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La revisione delle politiche della NATO sugli armamenti nucleari

 

5. VERSO UNA STRATEGIA DI SICUREZZA ANTI-NUCLEARE DELLA NATO

 

5. VERSO UNA STRATEGIA DI SICUREZZA ANTI-NUCLEARE DELLA NATO.

5.1 Non è stato ancora dato alcun annuncio ufficiale, da parte della NATO, circa le attività di revisione delle proprie politiche nucleari. E’ necessario che la NATO consideri l’urgenza di una tale revisione, in modo da poter raggiungere, più rapidamente, gli obiettivi fissati in seno alla NPT Review Conference.

Coloro che ritengono pericoloso per la NATO procedere alla revisione delle proprie politiche, dovrebbero considerare l’impossibilità di mantenere solidarietà e coesione nelle posizioni a difesa delle strategie nucleari.

5.2 Nel paragrafo 55 del Comunicato prodotto dai Ministri degli Esteri dei paesi membri della NATO a Firenze, lo scorso 24 Maggio 2000, è presente un aggiornamento sulle posizioni della NATO (in dettaglio nel precedente paragrafo 1.2 del presente documento): "Siamo in attesa di ricevere un rapporto per la riunione dei Ministri che si terrà nel mese di Dicembre del 2000. Abbiamo fornito istruzioni al CPS sui compiti da assegnare al SPC e indicazioni per la realizzazione del rapporto di cui sopra. Le decisioni della NATO di avviare tale processo dimostrano l’impegno dei paesi alleati a promuovere il disarmo ed il rafforzamento del regime internazionale di non-proliferazione".

 

5.3 L’8 Giugno 2000, a Bruxelles, i Ministri della Difesa dei paesi membri della NATO hanno pubblicato un Comunicato, relativo ad un incontro del Nuclear Planning Group. Il paragrafo 8 include le seguenti affermazioni: "Accogliamo i risvolti positivi provenienti dalla recente NPT Review Conference e ribadiamo gli impegni da noi sottoscritti".

MPI (Middle Powers Iniziative) sostiene, pertanto, la necessità di una revisione sostanziale e globale delle politiche nucleari della NATO, da parte dei Ministri degli Esteri della Alleanza.

5.4 La realizzazione di una nuova e dettagliata strategia di sicurezza anti-nucleare richiede un lungo e complesso lavoro. Le seguenti riforme possono essere, invece, immediatamente prese in considerazione:

  • Realizzare maggiore coerenza e armonia tra i principi strategici della NATO (NATO’s New Strategic Concept-NSC) ed i contenuti della 2000 NPT Review.
  • Cessare lo stato di allerta delle forze nucleari di USA e Russia.
  • Riconsiderare il principio di "nucleare come strumento di difesa deterrente".
  • Smantellare gli arsenali nucleari della NATO.
  • Negoziare un Trattato Tattico sugli Armamenti Nucleari.
  • Costituire una Area di Interdizione Nucleare nell’Europa centro-orientale.

5.5 Realizzare maggiore coerenza e armonia tra i principi strategici della NATO (NATO’s New Strategic Concept-NSC) ed i contenuti della 2000 NPT Review Conference. Sono necessarie delle revisioni al contenuto dei paragrafi 42, 46 e 62-64, per dimostrare le effettive intenzioni della NATO ad implementare il documento finale della NPT Review, considerando che i paesi membri hanno aderito all’unanimità alle decisioni contenute in tale documento.

5.6 Cessare lo stato di allerta delle forze nucleari di USA e Russia. La NATO deve garantire alla Russia che non verrà sfruttata la propria superiorità militare; ciò significa che la NATO dovrebbe, immediatamente, far cessare lo stato di allerta dei propri arsenali nucleari e invitare la Russia a prendere una analoga decisione, seguita da una reciproca verifica. Tali iniziative dovrebbero portare alla realizzazione della maggior parte delle proposte presenti nel documento finale della NPT Review, associate ad attività di promozione di stabilità e sicurezza, seguite da ulteriori iniziative unilaterali di disarmo, maggiore trasparenza e capacità di verifica, riduzione dello status operativo dei sistemi di difesa nucleari e revisione del ruolo degli arsenali nucleari nelle strategie di difesa.

5.7 Riconsiderare il principio di "nucleare come strumento di difesa deterrente". La soluzione per raggiungere le necessarie revisioni consiste nell’abbandonare la fiducia nei confronti degli arsenali nucleari, come strumento deterrente. Questo può essere il momento giusto, considerando la determinazione con cui gli Stati Uniti hanno intenzione di spostarsi dalla dottrina della Distruzione Reciproca verso una strategia che punta sui sistemi missilistici di offesa e difesa. Comunque, i ben noti difetti della difesa attraverso missili balistici suggeriscono che l’eliminazione della minaccia, attraverso il controllo degli armamenti ed il rafforzamento del Trattato sui missili balistici e del regime di controllo dei missili, offre una strada più sicura e più efficiente verso la sicurezza.

5.8 Se la dottrina del nucleare, come strumento deterrente, dovesse fallire sarebbe in gioco la distruzione, non solo dei paesi in conflitto, ma, potenzialmente, della maggior parte delle forme di vita sulla Terra. Per tale motivo MPI esercita pressione affinché la NATO sfrutti i propri arsenali militari convenzionali, che, eccezione fatta per le armi ad uranio impoverito, non comportano effetti come contaminazioni radioattive e rischi di drammatiche escalation militari. Ciò significa che l’impiego di armamenti convenzionali come deterrente è realistico e anche più credibile.

5.9 Smantellare gli arsenali nucleari della NATO. Attualmente la NATO impiega circa 150 bombe B61 di fabbricazione Statunitense, in Belgio, Germania, Grecia, Italia, Olanda, Turchia e Regno Unito. Inoltre, il paragrafo 64 del NSC afferma che, per la prima volta, "un ridotto numero di testate Trident, provenienti dal Regno Unito, viene impiegato nelle postazioni sub-strategiche della NATO in Europa". I B61 dovrebbero essere rimpatriati; gli arsenali nucleari di USA e Regno Unito non dovrebbero essere più assegnati alle forze militari della NATO; il Regno Unito dovrebbe abbandonare i tentativi di ricamare un preciso ruolo sub-strategico per l’impiego dei Trident ed i piani, relativi ad un eventuale conflitto nucleare, della NATO dovrebbero essere annullati.

5.10 Negoziare un Trattato Tattico sugli Armamenti Nucleari. Lo smantellamento degli arsenali tattici, da parte della NATO, rappresenta solo un aspetto di un più ampio processo e potrebbe essere una giusta strada per convincere la Russia a negoziare un Trattato Tattico sugli Armamenti Nucleari, attraverso cui potrebbe poi essere realizzato un piano per lo smantellamento definitivo degli arsenali. Un primo passo potrebbe essere compiuto rendendo formale ed irreversibile (attraverso trasparenza e reciproche verifiche) lo smantellamento, reciproco e unilaterale, di tutte le armi nucleari tattiche, da navi e aerei, decisione raggiunta negli anni 1991 e 1992, da parte dei NWS.

5.11 Il passo successivo dovrebbe essere quello della realizzazione di un registro delle armi nucleari tattiche e sub-strategiche, in modo da porre rimedio alla inaccettabile assenza di dati ufficiali, specialmente in Russia e Gran Bretagna. Tale passo potrebbe essere compiuto all’interno delle negoziazioni dello START III, oppure attraverso la riattivazione del Permament Joint Council NATO-Russia, costituito nel 1997. Considerando la rinnovata fiducia concessa dalla Russia alle armi nucleari tattiche e, in misura minore, dagli USA, dovrebbero essere altri paesi a promuovere iniziative verso lo smantellamento delle armi nucleari tattiche. Poiché i paesi europei, membri della NATO, ne otterrebbero grandi vantaggi, dovrebbero esserne i primi fautori.

5.12 Costituire una Area di Interdizione Nucleare nell’Europa centro-orientale. Anche questa potrebbe essere una importante iniziativa per la Russia e per gli altri paesi sottoscrittori del Patto di Varsavia, che non sono membri della NATO, i quali hanno temuto per tanti anni di poter diventare campo di battaglia. Potrebbe estendersi dalla Svezia e dalla Finlandia, attraversare gli Stati del Mar Baltico, la Polonia, la Bielorussia, la Repubblica Ceca, la Slovacchia, l’Ungheria, l’Austria, i Balcani, l’Ucraina, la Romania, la Bulgaria e la Grecia, giungendo fino alla Turchia.

5.13 Sebbene non ci siano molte speranze, al momento, di una soluzione politica di tali proposte, specialmente all’interno dei nuovi paesi membri della NATO, la realizzazione di una area di interdizione nucleare, de facto, potrebbe essere raggiunta se un numero maggiore di paesi adottasse le misure proposte da Norvegia, Danimarca e Spagna, che hanno rifiutato il dispiegamento sul proprio territorio di arsenali nucleari in periodi di pace.

 

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