Sono bambini che non possono contare su una famiglia che dia loro il necessario per vivere e crescere serenamente. Anche se alcuni mantengono ancora qualche legame con i genitori, in particolare la madre, i "bambini di strada" vivono di espedienti nei vicoli delle grandi città, chiedendo l'elemosina, raccogliendo rifiuti da riciclare, commettendo piccoli furti o prostituendosi. Spesso per alleviare i sintomi della fame annusano colla da falegname, droga economica e quindi particolarmente nociva, che a lungo termine provoca danni permanenti al cervello e al sistema respiratorio. Si calcola che oggi a Nairobi ci siano almeno 30.000 bambini di strada.

Grazie al contributo dell'AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follerau), la comunità di Koinonia può ora svolgere il suo lavoro con gli street children in una nuova casa, con spazi finalmente adeguati e pensati appositamente per l'accoglienza dei bambini e per le loro attività. Questa nuova struttura è stata battezzata "Kivuli", che significa "rifugio, riparo dal sole": i bambini, infatti, possono incontrarsi e condividere i loro problemi in un clima positivo, in un luogo finalmente sicuro e protetto. Vengono inoltre stimolati a scoprire i propri talenti, a esprimersi attraverso la musica, la danza, lo sport e la lavorazione dei batik. I giovani della comunità sono per loro come fratelli maggiori, che li ascoltano, li consigliano, li guidano. Il progetto è in funzione dal 1993 con buoni risultati. I bambini che frequentano regolarmente la casa sono quasi cento. Alcuni vengono aiutati a reinserirsi nella scuola pubblica, i più grandi nei corsi professionali per imparare un lavoro. Quando è possibile si cerca di riallacciare i contatti con le loro famiglie. Molte madri vengono stimolate dalla comunità a diventare più consapevoli del proprio ruolo e a prendersi cura dei figli, anche attraverso un'opera di prevenzione e informazione.