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Ciao a tutti Vi scrivo dopo un casino di tempo, e non so quando avrò occasione di spedire questa bella letterina scritta il 24 luglio. Sono a Curitiba, sto benissimo, magno, bevo, e faccio di conto. Sono stato in questo famoso Pontal do Paranapanema, a Teodoro Sampaio, cittadina di 12.000 abitanti, tutti agricoltori, o che fanno servizii per gli agricoltori. Qui il conflitto agrario é stato molto pesante fino allanno scorso: in tutta la regione ci sono 89 insediamenti, in cui vivono 6.000 famiglie (suppergiù 35.000 persone), il tutto conseguito in una quindicina danni. E una lotta che ha avuto molte vittime: contadini occupanti uccisi dai guardioni dei fazenderi. Ho conosciuto personalmente una signora sui cinquantanni, di nome Miriam, madre di un figlio, che è stata ferita ad un polmone da un proiettile sparato da un "capataz", una sera del 96 in cui so morti due compagni. Ora tossisce sempre, ma si dichiara ottimista sugli sviluppi di questa situazione. Lo stronzone che lha colpita non ha subito per questo alcuna sanzione legale, né pare ci siano possibilità di fargli niente. I giudici Qui sono tutti corrotti, e fanno parte di una specie di massoneria, i cui elementi di spicco, naturalmente, sono i fazenderi. Sono storie che ricordano la Mafia. Il nemico Qui é particolarmente agguerrito, e consiste in un gruppo di fazenderi che, da una quindicina danni sono persino riusciti a darsi una rappresentanza politica unitaria, cosa che in altri luoghi non é stata possibile, e a tentare di propagarla per tutto il Brasile. LUnião Democratica Ruralista (UDR) ha tentato anche di portare un suo candidato alle elezioni nazionali, quando invece vinse Collor, che era una specie di Berlusconi Brasiliano: allora, per fortuna, non si era ancora consolidata lalleanza tra Fazenderi e Multinazionali, che invece hanno oggi trovato in Fernando Henrique (Cardoso, ma qui lo chiamano per nome) luomo che mette daccordo tutti. Nel 92, gli stessi fazenderi daltre regioni hanno preferito appunto limpareggiabile Fernando, e lÜDR si è ridimensionata, restando attiva più che altro nel Pontal. Per giustificare la sua esistenza non ha trovato di meglio che inasprire il conflitto, da cui le aggressioni e i morti. Peraltro Qui lMST ha le migliori relazioni col PT, la CUT (che é molto meglio della nostra CIIIGGIELLECISLEUIL), il movimento di quei contadini smammati per fare delle dighe, il movimento negro, eccetera... La lotta contro un nemico forte, comune e stronzo, compatta. L"MST Qui é radicatissimo, quasi proverbiale, come dire Emilia Rossa (si fa per dire) Molto forte e molto importante è anche una forte componente di suoi militanti che proviene dalla Commissione Pastorale della Terra (CPT), che é sostanzialmente una corrente contadina e compagna della Chiesa Cattolica. Ho incontrato Qui José Rainha, che è stato prosciolto con formula piena dallaccusa domicidio che gli era stata mossa qualche tempo fa: ciò lo si deve soprattutto alla grande mobilitazione, nazionale ed internazionale che si é sviluppata intorno a questo caso, senza la quale si sarebbe trattato del solito processo farsa. E un bel tipo, molto semplice, ed ha una moglie molto simpatica, che si chiama Diolinda Alves e che mi ha fatto parlare ad una radio locale, dove lMST compra alcuni spazii per fare propaganda e informazione. Si è parlato della critica che il Governo federale muove allMST per la percentuale del 3% sui guadagni che ogni Insediamento devolve al Movimento: perché non criticano le decime della Chiesa, o le donazioni del Lyons Club, che qui é una banda di fazenderi che pretende la gratitudine del poppppolo (con quattro p) perché illumina un incrocio? Laspetto della zona é piuttosto spelato e brullo, e ricorda alcune zone della montagna calabrese, o della Sicilia. Un tempo non molto lontano tutta questa zona era foresta vergine, intricata ed umida, poi, negli anni settanta, la dittatura decise di "colonizzare", cioè di raccontare che stava dando terra al popolo lavoratore, mentre invece la stava regalando ad alcune multinazionali o a stronzoni locali. Per fare spazio pensarono bene di usare il fattore orange (Factor Laranja), quello che era avanzato dal Viet Nam (letteralmente, lo comprarono da scorte militari americane). Poi fu impiantata la monocoltura del caffè, che continuò lopera di distruzione del terreno. La cosa non rese i profitti che le multinazionali speravano, e ben presto queste lasciarono la regione per affari più redditizii, per la gioia dei fazenderi locali. Un ulteriore disastro ecologico fu la costruzione, peraltro necessaria alla richiesta denergia, di una catena di dighe sui tanti fiumi di questi luoghi. Furono annacquate alcune terre, ne furono espulsi i lavoratori, i quali si trovarono in mezzo ad una gran massa di gente venuta da fuori per lavorare agli impianti, che furono poi licenziati una volta ultimate le costruzioni: insomma casini ecologici e sociali. Ora, secondo la propaganda ufficiale, questa terra è buona solo per allevarci il bestiame, e fu scelta dalla dittatura solo per la sua incompetenza agronomica, e dunque ora, in democrazia (?) i suoi proprietarii naturali sarebbero i fazenderi. Effettivamente luso che di questa terra si fa in generale é proprio lallevamento estensivo, con cui un proprietario riesce a guadagnare parecchio con pochi inservienti. LMST, nei luoghi dinsediamento, dimostra che non é affatto così: questa terra é buona, e con un suo uso rispettoso e razionale può dare nutrimento e occupazione a moltissima gente. Ho visitato laccampamento Dorcelina Folador, intitolato ad una sindaca del PT uccisa in circostanze ancora da chiarire, in condizioni similmafiose: 700 famiglie attendono dallaprile del 2000 sul ciglio della strada che lINCRA (Istituto Nazionale per la Colonizzazione e la Riforma Agraria, fondato dalla dittatura per gli scopi di cui sopra) decida che la fazenda São Sebastião lì prossima non é produttiva, ed autorizzi la loro entrata. Baracche di plastica e canna, mille problemi, ma anche molta volontà di lottare: hanno acqua, conquistata con una lotta (un servizio comunale riempie la cisterna comune ogni due giorni), ed occupando il centro hanno ottenuto un pulmino che viene a prendere i bambini per portarli ala scuola statale. Loccupazione lhanno fatta i bambini dellaccampamento. Non hanno corrente, e patiscono molto freddo nellinverno e molto caldo destate. Cucinano con carbonella e legna, in fornetti scavati per terra. Sono la gente espulsa dalle città, che non aveva alternative alla fame, disoccupati od ex braccianti agricoli, comunque immiseriti. Campano di "cesta basica", che é una specie di pacco UNRRA dello stato. Il latifondo é enorme, tutto a pascolo bovino estensivo, e la foresta è ridotta ad una piccola riserva. I Sem Terra si impegnano a riforestare almeno il 20% di tutte le terre che occupano, e a rendere produttivo il suolo trattandolo con sterco di vacca e cose del genere. Spero che ce la facciano, e che risistemino anche qui. Il proprietario é un amico di Cardoso, che per sconquassare come ha sconquassato ha anche ottenuto i contributi del governo per la piccola impresa agricola! Per un fondo che non si domina con una sola occhiata, che va oltre lorizzonte in tutte le direzioni! Mi raccontano che 18.000 ettari non sono poi tanti, per questo paese e che cè una fazenda nel nord, di proprietà della Wolkswagen, che conterrebbe un paio dItalie, a portarcele. Mi sembra un po grandina, irrealistica, ma comunque la chiacchiera dimostra quanto sia grave il problema della concentrazione. Il fratello minore di Miriam, Serginho, mi accompagna a visitare una cooperativa, la COOCAMP che lavora la manioca per farne fecola e farina, che hanno gran mercato. La sua istituzione ha risolto molti problemi degli insediati che oggi le conferiscono il loro prodotto: piccoli agricoltori, bisognosi di guadagno rapido e cosante. Era una vecchia fecolaria, chiusa per il boicottaggio dei fazenderi verso il Movimento, che ora é stata riaperta e riorganizzata. La sua posizione é molto strategica, ed il criterio è quello dellalta qualità del prodotto, ma ci sono anche volumi di produzione elevati. I guadagni vanno in parte alla coop stessa per ammortamenti e migliorie, in parte al Movimento, per fondare altre coop. Lavorano qui 25 persone, 5 per turno, con orario di 7 ore al dì. I dipendenti di qui hanno sindacato, previdenza sociale, strutture ed equipaggiamenti di sicurezza, e tutti gli impianti sono rigorosamente a norma. La coop organizza anche occasioni di presa di coscienza per gli insediati conferenti ed i dipendenti in modo che siano cosci di tutto il processo produttivo. Si tratta della seconda fase del Movimento, in cui la produzione non è finalizzata solo allautoconsumo, ma anche alla commercializzazione. Tutto é organizzato avendo per riferimento non il mercato, ma il produttore ed il consumatore. Bello, bellissimo, in un paese che sulla carta è il massimo della civiltà del lavoro, ma che nella realtà di questi anni è sconvolto dalla più feroce offensiva liberista per lo sfruttamento della forza lavoro. Cooperative, dignità, qualità della vita, del lavoro, e dei beni di consumo! Solo una perplessità: sfuggiranno alla sussunzione capitalistica? O finiranno come la Coop italiana? Serginho dice il carattere alternativo della struttura, e la varietà delle produzioni basterà a salvarli. Ho dubbi, ma per ora tutto fila bene. E anche vero che le cooperative funzionano sotto lo strettissimo controllo del Movimento, attraverso collettivi specifici, ed il resto (presidenti, collegi dei revisori, assemblea dei soci) é tutto di carta, solo per far contenta la burocrazia dello stato e ottenere contributi e finanziamenti. Cose che servono per riuscire a produrre. Risulta comunque che ottenere fondi e infrastrutture dallo stato é molto più facile per una multinazionale di quelle stronzissime. I governatori degli stati brasiliani stendono tappeti rossi agli sfruttatori, e tentano di sedurli ad impiantare istituzioni di spolpaggio sistematico duomini e natura da loro. Donano infrastrutture, defiscalizzano, incentivano, e si rubano il diritto di essere sottomessi per primi ai nefasti capricci del capitale, scambiando la soggezione neocolonale per lo sviluppo. Posti di lavoro! E invece son catene da schiavo. Ben diversa è la musica nelle cooperative dei compagni. La COCAMP é riuscita, nonostante le difficoltà descritte, ad ottenere finanziamenti e macchine per fecolaria, produzione di succhi di frutta, caseificio, non dal governo municipale, che è di destra, ma dallo stato di San Paolo, in un periodo di grazia e buone politiche per lagroindustria. Alcuni prodotti saranno presto in vendita in un grande negozio in costruzione: marmellate, distillati, frutta fresca, conserve, varii tipi di tè, tutto presumibilmente a prezzi migliori rispetto al mercato convenzionale, avendosi qui meno passaggi tra produttore e consumatore. Anche per realizzare questo negozio, i finanziamenti non sono venuti dal potere locale, ma dallo stato di San Paolo, che ha anche prestato alcune macchine da edilizia. Peraltro il Movimento ha sofferto finanziariamente della crisi inflazionistica di dieci anni fa: la storia del Cruzeiro, quando é nato il Real. Un giorno, mi dice Serginho, ci sarà una vera linea di credito per i contadini, molti dei quali oggi, anche ottenuta la terra, non hanno fondi per cominciare a piantare ed allevare. Lo stato teoricamente assicura finanziamenti per chi promette di allevare ecologicamente, ma spesso la vendicativa politica di questi amministratori in vendita riesce a bloccare tutto. Da qui altre rivendicazioni. Inoltre lassetto proprietario dei fondi degli insediati è quasi incomprensibile per la legge: terreni assegnati in concessione da un movimento non legalmente riconosciuto, e sempre revocabili, strutture collettive... come giustificare una erogazione di fondi senza legittimare questa lotta, che il governo predica inutile e superata? Per il Movimento, la terra non è oggetto di mercato, non la si vende, né la si compra, è la Terra, che al massimo si può usare rispettosamente, ricevendone in cambio frutti generosi. Non é oggetto di proprietà, non é uno strumento di lavoro. Tale status giuridico, che è realizzato nei fatti, ma non nei codici, serve anche ad impedire che, eventualmente spinto dalla violenza e dalla fame, linsediato venda il suo lotto e torni ad ingrossare il sottoproletariato urbano, una volta finiti i soldi. Sono storie già viste moltissime volte, e quasi tutte le organizzazioni che occupano terre o case si premurano di impedire che la loro pratica si trasformi per il militante, in una semplice tregua con la povertà e con la crudeltà urbana. Concessione, non proprietà. Terra come "res omnium", e non "res nullius" come in genere le leggi definiscono la natura. Non cé posto per concezioni del genere nel pensiero liberale su cui si basa, qui come da noi, il codice civile. Le petizioni di principio sulla giustizia sociale e laccesso democratico alle risorse, sono chiacchiere da costituzionalisti, cose che vanno dette e scritte per fare bella figura, ma che debbono solo restare teoria. E come per alcuni articoli della nostra costituzione, che predicano lesproprio di fabbriche da parte di collettivi operaii, e che nessuno ha mai visto in azione. LMST sta realizzando un esplicito principio costituzionale, che altrimenti sarebbe rimasto solo carta. Nei luoghi di sua pertinenza lMST ha scavato pozzi artesiani, ha bonificato fondi, ha riforestato, e ha tentato di rimediare ai casini prodotti da 500 di sfruttamento peso del territorio e della gente. La sfida di ora é anche quella di non usare procedimenti inquinanti: fuoco a legna, trazione animale, concime con sterco e scarti organici daltre lavorazioni. Nellinsediamento Che Guevara si pratica lagroforesta, un sistema nuovo di integrazione ecologica tra i frutteti e la fauna nativa protetta. La riforestazione da anche modo di alimentare gli animali con la produzione spontanea. Un gruppo di ingegneri forestali studia tutte queste cose, e ne valuta i risultati in produttività e impatto ambientale. Qui il clima é generalmente caldo (tranne oggi: da un paio di giorni una gelata rischia di compromettere alcune colture), e non ci sono problemi di irrigazione. Serginho mi fa visitare il suo lotto di 15 ettari, nellinsediamento Antonio Conseilhero, dedicato al mistico che fondò il movimento dei "Canudos", che diede vita ad una città comunista, e che finì poi malissimo, repressa nel sangue (forse ho già parlato di questo, ma non ho tempo per rivedere questi brogliacci elettronici). Qui 68 famiglie lavorano a varie colture, tra cui fagioli, zucche, banane, e miglio. Serginho tiene unarea coltivata a miglio per fare una riserva di sementi: ci sono molti insediati che non hanno risorse per comprarne, e lui gliene da gratuitamente. Ai bordi dei lotti ci sono alberi da frutta che frenano il vento e lerosione, ed eucalipti meravigliosi vicino ad un corso dacqua che é sfuggito alla privatizzazione rapace. Tutto è rigorosamente biologico, e quasi tutti i lavori pesi sono realizzati con trazione animale. Diserbanti e disinfettanti hanno lasciato il posto allurina di vacca, ed i concimi chimici allo sterco ed agli scarti organici. Una gelata ha bruciato fagioli e banane, ma Serginho è ottimista: tutto concime naturale per la prossima semina. Case pulite, con acqua corrente, energia elettrica... ed una parte dei campi a disposizione di chi ancora non é in condizione di lavorare da solo, una parte comune. Bene compagnucci, detto ciò vi saluto. Vi scriverò non appena potrò. Ora con i compagni di qui stiamo facendo ledizione italiana di un video dell'MST. Vedrete che bello! Buone cose e buon caldo. GIOVANNI.
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