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23/11/2000 - Bologna:
Una Lotta di tutti: Aspettando Porto Alegre parliamo di MST e lotte sociali e agrarie in Brasile

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Brasile

Buona nuova; un rifugio per comunisti; tecnologia, ecologia, produzione e mercato; storia della COPAVI; il candidato Sacola, ragioni per l’opportunismo del PT; situazioni elettorali diverse; una diversa cultura politica; PT light e problemi di base; la Loja dela Reforma Agraria; suoi fini e suo successo; schemino.
di Giovanni Nicosia - [email protected]

MST
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Ciao a tutti

Per iniziare questa volta vi invio un articolo inviatomi dal compagno Zé Raimundo, un giovane sociologo della USP, con cui ho mangiato una fejoada notevole domenica scorsa.

BUONA NOTIZIA DAL PARANÀ

ISEDIAMENTO DELL’MST RICEVE PREMIO INTERNAZIONALE

Il giorno 26 maggio, alla presenza di circa 600 persone nel Museo della Scienza, in Catalogna (Spagna), il Collegio e l’Associazione degli Ingegneri Industriali della Catalogna, concedettero il premio internazionale Innovazione Tecnologica al progetto "Essiccamento di frutta con energia solare termica" della COPAVI (Cooperativa di Produzione Agrozootecnica Vittoria) dell’Insediamento Vittoria della Riforma Agraria, anche conosciuto come Insediamento Santa Maria, in Paranacity (Paraná).

Il progetto degli insediati dell’MST fu scelto dopo un’attenta valutazione realizzata dalla Associazione degli Ingegneri Industriali della Catalogna, che è la massima entità rappresentativa nel paese. Per definire il vincitore, i più di cinquanta progetti concorrenti furono valutati sotto l’aspetto sia degli obbiettivi, sia dei materiali e tecnologie utilizzati.

Il rappresentante dell’MST Jorge Neri, presente alla cerimonia, ricevete il premio dalle mani del presidente dell’ente spagnolo, Dr. Joan Rigol. Il valore del premio è di diecimila dollari, oltre ai certificati emessi da ciascuna delle entità coinvolte nel progetto. Per giustificare la scelta del progetto della COPAVI, i giurati dissero che esso contempla tre concetti basici ed é in accordo con le necessità attuali come: impegno sociale, sostenibilità e sviluppo locale.

Oltre alla COPAVI, altre tre entità collaborano attivamente nel progetto: l’Università Statale di Maringá, col Dipartimento di Geografia; il Gruppo di Cooperazione del Campus di Terrasa (GCCT) - Università Politecnica della Catalogna, Barcellona - Spagna; e Acqua Sole Ingegneria, Barcellona. Le entità finanziatrici di questo progetto sono: il Comune di

Terrassa, Catalogna, Centro di Cooperazione allo Sviluppo (CCD) della Università Politecnica di Catalogna.

L’insediamento della Riforma Agraria Santa Maria è situato nella regione Nord-est del Paraná, nella città di Paranacity, e possiede un’area di 256.52 ha. L’occupazione della terra avvenne il giorno 19 gennaio 1993 da parte di un gruppo di lavoratori rurali MST. Quest’area era stata dichiarata di interesse sociale a fine di Riforma Agraria nel 1988 da parte dell’INCRA, e da quella data fino al 1993 era posseduta dallo zuccherificio Santa Celestina, in violazione del decreto di esproprio.

I lavoratori che occuparono l’area avevano l’obbiettivo di impiantare un sistema collettivo di sfruttamento agricolo, proponendo l’organizzazione di una cooperativa di produzione. Essa fu costituita ed integrata dalle 29 famiglie insediate nella. La cooperativa fu denominata COPAVI (Cooperativa de Produção Agropecuária Vitória Ltda).

Oggi la Copavi è considerata una referenza importante del processo di innovazione agricola sviluppatosi negli insediamenti della Riforma Agraria, per il suo alto grado si sviluppo e la sua ampia infrastruttura agroindustriale, si veda nel riquadro l’evoluzione della Copavi.

Il processo di innovazione tecnologica negli insediamenti ed accampamenti organizzati dall’MST è associato ad un orientamento tanto tecnico quanto politico. Esso è rivolto a procurare strade di sviluppo sostenibile ed applicazioni di innovazioni negli insediamenti, specialmente quelle elaborate all’interno della realtà degli agricoltori. Una questione fondamentale di tutto questo è la partecipazione diretta, sia nelle decisioni, come nella loro esecuzione Di fatto, la partecipazione degli agricoltori in tutto il processo di gestione implica risultati molto positivi. Non possiamo dimenticare che la capacità degli agricoltori ad incorporare ed assimilare nuove culture ed innovazioni nel loro quotidiano risulta in forma diretta dalla lettura e comprensione politica del loro ambiente sociale, nel processo che caratterizza l’organizzazione di base dell’MST.

Evoluzione della Copavi

  • 1995 - Produzione manuale di Latte per Sussistenza.
  • 1996 - Allevamento di polli e suini. Pastorizzazione del latte ed impacchettamento automatico. Vendite nel Comune di Paranacity
  • 1997 - Industria di distillazione della canna da zucchero per produrre cachaça, sciroppo e zuccherotti .Trasformazione del latte in formaggi e yogurt. Utilizzazione di concime verde. Vendite nel Comune di Paranacity e Cruzeiro do Sul
  • 1998 - Produzione di salami, salsicce fresche. Istallazione del forno da pane Vendite nel Comune di Paranacity e Cruzeiro do Sul, Maringá, Jardim Olinda.
  • 1999 - Installazione dell’essiccatoio di frutta ad energia solare termica. Orto. Vendite nel Comune di Paranacity e Cruzeiro do Sul, Maringá, Jardim Olinda.

Fonte: Trabalho de Campo 1999

 

Bello, ogni tanto una notizia che fa piacere, e che mostra come l’Europa talora serva a qualcosa.

Io ed Alessandra abbiamo visitato la COPAVI, ed abbiamo molte fotografie della gente e degli impianti. È una specie di Chibbuz, dove la vita si svolge quasi del tutto in comune. Gli insediati hanno case particolari, ma la prima colazione ed il pranzo sono collettivi ed avvengono in un refettorio. Ciascuno ha compiti precisi, che mutano a turno e secondo le necessità personali. Nulla è privato, e per usare la macchina si deve richiederla alla comunità. Il denaro ricavato dalla vendita dei prodotti é distribuito in base alle ore lavorate e ai bisogni specifici. La terra é collettiva, e così gli impianti.

C’è molta tecnologia, il Movimento qui ha realizzato grandi strutture. L’essiccatoio di cui si parla nell’articolo è stato progettato per le banane, ma variando temperature e tempi può servire anche per altre produzioni. L’aria, ci dice un giovane ingegnere spagnolo, è pompata in un pannello solare dall’apparenza abbastanza casereccia (un pannello ondulato nero ed un vetro), e poi passa a riscaldare certe pietre che hanno buone proprietà di accumulazione termica, poi viene incanalata sui carrelli con le banane affettate in un’apposita camera chiusa. Le pietre garantiscono il funzionamento dell’essiccatoio anche di notte, restituendo il calore immagazzinato. La temperatura di essiccazione è di 60°, la capacità dell’impianto arriva a 300kg di banane ogni 36 ore. Quando ci fosse penuria di banane prodotte qui, come quest’anno segnato dalle gelate, si è già d’accordo per rifornirsi da altri insediamenti.

Il tutto è venuto a costare circa settanta milioni di lire, tutti ricavati dalla cooperazione internazionale. Renderà, dicono. Le banane secche venderanno molto nelle lojas dela reforma agraria. I pomodori seccati vendono molto anche in paese. Ancora lo stanno collaudando. L’ingegnere passa le sue giornate con alcuni tecnici del posto, che si stanno formando per gestire la cosa: sono stati loro a costruire tutto da zero.

Molte sono le produzioni, e tutte hanno incontrato qualche problema di permessi e carte per la commercializzazione. Per questo i nuovi impianti presentano un rigoroso rispetto delle norme vigenti.

Un altro impianto lavora la canna, e fa lo sciroppo, la "rapadura" (tavoletta di sciroppo solidificato), e la cachaça, per fermentazione del succo di canna con lievito di miglio (credo sia questa la fubá, cha sembra polenta). Questo funziona a legna. Poi si fa il dulce de leite, e varie cose con la banana.

42 vacche da latte sono in produzione, e molte altre lo saranno presto. Ogni vacca è regolarmente tatuata. La mungitoria è automatica, con le ventose meccaniche. Il latte viene pastorizzato ed impacchettato per la vendita. Stiamo parlando di una produzione di 4.000 litri al giorno. L’orina di vacca è usata nei campi come antiparassitario naturale.

A parte l’uso di corrente elettrica, tutto è improntato a criterii ecologici. La produzione, benché non sia del tutto certificata come biologica, é fondamentalmente tale. Inoltre si cerca di chiudere le catene produttive. Per le vacche, solo il seme di tori è comprato all’esterno, perché per esso è necessaria una tecnologia superiore alle possibilità economiche della cooperativa.

Si allevano polli, con alimentazione semi automatica, ma senza le perversità degli allevamenti europei: una gallina ha ben più spazio di una scatola da scarpe in questi gabbioni. Per i mesi freddi ha anche lo scaldino a gas.

Si allevano maiali, per farne salami e prosciutti, ma soprattutto carne. Anche qui la catena è chiusa, nascono in loco, e procreano. Ne conto 20 grandi e ce ne sono molti altri piccini.

Il compagno Aldemar, insediato che ci accompagna nella visita, ci dice che tentano di costruire impianti il più possibile versatili, in modo da inseguire la domanda esterna. L’idea mi sembra intelligente, ma non capisco come concretamente possano fare ad adattare ai capricci del mercato le produzioni, che per forza di cose hanno tempi più lenti del mutar d’accento dei consumatori. Un maiale od un ortalizio non si fanno in un giorno.

Gli orti sono totalmente biologici. Insalate varie (nella mia totale ignoranza botanica per me sono tutte piante esotiche), carote, varietà di prezzemolo che da noi non ci sono. Ai lati alberi di banane, bruciacchiati dalla gelata. L’irrigazione avviene con pompe elettriche.

C’è un vivaio per ripiantare.

All’entrata dell’insediamento, anche qui, c’è un piccolo accampamento di compagni smammati dalla Fazenda S. Antonio, che è ora oggetto di contesa con l’INCRA. Sono 34 famiglie, non molta gente.

La COPAVI, già fazenda S. Maria, è stata conquistata nel ‘93, anno del primo accampamento. I compagni hanno potuto insediarsi nel ‘94 ed hanno creato questa realtà collettivista. Poco lontano stanno equipaggiando un negozio della riforma agraria.

Terminata la visita ci offrono un lauto pasto. Conosciamo un gruppo di spagnoli, amici dell’ingegnere, che lavora, come noi, sull’informazione alternativa. Gente simpatica di Barcellona, che sta facendo più o meno il nostro stesso giro, ma contromano.

Dopo pranzo arriva Sacola. La sua motocicletta fa un gran polverone che si vede da lontano, penso sia un effetto studiato. Questi si chiamerebbe Antonio Soares, ed è un Sem Terra insediato in questa cooperativa fin dall’inizio. Tutti lo chiamano Sacola per via di una certa borsina che si teneva appresso nelle sue mansioni di tesoriere della comunità. Anche in paese è conosciuto così. Si è candidato a vereador (consigliere comunale, ma sono in numero minore dei nostri, e dunque contano quasi come assessori), nelle prossime amministrative di ottobre, e per questo corre in lungo e in largo per tutto il suo collegio elettorale, distribuendo volantini ed invitando a forrôate serali organizzate in suo onore.

Da molti anni milita nel PT e ne ha seguito tutto lo sviluppo politico. Ora il partito, giunto alla fase "ligth", fa alleanze a destra e a manca, incurante delle limitazioni che questo comporta. La frenesia governista è tale che si cerca alleanze con tutti... anche col PFL! Il partito di quel pezzo di merda di Jaime Lerner! Allearsi con l’assassino morale del compagno Antonio Tavares, da parte di un Sem Terra con una storia pesa alle spalle non me lo sarei mai aspettato. E chi sei, il PDS italiano che si appoggia a Cossiga?

Bè, sì, sai, poi, in effetti c’è una certa qual contraddizione, ma sai, poi, è che due volte ci siamo presentati da soli e non abbiamo tirato su nessuno dei nove vereadores del comune...

Il compagno mi racconta tutta una matematica di percentuali, statistiche, balle, mi spiega (ma io non capisco e faccio solo di si con la testa) tutto il sistema elettorale, maggioritario con ripescaggi proporzionali e scorpori molto creativi. Siamo costretti a fare alleanze! Poi in verità l’alleanza era solo col PPB (che comunque te lo raccomando), ma poi questo si alleò col PMDB (bravo!) che era già alleato col PFL (che, ricordo, é il Partito del Fronte Liberale), e dunque si formò l’allegra famigliola elettorale che si presenta alla contesa contro il PSDB, il partito di Cardoso, che è il vero ed unico nemico da battere, almeno qui a livello locale.

Bof! Ricordo che a noi questa storia di stare insieme coi liberisti pur di battere le destre ci portò a quella mostruosità che era la Desistenza, ed al sostegno (a-)critico al Governo Prodi, che infiniti addusse lutti agli Italiani, precarizzò, privatizzò, deospedalizzò, interinalizzò, e non depensionò per un pelo.

Io mi chiedo: che cazzo potrà mai fare un Sem Terra, pur Petista e compagno, eletto vereador con i voti del PFL e del PMDB? Tra l’altro portando avanti un sindaco che non è né petista, né veramente di sinistra, perché è, credo, del PMDB. Lo so che l’indicazione del Movimento è quella di occupare tutti gli spazii, ma che costrutto ha favorire un sindaco destrorso per la Riforma Agraria?

Sacola, di fronte al dissidente rifondarolo che vi scrive, che lo interrogava, occhi arrovesciati e bava alla bocca, con Alessandra che sventolava e mi diceva "calmati", tirò fuori argomenti un po’ più convincenti:

  1. il Paraná infelizmente è un feudo del PSDB, almeno quando c’è da votare per la presidenza nazionale, mentre già a livello statale c’è un po’ più di gioco. Ha dunque senso tentare di infrangere questo monopolio, col progetto strategico di cambiare le abitudini di voto dei paranaensi pian piano.
  2. il PT governa nazionalmente solo in 120 comuni su più di 5.000 totali (pochi! Noi se ne ha 8.000), i quali comuni rossi peraltro ricevono premii internazionali per come sono ben diretti ed organizzati. L’esempio più eclatante è stato Olivio Dutra, sindaco di Porto Alegre, che ha resistito alla Ford, che lo minacciava e blandiva, senza perdere un posto di lavoro e facendo grandi cose.
    In Rio Grande do Sul la situazione è molto favorevole al Movimento, e lo stato già sta procedendo alla Riforma Agraria. Proviene da là persino un insediato che è deputato federale. Ma a livello nazionale, cioè federale, la situazione è miserella, perché il poppolo non ha coscienza e vota per chi lo invita a pranzo.
    Ci sono candidati che stampavano schede elettorali fasulle ma ben fatte, già votate in loro favore, e dicevano ai votanti di imbucare quelle nell’urna, portando indietro la scheda vera, bianca, per ricevere in premio un pollo, od il pagamento di una bolletta, o roba del genere.
    Questo dovrebbe essere limitato dal voto elettronico, che peraltro non limita i voti nulli e gli scazzi. Insomma solo 5 comuni nel Paraná sono governati dalla sinistra. L’obbiettivo minimo di questa elezione è di farne almeno 15, per un totale di 400 vereadores. Non è governismo socialisteggiante pidiesso-craxativo, è sopravvivenza.
  3. A livello locale poi le cose sono molto diverse, perché manca del tutto una cultura di partito: quello che fanno le estremità la testa lo ignora, e più che di partiti si dovrebbe parlare di comitati elettorali, coacervi di interessi e tendenze diverse. Unica eccezione sarebbe proprio il PT, anche se con gli anni si sta sbrindellando. Più che il partito e la sua linea, che è segnata molto tenue, conta la persona, la sua storia, gli atteggiamenti che prende ed ha preso in passato.

Sono comuni piccoli (10.000 abitanti), e la gente si conosce per nome, cognome, patronimico e patrimonio. Quasi anche si sa cos’ha il vicino nella zucca, e si può prevedere cosa dirà e farà nelle varie situazioni. Candidandosi Sacola, la gente voterà il Movimento, la Riforma Agraria, la lotta al latifondo, che è tanto e peso, tutto rappresentato dalla sua faccia grassoccia da contadino, non dal Petismo o dalle sigle di partito, che nessuno legge.

Quasi ci credo, che debbo fare? Speriamo che vinca, se non altro perché certo gli altri fanno un discorso ben più reazionario. Non so a cosa servirà, ma speriamo che divenga vereador. Speriamo che tenga alti i valori di questo movimento.

Il PT ha problemi grossi, e non si è mai riavuto dalla batosta che gli ha dato Collor, quando ha surclassato Lula. Ed anche questo poi, che ogni anno che passa, mentre i movimenti sociali si fanno più radicali, immozzarellisce e scende a patti, mangiando la zuppa del nemico di classe.

Uno dei guai più grossi, di cui Sacola mi racconta, è che la base del partito non è più la classe operaia o contadina, che effettivamente gliel’ha data su con la politica politicata in parlamento, e vota con criterii di conoscenza personale (per poi magari militare in movimenti pesissimi), ma gli intellettuali, i piccoli borghesi illuminati, gente che ha studiato un po’.

Meno male che c’è la chiesa, la cui grande frangia di sinistra si mobilita in favore dei candidati del PT, con riunioni ed assemblee. La chiesa presso cui mi ospitano ad Osasco ora è molto frequentata dei quadri locali del PT, e dai candidati.

È un problema, quello della base d’appoggio, che non risparmia le cooperative del Movimento: il proletariato urbano non è in grado di comprare i prodotti che si vendono nei negozii della Riforma Agraria. I simpatizzanti fanno qualche sforzo, ma a parte qualche articolo veramente competitivo, la gente si serve nei supermercati in cui risparmia un po’. Succedono anche da noi ambo le cose.

La loja dela Reforma Agraria di S. Paolo è sita presso la stazione del metrò Marechal Deodoro, vicino alla Rodoviaria di Barra Funda. Posizione piuttosto centrale e comoda. Ha otto mesi di vita, ed ha per scopo mostrare concretamente cosa si produce in condizioni di Riforma Agraria.

È un negozio grandino con un ufficio nel soppalco ed un grande retrobottega per magazzino; l’affitto costa quasi 4 milioni di lire al mese. L’obbiettivo non è farci dei soldi, ma almeno pareggiare con le spese: è uno strumento di propaganda, serve ad aggredire culturalmente la città.

L’impatto é stato buono: il latte viene ordinato da alcune scuole cattoliche e seminarii, la gente compra il riso ed i fagioli, che sono competitivi. Solo i pensionati, che nel quartiere abbondano, tirano un po’ sul prezzo, ed il Movimento concede qualche sconticino. Vanno molto le marmellate e le conserve.

Di nascosto, per motivi burocratici, si vendono anche medicamenti naturali, prodotti da orti medicinali gestititi da collettivi appositi. Uno bello é a Itapeva.

L’artigianato ed i libri li comprano più che altro i simpatizzanti, che però sono in aumento.

Funziona. La gente viene e capisce che le cose lì esposte non sono prodotte con lo sfruttamento disumano di uomini e natura, e si pone degli interrogativi politici. Il Movimento partecipa a fiere e presenzia in tutte le occasioni in cui può mostrare il frutto degli sforzi degli insediati. Un giorno tutti potranno mangiare cose buone, a costi equi, fatte da gente libera.

Concludo con uno specchietto che mi ha fatto sul momento una ragazza della cooperativa, per illustrarmi quanta gente opera nel movimento nei dintorni. Io non chiedevo tanto, ma lei è stata così gentile che sento il dovere morale di divulgarlo.

Insediamenti
famiglie
Novo Horizonte
51
Norte Sul
15
COPAVI
25
Salete Stronzake
54
Mãe de Deus
53
Tapirivá
30
Penha
35
Água de corva
52
Santa Loníaia
25
São Paulo
16
Santa Adélia
13
Accampamenti
famiglie
Dona Lauícia
40
São Vicente
12
São Luiz
50

Polo di Paranacity

 

Ciao a tutti

GIOVANNI


Bojata: Dutra è ben più che un sindaco: è il Governatore dello stato di Rio Grande do Sul, il che spiega meglio coma habbia potuto cacciare alcune multinazionali. Mai abbastanza: ho visto poi in piena Serra Gaucha alcune fabbriche di oggetti metallici comprate da una multinazionale americana apposta per chiudere gli stabilimenti, così come è successo alla Benkiser, alla Hatù e a tante altre fabbriche del bolognese.

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