Lo studio, infatti, recita: "se non fosse possibile ed economicamente praticabile identificare i cilindri o gruppi di cilindri precedentemente usati per ospitare scorie nucleari, tutti i cilindri dovrebbero essere trattati come se potenzialmente contenessero del plutonio, e le liscivie da essi provenienti dovrebbero essere trattate come scorie potenzialmente transuraniche" (executive summary, pag.3).


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