Iqbal aveva 150 milioni di fratelli
Il lavoro infantile nel mondo: la realtà, le cause e le proposte di Mani Tese
I testi riportati nelle seguenti pagine sono tratti dal Dossier di Mani Tese, a cura di:
Marinella Correggia e Silvia Ferrari
Milano, ottobre 1996 - Terza edizione
Una storia come migliaia di altre, come quella del dodicenne pakistano Iqbal. Mahendra, 9 anni, inizia a lavorare in un telaio illegale dopo che un intermediario l’ha prelevato dal villaggio natìo nello stato del Bihar, pagando al padre senzaterra - operaio giornaliero nelle cave di pietra - un anticipo di circa 40.000 lire. "Guadagnerà bene, una volta ripagato l’anticipo".
Passa un anno e di Mahendra, portato a lavorare lontano, nessuna notizia. Il padre va a cercarlo; fortunatamente lo trova, ma immobile al telaio,12 ore al giorno fra polvere di lana e coloranti. Lo reclama, ma il padrone sostiene che il debito non è stato ancora ripagato perché nel frattempo Mahendra è stato alloggiato e nutrito. Il padre non ha denaro, per fortuna Mahendra viene ugualmente liberato in un blitz da un’organizzazione di tutela dei bambini lavoratori.
|